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Per Prelios prove di futuro dopo Uccmb e Porta Vittoria

Prelios sposta il focus dagli investimenti alle gestioni e ai servizi immobiliari, diventando, in gergo finanziario, una pure management company. A testimoniare il mutamento sono l’operazione appena chiusa con Unicredit e quella in corso sull ‘area milanese di Porta Vittoria. Il 12 febbraio, dopo mesi di trattative, il gruppo bancario guidato dall’ad Federico Ghizzoni, peraltro già socio e finanziatore di Prelios, ha annunciato la firma dell’accordo per la cessione al fondo americano Fortress investment group di Uccmb. La controllata attiva nella gestione dei crediti. Fortress metterà sul piatto 550 milioni,300 dei quali per la piattaforma di servizi e i restanti 250 per l’acquisto del portafoglio crediti, mentre Prelios, che nell’ambito della vendita ha agito come consulente, non investirà denaro ma gestirà il 50% dei servizi per il fondo statunitense.

Anche l’operazione su Porta Vittoria non implica alcun esborso per la ex Pirelli Real Estcite. La società, guidata dall’ad Sergio lasi e dal vicepresidente esecutivo Massimo Caputi e presieduta da Giorgio Luca Bruno, si limiterà, infatti, a mettere in piedi un gru ppo di investitori (ne sarebbero stati individuati una dozzina, soprattutto americani) che verseranno i 320 milioni offerti alla famiglia di Danilo Coppola per rilevare l’area milanese. Dopo le incomprensioni emerse dal verbale di un’assemblea della società di Porta Vittoria (di fatto posseduta da una società riconducibile a Silvia Necci,ex moglie dell’immobiliarista romano), che riportava numeri errati, le due parti si sono riavvicinate. Prelios, in particolare, ha offerto per conto dei fondi esteri 320 milioni, 200 dei quali andrebbero alle banche finanziatrici del progetto immobiliare, un’ottantina ad altri creditori, mentre una quarantina dovrebbe restare alla famiglia Coppola. L’immobiliarista, in questo modo, per il tramite della ex moglie, dovrebbe ricavare le risorse per onorare l’ultima parte dell’accordo da 200milioni del 2010 con l’Agenzia delle entrate, di cui 160 milioni sono stati già pagati. Le trattative in esclusiva tra le parti scadranno a fine marzo, mentre, secondo il programma di Prelios, la conclusione dell’operazione è prevista entro giugno del2015.Se si considera anche la creazione del parco, per il quale si sta allestendo una gara, l’obiettivo è quello di chiudere tutti i lavori di Porta Vittoria entro il 2015. Atri fronti aperti che vedono la ex Pirelli real estate agire come società di consulenza e servizi a supporto di operatori istituzionali per lo più esteri sono la vendita della catena Una Hotel, dove

Prelios affianca Starwoode  Meliâ, e la cessione dell’ex sede di Unicredit di Piazza Cordusio a Milano, per la quale il sodalizio è con il gruppo inglese London & Regional Properties. Tutte operazioni che vanno nella direzione di uno spostamento del focus del business sui servizi, la consulenza e le gestioni di fondi. E questo anche perché i conti del gruppo immobiliare nato da una costola della Pirelli al momento non sembrano consentire nuovi grandi investimenti. Nei nove mesi al 30 settembre (ultimi dati disponibili) il gruppo ha registrato perdite nette per 48,4 milioni a fronte di ricavi per 51,1 milioni, mentre al 31 dicembre (la società è in blacklist della Consob, perciò è costretta a fornire un’informativa mensile sul debito) la posizione finanziaria netta restava negativa per 206 milioni a livello consolidato e per 245 per la sola capogruppo Prelios spa. Il rilancio vero e proprio della società del real estate, insomnia, richiede ancora qualche mese. Ed è probabilmente anche per questo motivo che, all’inizio di febbraio, i soci della Prelios riuniti nell’accordo cosiddetto Fenice hanno deciso di concedersi altri sei mesi di tempo per implementare il piano industriale che era stato annunciato l’estate scorsa. Gli azionisti in questione sono la Pirelli di Marco Tronchetti Provera, la Feidos di Massimo Caputi e le due banche finanziatrici Intesa e Unicredit, che nell’estate del 2013 avevano già ricapitalizzato la società. La revisione dell’accordo Fenice è consistita, in particolare, nello spostamento da fine gennaio al 15 luglio del 2015 della scadenza per cui i soci del patto non possono vendere titoli nemmeno in caso di disaccordi sulla gestione. Del resto, l’azionariato della Prelios presenta diverse anime, che non deve essere sempre facile mettere d’accordo. Innanzi tutto, c’è la Pirelli, che è di gran lunga il primo azionista singolo, con il 29,2% del capitale votante, a cui poi va aggiunto l’8,l% di Coinv, il veicolo immobiliare che alla fine del 2014 è stato scorporato da Camfin (dove sono presenti anche i russi di Rosneft) e che è partecipato dalla Nuove Partecipazioni di Tronchetti Provera e da Intesa e Unicredit. Le due banche, poi, hanno anche un 20% complessivo di Prelios, che si affianca al 5,6% di Bpm e al 3,3% di Mps.

Il veicolo Fenice, di cui Pirelli ha in portafoglio la quota di maggioranza del 63%, ha in portafoglio azioni senza diritto di voto, corrispondenti al 29,4% del semplice capitale economico, ma, in base ai patti stipulati, esprime i manager lasi e Caputi. Tra le operazioni prospettate già nel piano industriale al 2016 annunciato lo scorso giugno, c’è la separazione delle attività di investimento da quelle dei servizi immobiliari attraverso una procedura di spin-off. Si tratta, fondamentalmente, di tutti quegli investimenti nel real estate risalenti agli anni d’oro prima della crisi e realizzati, col senno di poi, a carissimo prezzo. Obiettivo di Prelios è di liberarsi di tutte queste attività immobiliari entro il 2018. In proposito, il comunicato diffuso col piano industriale informava che «potrebbe essere valutato anche un possibile progetto di valorizzazione complessiva delle partecipazioni al fine di accelerare il conseguimento dell’obiettivo». Nascerebbe, in questo modo, un veicolo che raccoglierebbe tutti questi investimenti della vecchia gestione e che, in caso di vendita delle attività, consentirebbe a Prelios di fare cassa e ridurre l’indebitamento in un momento in cui ne ha bisogno.

 


Autore: Carlotta Scozzari
Fonte:

La Repubblica-Affari e Finanza

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