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Creval tratta con Cerved sugli npl

Il tema è all’attenzione delle principali banche italiane, anche se per adesso solo in pochi hanno messo in campo soluzioni efficaci. Certamente la gestione dei non performing loan sarà uno dei motivi conduttori del 2015, anche perché gli istituti di credito avranno sempre più necessità di smaltire nel miglior modo possibile una zavorra che oggi assorbe capitale e penalizza i ratio patrimoniali. Tra gli altri anche il Credito Valtellinese è al lavoro su questo fronte e una soluzione innovativa potrebbe spuntare in tempi brevi. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, la popolare presieduta da Giovanni De Censi e guidata dall’amministratore delegato Miro Fiordi starebbe trattando su questo tema con Cerved Group.

Sul tavolo ci sarebbe il progetto di una piattaforma per la gestione esternalizzata di tutti, o comunque di buona parte, dei crediti problematici della popolare valtellinese. L’esito della trattativa non è scontato, anche se qualcuno fa notare che prima di Natale (ci sarebbe un consiglio di amministrazione in scaletta per martedì 23) potrebbero arrivare novità importanti. Vero è che a Cerved la competenza per gestire gli npl non manca. Il gruppo guidato da Gianandrea De Bernardis e quotato in Piazza Affari dal giugno scorso ha tra l’altro recentemente rafforzato la propria presenza nel settore con l’acquisizione dell’80% di Reçus, società operativa nella gestione dei crediti problematici. Quanto a Creval, l’istituto valtellinese è da qualche mese al lavoro per mettere a punto soluzioni che permettano di gestire al meglio il proprio portafoglio crediti. Tra i progetti al vaglio ci sarebbe anche l’affidamento in gestione di un cospicuo pacchetto di immobili a garanzia di crediti in difficoltà.

L’obiettivo sarebbe individuare una modalità per salvaguardare il valore degli immobili in un periodo di illiquidità del mercato e di forte difficoltà di smobilizzo. Ecco perché la soluzione più probabile potrebbe essere una gestione prò-attiva che eviti il deterioramento delle singole unità e promuova interventi di sviluppo con l’ausilio di un operatore specializzato del settore. I benefici in termini economici per il Creval non mancherebbero, visto che, seguendo questa strada, la popolare valtellinese potrebbe minimizzare le perdite in conto economico e gli assorbimenti di capitale. Per adesso non circolano ancora nomi, ma novità importanti potrebbero arrivare nel 2015. Intanto Creval ha chiuso il periodo con un utile di 7,2 milioni, in calo del 28,4% rispetto a un anno prima.


Autore: Luca Gualtieri
Fonte:

Milano Finanza

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