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Le banche italiane hanno in pancia sofferenze per oltre 200 miliardi

A ottobre la raccolta delle banche italiane è ripartita, mentre a settembre le sofferenze lorde hanno superato i 200 miliardi di euro e non si è arrestato il boom di nuovi mutui. In particolare, secondo quanto emerge dal bollettino mensile dell’Abi, le sofferenze lorde nel portafoglio delle banche italiane si sono attestate a 200,4 miliardi di euro e la loro incidenza sul totale dei prestiti è salita ai massimi da 20 anni.

Le sofferenze rappresentano, infatti, a settembre il 10,5% del complesso degli impieghi: a fine 1996 l’incidenza era pari al 9,9% mentre a dicembre 2007, prima dell’inizio della crisi, il rapporto era al 2,8%. La percentuale a settembre raggiunge il 17,4% per i piccoli operatori economici e il 17,9% per le imprese. L’ultimo dato disponibile dell’Abi, risalente a giugno scorso, rivela che gli affidati in sofferenza sono oltre 1,18 milioni.

La crescita prosegue ininterrotta da diversi anni; tra settembre 2014 e settembre 2015 i prestiti più a rischio sono aumentati di 23,5 miliardi di euro e solo in un mese di 2 miliardi. Qualche segnale di rallentamento emerge dalle percentuali, considerato che la crescita delle sofferenze in un anno è stata del 13,5%, mentre a settembre del 2014 l’incremento annuo era stato del 22,4%.

Anche le sofferenze nette hanno registrato a settembre un aumento, passando da 85,9 miliardi di agosto a 87,1 miliardi. Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali è risultato pari al 4,84% a settembre dal 4,79% del mese precedente (era al 4,49% a settembre 2014 e allo 0,86%, prima dell’inizio della crisi).

Dato, invece, positivo quello sulla raccolta che ha registrato a ottobre un incremento dello 0,2% rispetto a un anno prima, mostrando un’inversione di tendenza rispetto ai mesi precedenti (-1,5% a settembre, -2,5% a ottobre 2014). In particolare, la raccolta bancaria in depositi e obbligazioni è risultata pari a 1.692 miliardi di euro; prima della crisi, a fine 2007, l’ammontare complessivo era di circa 1.513 miliardi, segnando un aumento, in valore assoluto, di quasi 180 miliardi.

Scomponendo però il dato, emerge che la raccolta a medio-lungo termine (obbligazioni) è calata a ottobre del 13%, segnando una diminuzione su base annua in valore assoluto di 58,6 miliardi di euro, mentre i depositi sono cresciuti del 4,9% su base annua, 61,1 miliardi di euro in più rispetto all’anno precedente.

Quanto ai prestiti, l’ammontare complessivo a ottobre era di 1.814 miliardi di euro; di questi, i prestiti ai privati ammontavano a 1.546 miliardi, sostanzialmente stabili rispetto allo stesso mese dello scorso anno (-0,3%, in linea con il trend registrato nel mese precedente ). Tra le nuove erogazioni, tra gennaio e settembre sono cresciute del 16,2% quelle alle imprese.

Inoltre non si è arrestato il boom di nuovi mutui. Secondo il rapporto mensile dell’Abi, nei primi 9 mesi dell’anno si è registrato un incremento annuo del +92,1% delle nuove erogazioni di mutui per l’acquisto di immobili rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L’incidenza delle surroghe (cambio di mutuo per avere migliori condizioni) sul totale dei finanziamenti si è attestata a circa il 30%.

Ha favorito la sottoscrizione di nuovi mutui la discesa deitassi che hanno toccato nuovi minimi. A ottobre, infatti, il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni si è attestato al 2,61%, il valore più basso da luglio 2010 (era al 2,67% il mese precedente e al 5,72% a fine 2007). Sul totale delle nuove erogazioni di mutui circa i due terzi sono mutui a tasso fisso.

Per quanto riguarda, invece, il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese a ottobre è stato pari all’1,90% dall’1,82% del mese precedente e dal 5,48% di fine 2007. Mentre il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,33%, nuovo minimo storico (3,34% il mese precedente; 6,18% a fine 2007).


Autore: Francesca Gerosa
Fonte:

Milano Finanza

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