In Evidenza NPL e crediti deteriorati

Npl, chiuso anche il terzo quarter: le tendenze del mercato

Il tanto atteso inizio della stagione delle dismissioni degli stock di crediti deteriorati, che pesano come un macigno sul sistema bancario del nostro paese, sembrerebbe proprio partito. Infatti, anche se con qualche differenza nei numeri, tutti i report e le analisi settoriali recentemente pubblicati, a prescindere dalle rispettive fonti di provenienza, evidenziano fra operazioni completate e quelle annunciate una decisa impennata del GBV (Gross Book Value) transato. Dismissioni quindi molto importanti che dovrebbero risolvere buona parte delle criticità e problematiche del sistema bancario provocate dagli NPL.
Ma sarà veramente così? Le maxi cessioni che hanno caratterizzato il 2017 sono state strutturate in modo tale da poter realmente risolvere il problema oppure, in alcuni casi, semplicemente lo spostano o lo posticipano?

La creazione del Fondo Atlante I e II, di REV e le cartolarizzazioni in cui sono le stesse banche a gestire e strutturare l’operazione, sottoscrivendo parte del notes emesse dai veicoli e/o cedendole sul mercato ad investitori istituzionali dopo aver magari richiesto le GACS , possono veramente essere considerate operazioni di mercato?
Il tempo saprà senza dubbio dare una risposta certa.
Nel frattempo cerchiamo di capire meglio come si sta muovendo il mercato di compravendita dei crediti.
Supportati dai dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale NPL Market di Credit Village, che dal primo gennaio 2016 censisce tutte le transazioni NPL, tenteremo di fornire, attraverso un’attenta analisi e grazie al prezioso contributo di alcuni players del settore, un quadro attendibile dello stato dell’arte e dei principali trend di questo mercato, ormai da anni sotto i riflettori internazionali e sul quale, purtroppo, troppo spesso circola un’informazione generalista e non corretta.
Un dato è certo: il 2017 ha registrato valori record (qualunque sia la fonte dell’elaborazione!) sia in termini di GBV ceduto che di numero di transazioni.
Il nostro Osservatorio ha individuato 135 operazioni completate nei primi 3 quarters dell’anno in corso per un controvalore (GBV ) stimato di 34 miliardi di euro, in deciso incremento rispetto alle 71 operazioni per 12,5 miliardi di GBV del medesimo periodo dell’esercizio precedente.
Se a queste transazioni, si aggiungono poi gli accordi vincolanti già sottoscritti da Quaestio Capital, per conto del Fondo Atlante 2, per l’acquisto di circa 2,7 miliardi di crediti deteriorati di Cassa di Risparmio di Cesena, Cassa di Risparmio di Rimini e Cassa di Risparmio di San Miniato e la maxi operazione da circa 26,1 miliardi di euro, il GBV totale si attesta a 62,7 miliardi di euro.
Analizzando però il valore totale di queste operazioni si nota facilmente come una percentuale vicina al 79,5% di tutto il GBV ceduto nei primi 9 mesi del 2017 (inclusi gli accordi di cui sopra) sia di fatto legato a pochissime operazioni che hanno coinvolto altrettanti pochissimi investitori. Uno dei principali macro-trend che ha caratterizzato questi primi 3 quarters del 2017 è infatti proprio quello delle “big operations”.

Ma che impatto avrò sul mercato lo spostamento di questi stock di sofferenze?

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