Il veicolo dedicato ai crediti ristrutturati o in via di ristrutturazione di Intesa Sanpaolo, UniCredit, del fondo di private equity americano Kkr e di Alvarez & Marsal è pronto al lancio.
Potrebbe contenere, secondo le indiscrezioni, un portafoglio di crediti del valore nominale compreso tra alcune centinaia di milioni e due miliardi, ma la dotazione potrebbe aumentare nel corso del tempo. Kkr e A&M dovrebbero contribuire con un’iniezione iniziale di capitali compresa tra i 300 e i 700 milioni.
Il progetto avrebbe due finalità: liberare le banche di alcune posizioni problematiche e al tempo stesso dare alla aziende in questione ritenute in grado di risollevarsi delle risorse manageriali necessarie al turnaround.
L’operazione, nell’aria da mesi, ieri ha avuto il suo primo passo ufficiale: è stata annunciata infatti la firma, avvenuta giovedì scorso, di un primo memorandum of understanding che impegna i quattro partner a «sviluppare e realizzare insieme una soluzione finalizzata a ottimizzare le performance e massimizzare il valore di un selezionato portafoglio di crediti in ristrutturazione attraverso la gestione attiva degli asset e l’apporto di nuove risorse finanziare». Il messaggio rivolto al mercato è chiaro: il nuovo veicolo si parla di una Spa, di una Sgr o di un Spv dovrebbe essere pronto nel giro di qualche mese e potrebbe essere d’interesse per gli investitori istituzionali, visto che potrebbe essere finalizzato al lancio di emissioni obbligazionarie ad elevato rendimento per hedge fund e fondi speculativi.
Le due opzioni
Quest’ultimo, però, è uno dei tanti punti ancora da definire. Acclarata la volontà di collaborare dei partner, restano sul tavolo le due diverse opzioni che si erano già individuate nei mesi scorsi (si veda Il Sole 24 Ore del 13 febbraio scorso): una prima soluzione prevederebbe la costituzione di una società finanziaria (patecipata da Kkr A&M) cui le due banche conferirebbero i crediti vantati nei confronti delle società, in cambio di crediti della newco stessa. Seconda ipotesi, invece, sarebbe quella di un Spv, uno special purpose vehicle, vale a dire una società di cartolarizzazione crediti che potrebbe finanziarsi emettendo bond sul mercato, una parte dei quali sarebbe destinata ai due partner industriali e un’altra a Intesa e UniCredit. A quanto si apprende, la soluzione preferita sarebbe la prima, ma le verifiche tecniche e fiscali potrebbero rendere più agevole e conveniente la seconda. Si deciderà di qui all’estate, periodo entro il quale sia in UniCredit (dove il progetto è seguito dal chief risk officer, Alessandro Decio) che in Intesa Sanpaolo (qui il referente è Giovanni Gilli, responsabile dei progetti speciali del gruppo) si vuole procedere con il varo del nuovo veicolo, di qualunque tipo esso sia.
Le società coinvolte
Resta ancora da inquadrare anche la lista delle società i cui crediti confluiranno nella newco: si parla di società medie, con l’esclusione dei gruppi immobiliari, anche se inizialmente il progetto sembrava destinato anche a grandi gruppi. Una lista che in queste settimane è circolata includerebbe ad esempio aziende come Burgo, Pininfarina, Zucchi, Ferretti, Sirti, Lucchini, Italtel, Seat, per arrivare a situazioni di una certa dimensione come la Tassara. Tuttavia l’elenco in questione sarebbe ancora allo studio e nulla sarebbe stato ancora deciso al riguardo. Di sicuro, non dovrebbero entrare nella lista casi come Alitalia o Sorgenia, in quanto già oggetto di una trattativa di ristrutturazione in corso con le banche, nè quelli di gruppi immobiliari come Risanamento e Aedes. Al lavoro su tutti questi aspetti finanziari, normativi, legali e fiscali sarebbero i consulenti scelti da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Kkr per l’operazione: gli advisor di Alvarez & Marsal oltre agli avvocati di Paul Hastings per conto di Kkr, D’Urso Gatti Bianchi e lo studio Di Tanno (per gli aspetti fiscali) per conto delle banche.
Autore: Marco Ferrando
Fonte:
Il Sole 24 ore
Il veicolo dedicato ai crediti ristrutturati o in via di ristrutturazione di Intesa Sanpaolo, UniCredit, del fondo di private equity americano Kkr e di Alvarez & Marsal è pronto al lancio.
Potrebbe contenere, secondo le indiscrezioni, un portafoglio di crediti del valore nominale compreso tra alcune centinaia di milioni e due miliardi, ma la dotazione potrebbe aumentare nel corso del tempo. Kkr e A&M dovrebbero contribuire con un’iniezione iniziale di capitali compresa tra i 300 e i 700 milioni.
Il progetto avrebbe due finalità: liberare le banche di alcune posizioni problematiche e al tempo stesso dare alla aziende in questione ritenute in grado di risollevarsi delle risorse manageriali necessarie al turnaround.
L’operazione, nell’aria da mesi, ieri ha avuto il suo primo passo ufficiale: è stata annunciata infatti la firma, avvenuta giovedì scorso, di un primo memorandum of understanding che impegna i quattro partner a «sviluppare e realizzare insieme una soluzione finalizzata a ottimizzare le performance e massimizzare il valore di un selezionato portafoglio di crediti in ristrutturazione attraverso la gestione attiva degli asset e l’apporto di nuove risorse finanziare». Il messaggio rivolto al mercato è chiaro: il nuovo veicolo si parla di una Spa, di una Sgr o di un Spv dovrebbe essere pronto nel giro di qualche mese e potrebbe essere d’interesse per gli investitori istituzionali, visto che potrebbe essere finalizzato al lancio di emissioni obbligazionarie ad elevato rendimento per hedge fund e fondi speculativi.
Le due opzioni
Quest’ultimo, però, è uno dei tanti punti ancora da definire. Acclarata la volontà di collaborare dei partner, restano sul tavolo le due diverse opzioni che si erano già individuate nei mesi scorsi (si veda Il Sole 24 Ore del 13 febbraio scorso): una prima soluzione prevederebbe la costituzione di una società finanziaria (patecipata da Kkr A&M) cui le due banche conferirebbero i crediti vantati nei confronti delle società, in cambio di crediti della newco stessa. Seconda ipotesi, invece, sarebbe quella di un Spv, uno special purpose vehicle, vale a dire una società di cartolarizzazione crediti che potrebbe finanziarsi emettendo bond sul mercato, una parte dei quali sarebbe destinata ai due partner industriali e un’altra a Intesa e UniCredit. A quanto si apprende, la soluzione preferita sarebbe la prima, ma le verifiche tecniche e fiscali potrebbero rendere più agevole e conveniente la seconda. Si deciderà di qui all’estate, periodo entro il quale sia in UniCredit (dove il progetto è seguito dal chief risk officer, Alessandro Decio) che in Intesa Sanpaolo (qui il referente è Giovanni Gilli, responsabile dei progetti speciali del gruppo) si vuole procedere con il varo del nuovo veicolo, di qualunque tipo esso sia.
Le società coinvolte
Resta ancora da inquadrare anche la lista delle società i cui crediti confluiranno nella newco: si parla di società medie, con l’esclusione dei gruppi immobiliari, anche se inizialmente il progetto sembrava destinato anche a grandi gruppi. Una lista che in queste settimane è circolata includerebbe ad esempio aziende come Burgo, Pininfarina, Zucchi, Ferretti, Sirti, Lucchini, Italtel, Seat, per arrivare a situazioni di una certa dimensione come la Tassara. Tuttavia l’elenco in questione sarebbe ancora allo studio e nulla sarebbe stato ancora deciso al riguardo. Di sicuro, non dovrebbero entrare nella lista casi come Alitalia o Sorgenia, in quanto già oggetto di una trattativa di ristrutturazione in corso con le banche, nè quelli di gruppi immobiliari come Risanamento e Aedes. Al lavoro su tutti questi aspetti finanziari, normativi, legali e fiscali sarebbero i consulenti scelti da Intesa Sanpaolo, Unicredit e Kkr per l’operazione: gli advisor di Alvarez & Marsal oltre agli avvocati di Paul Hastings per conto di Kkr, D’Urso Gatti Bianchi e lo studio Di Tanno (per gli aspetti fiscali) per conto delle banche.
Autore: Marco Ferrando
Fonte:
Il Sole 24 ore