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Bruxelles: non ci saranno sconti sul bail in

Mentre si definiscono le modalità degli interventi a favore degli obbligazionisti travolti dalla risoluzione delle 4 banche italiane, è già scattato il conto alla rovescia per l’entrata in vigore del bail-in in versione completa, che coinvolgerà anche la parte dei depositi superiore ai 100.000 euro. «Un passaggio fondamentale», sottolinea al Parlamento europeo il presidente dell’Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, perché «assicura pari condizioni a tutti e tutela ai più deboli». E per non lasciare il progetto a metà, aggiunge Dijsselbloem, bisogna «finire l’Unione Bancaria». Il presidente dell’Eurogruppo ribadisce che le nuove norme europee sulla risoluzione delle banche in crisi «saranno pienamente operative dal prossimo gennaio, ma devono già essere parzialmente applicate ora».
Il che non significa, hanno osservato ieri in un incontro con il commissario Ue ai Servizi Finanziari Jonathan Hill due eurodeputati italiani, Gianni Pittella, presidente del gruppo S&D (socialisti e democratici), e Roberto Gualtieri, presidente della Commissione Economia del Parlamento Ue, che non si possa pensare ad alcune misure che possano «accompagnare la transizione del bail-in», permettendo di proteggere almeno in parte i risparmiatori, per evitare «effetti a catena inaspettati». «E’ importante – dice Pittella – che la Commissione ribadisca come quello del bail-in sia solo uno degli strumenti possibili in caso di risoluzione, uno strumento che va applicato comunque con un principio proporzionale, il salvataggio non può essere addossato tutto agli azionisti e agli obbligazionisti». Inoltre, la commissione potrebbe anche “raccomandare” alle autorità di vigilanza nazionali di prevedere forme di limitazione di vendita di prodotti finanziari ad alto rischio ai privati. «Non pensiamo a divieti», spiega Pittella, anche perché questo è compito del legislatore nazionale, naturalmente. Ma certo un appoggio da parte della Commissione Ue sarebbe gradito per esempio alla Banca d’Italia, che ha chiesto più volte al governo di limitare la vendita di obbligazioni subordinate. «Il commissario Hill ha riconosciuto che le nostre preoccupazioni sono fondate, e che esiste un problema generale di rafforzamento della tutela degli investitori, al di là del caso delle quattro banche italiane», conclude Pittella.

Autore: Rosaria Amato
Fonte:

Repubblica

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