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Pagamenti, pmi più puntuali

Non si può dire che la situazione sia tornata alla normalità, né che l’Italia abbia colmato il gap storico con gli altri grandi paesi europei. Di certo c’è che il problema dei ritardi nei pagamenti comincia a essere meno gravoso che in passato. Dal rapporto Pmi realizzato da Cerved, presentato martedì scorso, emerge (fonte: database Payline) che nel corso del 2014 e della prima parte del 2015, le piccole e medie imprese hanno pagato con maggiore puntualità i propri fornitori, evidenziando una tendenza diversa rispetto alle grandi imprese, che godono di due settimane di maggiori dilazioni, in parte ottenute al momento di negoziare i termini, per il resto sforando le scadenze pattuite. 

Calano i mancati pagamenti. Il report segnala che alla fine del primo semestre le 100 mila pmi monitorate dovevano saldare 1,9 milioni tra fatture in scadenza nel trimestre e arretrati dei mesi precedenti, per un valore di quasi 5,2 miliardi di euro. Di queste fatture, non sono state pagati 996 milioni di euro, alle quali corrisponde una quota di mancati pagamenti pari al 19,2%, in leggero calo rispetto allo stesso periodo del 2014. Il dato, che prosegue una tendenza positiva avviata lo scorso anno, rappresenta il valore più contenuto dall’inizio del 2012.

Le medie imprese, che tradizionalmente sono più «virtuose» delle piccole per quanto riguarda lo stock di fatture scadute, registrano invece un maggior numero di pagamenti non saldati se si considerano le sole fatture di nuova emissione (pari al 31,4% alle fine di giugno, contro il 27,1% delle piccole).

Le differenze sono ancora più marcate se si confronta il complesso delle pmi con le grandi imprese, per cui la quota di mancati pagamenti sulle nuove emissioni ha toccato il 45,9% nel secondo trimestre del 2015. Al crescere della dimensione e del potere negoziale dell’impresa, è quindi più frequente la prassi di non saldare le fatture in scadenza come leva di gestione della liquidità. I dati settoriali indicano che il calo dei mancati pagamenti è un fenomeno diffuso a tutta l’economia.

 


Autore: Luigi dell’Olio
Fonte:

Italia Oggi

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