Moody’s ha tagliato il rating di 26 istituti di credito italiani, 5 dei quali sono dei grandi gruppi. Dura reazione dell’Abi, l’associazione dei banchieri guidata da Giuseppe Mussari: «Irresponsabile il giudizio di Moody’s sulle banche italiane. E’ un’aggressione», si legge in una nota.
EFFETTO AUSTERITY – «I rating delle banche italiane sono fra i più bassi fra le economie avanzate europee e questo riflette la vulnerabilità degli istituti in un contesto difficile in Italia e in Europa», affermano in una nota gli analisti della società di rating, sottolineando le difficoltà legate alla «recessione e all’austerity che in Italia stanno riducendo la domanda nel breve termine».
IL TAGLIO – Moody’s ha tagliato il rating di 10 banche di un gradino, di due gradini per otto, di tre gradini per altre sei e di quattro gradini per altri due istituti. «La portata dei downgrade è stata limitata da alcuni fattori», fra i quali la liquidità offerta dalla Bce, che ha «ridotto significativamente il rischio default nel breve termine. Inoltre molte banche hanno rafforzato i loro livelli di capitale». «Le banche italiane – spiega Moody’s – sono particolarmente vulnerabili alle condizioni operative avverse, che causeranno probabilmente un ulteriore deterioramento della qualità degli asset, pressione sugli utili e limitato accesso al mercato. Questi rischi sono esacerbati dai timori degli investitori sulla sostenibilità» del debito italiano che ha contribuito alle difficili condizioni di finanziamento delle banche.
LE BANCHE COINVOLTE – Fra le banche coinvolte nel taglio del rating ci sono i tre principali gruppi di credito italiani Intesa San Paolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena. In dettaglio, per Unicredit il downgrade è di un notch da A2 ad A3. Anche per Intesa Sanpaolo il downgrade è da A2 ad A3. Per Banca Monte dei Paschi il declassamento è di due notch, da Baa1 a Baa3. Per Banco Popolare il downgrade è da Baa2 a Baa3.
Fonte:
Corriere della Sera
Moody’s ha tagliato il rating di 26 istituti di credito italiani, 5 dei quali sono dei grandi gruppi. Dura reazione dell’Abi, l’associazione dei banchieri guidata da Giuseppe Mussari: «Irresponsabile il giudizio di Moody’s sulle banche italiane. E’ un’aggressione», si legge in una nota.
EFFETTO AUSTERITY – «I rating delle banche italiane sono fra i più bassi fra le economie avanzate europee e questo riflette la vulnerabilità degli istituti in un contesto difficile in Italia e in Europa», affermano in una nota gli analisti della società di rating, sottolineando le difficoltà legate alla «recessione e all’austerity che in Italia stanno riducendo la domanda nel breve termine».
IL TAGLIO – Moody’s ha tagliato il rating di 10 banche di un gradino, di due gradini per otto, di tre gradini per altre sei e di quattro gradini per altri due istituti. «La portata dei downgrade è stata limitata da alcuni fattori», fra i quali la liquidità offerta dalla Bce, che ha «ridotto significativamente il rischio default nel breve termine. Inoltre molte banche hanno rafforzato i loro livelli di capitale». «Le banche italiane – spiega Moody’s – sono particolarmente vulnerabili alle condizioni operative avverse, che causeranno probabilmente un ulteriore deterioramento della qualità degli asset, pressione sugli utili e limitato accesso al mercato. Questi rischi sono esacerbati dai timori degli investitori sulla sostenibilità» del debito italiano che ha contribuito alle difficili condizioni di finanziamento delle banche.
LE BANCHE COINVOLTE – Fra le banche coinvolte nel taglio del rating ci sono i tre principali gruppi di credito italiani Intesa San Paolo, Unicredit e Monte dei Paschi di Siena. In dettaglio, per Unicredit il downgrade è di un notch da A2 ad A3. Anche per Intesa Sanpaolo il downgrade è da A2 ad A3. Per Banca Monte dei Paschi il declassamento è di due notch, da Baa1 a Baa3. Per Banco Popolare il downgrade è da Baa2 a Baa3.
Fonte:
Corriere della Sera