La prudenza, naturalmente, è dobbligo, però in luglio lindicatore dei consumi messo a punto dalla Confcommercio ha registrato un sobbalzo. Si tratta, per lesattezza, di un incremento dello 0,4% in rapporto al mese precedente e di una crescita pari al 2,1% rispetto al 2014: questultima, rimarca lufficio studi dellassociazione nellindagine presentata ieri a Roma, è la variazione tendenziale più elevata degli ultimi cinque anni. Un aspetto positivo puntualmente evidenziato via twitter anche dal presidente del Consiglio Matteo Renzi, come «un altro segno che lItalia finalmente riparte».
A illustrare i dati è stato il direttore dellufficio studi, Mariano Bella. «Attrattori dei consumi nei primi sette mesi del 2015 ha spiegato sono i beni e i servizi per la mobilità (aumentati del 6,2% tra gennaio e luglio 2015) complici anche gli aumenti dei consumi dei carburanti e del trasporto pubblico; inoltre sono aumentati i beni e i servizi per le comunicazioni, dunque apparecchi tecnologici come telefonini e computer (dei quali cresce anche limport) e i consumi legati al turismo, alberghi e consumazioni fuori casa (cresciuti dell1%). Mentre per alimentari, bevande e tabacchi, nellarco dei sette mesi cè da registrare una flessione dello 0,5%». Quanto al contesto, ieri è stato ricordato che sulla fiducia delle famiglie siamo ai massimi storici, mentre appare più prudente latteggiamento delle imprese, che in agosto hanno segnalato una contenuta flessione del sentiment complessivo. Secondo il servizio studi della Confcommercio «la prudenza degli operatori del manifatturiero è da ricondursi alle sensibili oscillazioni che ancora si rilevano, pur in un contesto complessivamente positivo, sul versante produttivo». La previsione, in ogni caso è per la prosecuzione di un graduale recupero dellattività produttiva anche nei prossimi mesi.
Sulle prospettive dei consumi, che nel 2015 dovrebbero salire dell1,2% , incidono anche i «segnali incoraggianti nel mercato del lavoro» secondo gli esperti della Confcommercio, i quali hanno ricordato che nellarco dei primi sette mesi dellanno in rapporto allo stesso periodo del 2014 si rileva una crescita degli occupati pari a 181mila unità e che il tasso di disoccupazione è sceso, attestandosi al 12 per cento. «La ripresa cè ma ci sono elementi di criticità» ha rimarcato Bella.
Confcommercio, peraltro, non solo conferma le sue precedenti stime, in base alle quali nel 2015 laumento del Pil dovrebbe essere pari all1,1 per cento e lanno prossimo all1,4%, ma accredita la possibilità di unuscita dal 2015 con un incremento tendenziale del Pil nel quarto trimestre pari al 2 per cento. «Se realizzato, questo scenario lancerebbe una sfida: con politiche fiscali distensive si potrebbe provare ad avvicinarsi al 2 per cento di crescita nella media del 2016». Il presidente dellassociazione dei commercianti, Carlo Sangalli, è stato comunque molto cauto e ha sollecitato con forza una riduzione delle tasse su famiglie e imprese. «Nei primi sei mesi del 2015 ha ricordato nonostante i segnali di miglioramento del clima economico, ben 35mila negozi hanno chiuso i battenti. Non cè più tempo da perdere ha concluso bisogna aggredire la spesa pubblica improduttiva e abbassare le tasse già dal prossimo anno».
Autore: Rossella Bocciarelli
Fonte:
Il Sole 24 Ore
A illustrare i dati è stato il direttore dellufficio studi, Mariano Bella. «Attrattori dei consumi nei primi sette mesi del 2015 ha spiegato sono i beni e i servizi per la mobilità (aumentati del 6,2% tra gennaio e luglio 2015) complici anche gli aumenti dei consumi dei carburanti e del trasporto pubblico; inoltre sono aumentati i beni e i servizi per le comunicazioni, dunque apparecchi tecnologici come telefonini e computer (dei quali cresce anche limport) e i consumi legati al turismo, alberghi e consumazioni fuori casa (cresciuti dell1%). Mentre per alimentari, bevande e tabacchi, nellarco dei sette mesi cè da registrare una flessione dello 0,5%». Quanto al contesto, ieri è stato ricordato che sulla fiducia delle famiglie siamo ai massimi storici, mentre appare più prudente latteggiamento delle imprese, che in agosto hanno segnalato una contenuta flessione del sentiment complessivo. Secondo il servizio studi della Confcommercio «la prudenza degli operatori del manifatturiero è da ricondursi alle sensibili oscillazioni che ancora si rilevano, pur in un contesto complessivamente positivo, sul versante produttivo». La previsione, in ogni caso è per la prosecuzione di un graduale recupero dellattività produttiva anche nei prossimi mesi.
Sulle prospettive dei consumi, che nel 2015 dovrebbero salire dell1,2% , incidono anche i «segnali incoraggianti nel mercato del lavoro» secondo gli esperti della Confcommercio, i quali hanno ricordato che nellarco dei primi sette mesi dellanno in rapporto allo stesso periodo del 2014 si rileva una crescita degli occupati pari a 181mila unità e che il tasso di disoccupazione è sceso, attestandosi al 12 per cento. «La ripresa cè ma ci sono elementi di criticità» ha rimarcato Bella.
Confcommercio, peraltro, non solo conferma le sue precedenti stime, in base alle quali nel 2015 laumento del Pil dovrebbe essere pari all1,1 per cento e lanno prossimo all1,4%, ma accredita la possibilità di unuscita dal 2015 con un incremento tendenziale del Pil nel quarto trimestre pari al 2 per cento. «Se realizzato, questo scenario lancerebbe una sfida: con politiche fiscali distensive si potrebbe provare ad avvicinarsi al 2 per cento di crescita nella media del 2016». Il presidente dellassociazione dei commercianti, Carlo Sangalli, è stato comunque molto cauto e ha sollecitato con forza una riduzione delle tasse su famiglie e imprese. «Nei primi sei mesi del 2015 ha ricordato nonostante i segnali di miglioramento del clima economico, ben 35mila negozi hanno chiuso i battenti. Non cè più tempo da perdere ha concluso bisogna aggredire la spesa pubblica improduttiva e abbassare le tasse già dal prossimo anno».
Autore: Rossella Bocciarelli
Fonte:
Il Sole 24 Ore