Si chiama Bilur e, nelle intenzioni, vuole fare concorrenza al Bitcoin quale nuova moneta digitale d’investimento.
Il Bilur, presentato ieri a Ginevra, converte per la prima volta l’energia in prodotto finanziario e il suo ideatore ha preconizzato anche un utilizzo come mezzo di pagamento.
Da inizio aprile operatori finanziari ma anche imprese o privati possono acquistare dei Bilur su una piattaforma online. Ogni unità vale una tonnellata di petrolio al corso del giorno.
La moneta virtuale viene venduta e scambiata senza spese. L’investimento può arrivare a diversi milioni di dollari. “Si tratta chiaramente di un petrodollaro realizzabile e verificabile”, ha affermato Ignacio Ozcariz, direttore della società londinese R FinTech all’origine del Bilur, in una conferenza stampa. Per il suo lancio l’azienda e i suoi partner hanno acquistato un milione di barili di petrolio stoccati in Texas all’impresa US Crude Oil and Gas.
In cambio di un “noleggio” il fornitore mantiene la materia prima. Se desidera utilizzarla, versa a sua volta una remunerazione equivalente alla locazione a R FinTech. Per US Crude Oil and Gas l’interesse è di ottenere un cliente per le sue riserve e di finanziare a bassi costi.
“Se ci chiedono 10 milioni di barili possiamo coprire la domanda”, è stato spiegato. Ozcariz vorrebbe ricorrere alle riserve strategiche delle compagnie pubbliche. Secondo lui a livello globale sono disponibili circa 280 miliardi di barili.
Quanto al rischio di utilizzo per riciclare denaro o finanziare attività criminali, Ozcariz ha spiegato che sono state adottate misure: sono richiesti molti dettagli e l’acquisto avviene tramite transazione bancaria.
R FinTech conta otto uffici nel mondo e vuol essere presente su tutti i continenti. La società si finanzia trattenendo poco più del 3% all’anno sul montante dell’utilizzatore. Ozcariz punta anche a un’entrata in Borsa a Londra con una capitalizzazione di 120 milioni di euro entro metà luglio. A suo modo di vedere l’investimento sarà privo di rischi e dovrebbe rendere il 3-4% all’anno all’acquirente
Ozcariz pensa già al Bilur quale mezzo di pagamento, per esempio al distributore di benzina: se una compagnia petrolifera si associasse ci si potrebbe arrivare entro un anno. La moneta potrebbe inoltre comprendere anche altre componenti energetiche. R FinTech riflette pure su una compensazione delle emissioni di gas a effetto serra legate ai milioni di tonnellate stoccati.
Fonte:
Italia Oggi
bilur – bitcoin – moneta virtuale – fintech
Si chiama Bilur e, nelle intenzioni, vuole fare concorrenza al Bitcoin quale nuova moneta digitale d’investimento.
Il Bilur, presentato ieri a Ginevra, converte per la prima volta l’energia in prodotto finanziario e il suo ideatore ha preconizzato anche un utilizzo come mezzo di pagamento.
Da inizio aprile operatori finanziari ma anche imprese o privati possono acquistare dei Bilur su una piattaforma online. Ogni unità vale una tonnellata di petrolio al corso del giorno.
La moneta virtuale viene venduta e scambiata senza spese. L’investimento può arrivare a diversi milioni di dollari. “Si tratta chiaramente di un petrodollaro realizzabile e verificabile”, ha affermato Ignacio Ozcariz, direttore della società londinese R FinTech all’origine del Bilur, in una conferenza stampa. Per il suo lancio l’azienda e i suoi partner hanno acquistato un milione di barili di petrolio stoccati in Texas all’impresa US Crude Oil and Gas.
In cambio di un “noleggio” il fornitore mantiene la materia prima. Se desidera utilizzarla, versa a sua volta una remunerazione equivalente alla locazione a R FinTech. Per US Crude Oil and Gas l’interesse è di ottenere un cliente per le sue riserve e di finanziare a bassi costi.
“Se ci chiedono 10 milioni di barili possiamo coprire la domanda”, è stato spiegato. Ozcariz vorrebbe ricorrere alle riserve strategiche delle compagnie pubbliche. Secondo lui a livello globale sono disponibili circa 280 miliardi di barili.
Quanto al rischio di utilizzo per riciclare denaro o finanziare attività criminali, Ozcariz ha spiegato che sono state adottate misure: sono richiesti molti dettagli e l’acquisto avviene tramite transazione bancaria.
R FinTech conta otto uffici nel mondo e vuol essere presente su tutti i continenti. La società si finanzia trattenendo poco più del 3% all’anno sul montante dell’utilizzatore. Ozcariz punta anche a un’entrata in Borsa a Londra con una capitalizzazione di 120 milioni di euro entro metà luglio. A suo modo di vedere l’investimento sarà privo di rischi e dovrebbe rendere il 3-4% all’anno all’acquirente
Ozcariz pensa già al Bilur quale mezzo di pagamento, per esempio al distributore di benzina: se una compagnia petrolifera si associasse ci si potrebbe arrivare entro un anno. La moneta potrebbe inoltre comprendere anche altre componenti energetiche. R FinTech riflette pure su una compensazione delle emissioni di gas a effetto serra legate ai milioni di tonnellate stoccati.
Fonte:
Italia Oggi
bilur – bitcoin – moneta virtuale – fintech