La Ue ha rallentato la marcia per l’introduzione dei requisiti di Basilea 3 nella legislazione europea. La commissione economica dell’Europarlamento ha rinviato il voto previsto per ieri, mentre i governi continuano a scontrarsi sulla possibilità di varare requisiti più stringenti a livello nazionale: il Regno Unito e la Svezia sono a capo di un gruppo di Paesi che chiedono di poter imporre alle banche vincoli maggiori sul capitale. Ieri il vicepresidente Bce, Victor Constancio, si è detto favorevole a una maggiore flessibilità e ha ventilato l’ipotesi di una nuova bozza di direttiva. Ma in Europa molti Stati temono un’eccessiva frammentazione delle regole patrimoniali. Ulteriori sviluppi sono attesi nell’Ecofin del 2 maggio. Quanto invece alla posizione dell’Europarlamento, il relatore Othmar Karas ha rinviato il voto di ieri a maggio con l’obiettivo di raccogliere un consenso più ampio tra i membri della commissione economica sugli emendamenti proposti, nonostante un accordo di massima su alcuni temi come i limiti ai bonus per i manager e la riduzione delle ponderazioni di capitale sui prestiti alle piccole e medie imprese.
Fonte:
Milano Finanza
La Ue ha rallentato la marcia per l’introduzione dei requisiti di Basilea 3 nella legislazione europea. La commissione economica dell’Europarlamento ha rinviato il voto previsto per ieri, mentre i governi continuano a scontrarsi sulla possibilità di varare requisiti più stringenti a livello nazionale: il Regno Unito e la Svezia sono a capo di un gruppo di Paesi che chiedono di poter imporre alle banche vincoli maggiori sul capitale. Ieri il vicepresidente Bce, Victor Constancio, si è detto favorevole a una maggiore flessibilità e ha ventilato l’ipotesi di una nuova bozza di direttiva. Ma in Europa molti Stati temono un’eccessiva frammentazione delle regole patrimoniali. Ulteriori sviluppi sono attesi nell’Ecofin del 2 maggio. Quanto invece alla posizione dell’Europarlamento, il relatore Othmar Karas ha rinviato il voto di ieri a maggio con l’obiettivo di raccogliere un consenso più ampio tra i membri della commissione economica sugli emendamenti proposti, nonostante un accordo di massima su alcuni temi come i limiti ai bonus per i manager e la riduzione delle ponderazioni di capitale sui prestiti alle piccole e medie imprese.
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