DoBank vola in Borsa, in una giornata inaugurale del 2019 a forti tinte rosse: la società che si occupa della gestione e del recupero di crediti deteriorati per conto di banche e industrie, ha siglato il 31 dicembre scorso un accordo per rilevare l’85% di Altamira asset management, gruppo spagnolo attivo nel business del servicing e del real estate con 55 miliardi di masse gestite e con attività in Spagna, Cipro, Portogallo e Grecia. Secondo gli analisti, l’operazione è interessante dal punto di vista strategico e finanziario.
L’operazione prevede la valutazione del 100% di Altamira per 412 milioni in termini di enterprise value con il riconoscimento di un earn-out massimo di 48 milioni. C’è poi l’opzione per l’acquisto del 100% di Altamira nel caso in cui Santander, attuale controllante del rimanente 15%, decida di cedere la propria quota. Il finanziamento dell’operazione arriva tramite cassa e ricorso al debito bancario.
E’ previsto che nel 2018 Altamira realizzi ricavi per circa 255 milioni, un ebitda (margine operativo lordo) di 95 milioni e una generazione di cassa operativa intorno ai 90 milioni. “In attesa di maggiori dettagli dalla conference dell’8 gennaio, stimiamo un impatto positivo sull’utile per azione 2020 tra il 20% e il 25% pre sinergie, che prudentemente non abbiamo incluso nelle nostre stime”, hanno detto gli analisti di Equita, che hanno alzato la valutazione a “buy”. L’idea è che “l’acquisizione abbia senso dal punto di vista industriale e finanziario in quanto permette alla società di entrare, con una market share rilevante, in nuovi mercati e di estendere le relazioni con clienti propri e nuovi”. Anche secondo banca Akros l’aggregazione “consente di creare un operatore leader nella gestione del credito e nei servizi real estate per banche e investitori in Europa” e permette alla società di “avere un portafoglio diversificato in termini di asset in gestione, aumentando la resilienza ai cicli macroeconomici in ogni singolo paese”.
Fonte:
La Repubblica
m&a – altamira – dobank
DoBank vola in Borsa, in una giornata inaugurale del 2019 a forti tinte rosse: la società che si occupa della gestione e del recupero di crediti deteriorati per conto di banche e industrie, ha siglato il 31 dicembre scorso un accordo per rilevare l’85% di Altamira asset management, gruppo spagnolo attivo nel business del servicing e del real estate con 55 miliardi di masse gestite e con attività in Spagna, Cipro, Portogallo e Grecia. Secondo gli analisti, l’operazione è interessante dal punto di vista strategico e finanziario.
L’operazione prevede la valutazione del 100% di Altamira per 412 milioni in termini di enterprise value con il riconoscimento di un earn-out massimo di 48 milioni. C’è poi l’opzione per l’acquisto del 100% di Altamira nel caso in cui Santander, attuale controllante del rimanente 15%, decida di cedere la propria quota. Il finanziamento dell’operazione arriva tramite cassa e ricorso al debito bancario.
E’ previsto che nel 2018 Altamira realizzi ricavi per circa 255 milioni, un ebitda (margine operativo lordo) di 95 milioni e una generazione di cassa operativa intorno ai 90 milioni. “In attesa di maggiori dettagli dalla conference dell’8 gennaio, stimiamo un impatto positivo sull’utile per azione 2020 tra il 20% e il 25% pre sinergie, che prudentemente non abbiamo incluso nelle nostre stime”, hanno detto gli analisti di Equita, che hanno alzato la valutazione a “buy”. L’idea è che “l’acquisizione abbia senso dal punto di vista industriale e finanziario in quanto permette alla società di entrare, con una market share rilevante, in nuovi mercati e di estendere le relazioni con clienti propri e nuovi”. Anche secondo banca Akros l’aggregazione “consente di creare un operatore leader nella gestione del credito e nei servizi real estate per banche e investitori in Europa” e permette alla società di “avere un portafoglio diversificato in termini di asset in gestione, aumentando la resilienza ai cicli macroeconomici in ogni singolo paese”.
Fonte:
La Repubblica
m&a – altamira – dobank