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Pmi ai massimi da 3 mesi in Italia, rallenta in Germania

Le aziende manifatturiere italiane hanno registrato un buon inizio del quarto trimestre con produzione e nuovi ordini in crescita a tassi robusti e accelerati. L’indice Pmi del settore manifatturiero italiano a ottobre si è, infatti, attestato al valore più alto degli ultimi tre mesi: 54,1 punti, in aumento dai 52,7 di settembre, confermandosi al di sopra della soglia dei 50 punti che separa la crescita dalla contrazione.

L’indagine di ottobre, hanno spiegato gli esperti di MarkitEconomics, “ha anche mostrato una netta contrazione della media dei costi affrontati dalle aziende manifatturiere, la maggiore da maggio 2013. Questa contrazione è stata la terza consecutiva ed è principalmente connessa ai minori costi delle materie prime, particolarmente quelli dei metalli”. Infatti, così come successo a settembre, i produttori manifatturieri hanno in parte trasferito le diminuzioni dei costi sui clienti scontando i prezzi alla vendita. Anche se modesta, la diminuzione delle tariffe è stata la più netta da febbraio.

“Gli ultimi dati pmi hanno mostrato come durante l’inizio del quarto trimestre il settore manifatturiero italiano abbia ripreso vigore”, ha commentato Phil Smith, economista di Markit, “con ottobre che ha osservato gli aumenti maggiori della produzione, dei nuovi ordini e dei livelli occupazionali. Secondo le imprese campione è incoraggiante assistere a una ripresa sia del mercato nazionale sia di quello internazionale, che fa presagire una lunga ripresa”, ha aggiunto Smith.

Infatti, le aziende hanno anche continuato ad aumentare i livelli di produzione in linea con il trend rilevato dallo scorso gennaio ed è aumentata anche la crescita dei livelli dei nuovi ordini ricevuti dai manifatturieri, effetto riconducibile a un rafforzamento della domanda sia interna sia  estera.

Inoltre la ricaduta positiva della crescita degli ordinativi, aumentati per il trentaquattresimo mese consecutivo e al tasso più rapido da luglio, ha interessato i livelli occupazionali e gli acquisti che sono a loro volta aumentati in modo da poter sostenere la crescita del carico di lavoro.

Nello stesso mese è invece sceso leggermente l’indice Pmi manifatturiero tedesco. L’indicatore è passato da quota 52,3 di settembre a quota 52,1, risultando comunque superiore alle stime degli economisti che si aspettavano un calo più ampio a quota 51,6.

In Francia il settore manifatturiero è stato sostenuto da una crescita degli ordini, la prima da oltre un anno e mezzo. L’indice Pmi manifatturiero è risultato stabile a ottobre a 50,6 punti, in lieve flessione rispetto alla prima stima (50,7 punti) ma la componente dei nuovi ordini si è attestata a 50,2 punti, primo dato positivo da aprile 2014.

Ha rallentato, invece, la crescita del settore manifatturiero spagnolo, cresciuto lo scorso mese al ritmo più lento da dicembre 2013. Inoltre, anche la creazione di nuovi posti di lavoro ha frenato la crescita ai minimi di un anno. L’indice Pmi spagnolo si è così attestato a 51,3 dai 51,7 punti di settembre, mostrando comunque il ventitreesimo mese di espansione consecutiva. Il dato si pone però in contrasto con le previsioni degli economisti, che si aspettavano un aumento della crescita con l’indice a 52 punti. Anche il sottoindice relativo all’occupazione è sceso a 50,7 dal 52,7 di settembre, ai minimi da ottobre 2014.

L’Eurozona ha così mostrato un aumento della crescita del settore manifatturiero, seppur lieve, superiore alle previsioni degli economisti che si attendevano un dato invariato. L’indice Pmi ha evidenziato un progresso a quota 52,3 punti lo scorso mese dai 52 punti di settembre. “La crescita si è registrata nella maggior parte delle nazioni, con crescite più veloci in Italia, Austria e Paesi Bassi, ma il miglioramento tra l’indice principale e la precedente stima flash è dipeso soprattutto dalla Germania dove il pmi è aumentato di 0,5 punti”, hanno osservato da Markit.

“Mentre la crisi in Grecia continua a rallentare la crescita anche se il Pmi ellenico ha continuato a crescere fino a raggiungere il valore più alto in cinque mesi, la produzione manifatturiera dell’Eurozona è aumentata per il ventottesimo mese consecutivo”, hanno concluso gli esperti, che non ritengono la crescita sufficiente, considerato il contesto di tassi bassi e le manovre espansive messe in atto dalla Bce.

Dopo la pubblicazione dei dati, i principali listini europei hanno accelerato al rialzo: il Ftse Mib guadagna lo 0,50% a 22.555 punti, il Dax lo 0,69%, il Cac lo 0,38%, l’Ibex lo 0,30%. Ftse100 unica piazza sotto la parità (-0,29%). Sul mercato obbligazionario, lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi ha immediatamente visto un’impennata oltre i 100 punti base per poi ritracciare e attestarsi a quota 97 punti base. Il Btp decennale rende ora l’1,54%. Sui massimi di giornata il cambio euro-dollaro, con la moneta unica che passa di mano a 1,1033


Autore: Francesco Nardini
Fonte:

Milano Finanza

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