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Visco: frena la crescita delle sofferenze

«Anche se molto lenta» la ripresa c’è. Tanto che cominciano a esserci dei segni di «decelerazione della crescita delle sofferenze» e così pure di «riduzione dei tassi di ingresso di crediti in sofferenza».

È un messaggio cautamente positivo quello che arriva del Governatore di Bankitalia, Ignazio Visco. Un messaggio che, pur senza nascondere le difficoltà del momento, evidenzia il lieve miglioramento della situazione congiunturale alla vigilia di una fase complicata per gli istituti italiani come quella dell’Asset quality review e degli stress test della Bce. Davanti ai principali banchieri italiani, riuniti ieri a Milano per l’esecutivo Abi, Visco non ha nascosto le difficoltà del momento. Prima di assistere a «un rientro delle sofferenze dovremo ancora vedere lo svolgersi degli effetti della crisi», ha spiegato il Governatore al termine dell’incontro. Ecco perché «ci saranno altri trimestri difficili». Tuttavia, alcuni segnali che arrivano dall’andamento dei non performing loans sono «confortanti» ed «è quello che ci aspettavamo».


Il meeting, durato circa due ore, è servito soprattutto a discutere dei «tempi e dei modi» dell’esercizio in corso della Bce, che da qua a novembre metterà sotto osservazione i bilanci di 128 banche europee, tra cui le 15 maggiori banche italiane. Ma ciò che più preme a Visco è rassicurare i banchieri italiani (un messaggio «tranquillizzante», dirà al termine dell’incontro il presidente del Cdg di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro) sull’omogeneità dei criteri di valutazione degli attivi bancari tra i diversi paesi. Un test, ha evidenziato il Governatore davanti ai banchieri, contrassegnato da una complessità senza precedenti. Ma che non causerà una qualche penalizzazione per gli istituti italiani, magari per colpa di un ipotetico eccesso di prudenza da parte della Vigilanza. Lo stesso Governatore, come spiegato dal presidente dell’Abi Antonio Patuelli al termine dell’incontro, ha confermato che «gli esami del 2014 sulle banche europee saranno effettuati con regole identiche e meccanismi di trasparenza» così da «creare un clima di maggiore fiducia del mondo bancario internazionale in sé stesso e degli operatori economici in generale».
Accanto alle rassicurazioni, il governatore non ha mancato in ogni caso di dare il proprio incitamento alle aziende di credito italiane ad andare avanti sulla strada intrapresa per quel che riguarda contenimento dei costi, aumento della redditività, miglioramento della governance (il testo definitivo delle nuove disposizioni regolamentari di vigilanza sarà pronto a giorni) in una fase congiunturale ancora complessa. Così, ad esempio, in tema di banche popolari, il governatore ha ricordato che certamente quando le banche sono di grandi dimensioni è necessario adottare uno schema diverso.

E in rapporto a quei non performing loans tuttora molto pesanti nei bilanci bancari, Visco ha ricordato che il problema va aggredito su vari terreni: da un lato occorre continuare a innalzare le coperture e gli accantonamenti a fondo rischi, dall’altro si devono adottare procedure di gestione interna più efficaci, da un altro ancora si può far ricorso a operazioni di vendita sul mercato a operatori specializzati in questo tipo di crediti. Durante la discussione con i banchieri sul tavolo è stata posta anche la questione “bad bank”. Visco ne aveva già già accennato al Forex: ieri ha sottolineato che, in relazione a un eventuale intervento a più ampio spettro, le soluzioni devono nascere dal governo, con il concorso delle banche e dell’autorità di vigilanza.
Nel corso dell’esecutivo Visco si è soffermato anche sui criteri per la concessione del credito alle imprese. Il numero uno di Bankitalia ha sottolineato che per le banche è importante «avere un’attitudine nei confronti del credito alle imprese legata anche alla qualità delle imprese», per questo Visco ha sottolineato l’importanza del fatto che le «imprese si ristrutturino». Un giudizio positivo anche sugli aumenti di capitale finora annunciati dalle diverse banche italiane, che vanno nella «direzione giusta». E un passaggio infine anche sul tema delle governance delle banche. Sulle Fondazioni soprattutto, che non devono ingerire con la gestione. «Le fondazioni – ha sottolineato Gros-Pietro – sono state appena menzionate solo per ricordare quelli che sono i principi della legge Ciampi e cioé che le fondazioni sono degli investitori istituzionali il cui compito non è quello di gestire le banche».


Autore: Rossella Bocciarelli
Fonte:

Il Sole 24 ore

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