Il bando è stato pubblicato a fine gennaio: entro giugno dovranno essere presentate le offerte per lEsmig. Dietro questa sigla anonima si nasconde un tassello chiave della strategia europea per evitare che il mercato dei pagamenti, che cresce al ritmo del 5% annuo, due volte più veloce del Pil, finisca per viaggiare su binari extraeuropei. La sfida lanciata dalla Banca centrale europea è di costruire un backbone unico allinsegna dellinteroperabilità, un tubo su cui far scorrere un fiume in piena di transazioni digitali pronte a muoversi in tempo reale. LEsmig è infatti la chiave di accesso allinfrastruttura europea per i pagamenti, il sistema nervoso del mercato unico dei servizi finanziari su cui potranno viaggiare pagamenti, bonifici, instant payment, transazioni crossborder, che dovrà essere operativo entro il 2021.
È facile prevedere che tra i candidati alla gara ci siano lamericana Swift e litaliana Sia, che già oggi si dividono uninfrastruttura continentale peraltro molto frammentata su base nazionale. Dallo scorso autunno allinterno del sistema Sepa è attivo il bonifico istantaneo, servizio che permette ad aziende, cittadini e pubbliche amministrazioni di scambiarsi denaro in dieci secondi. Con il passare del tempo la corsa allinstant payment si giocherà però sempre più sul fronte dei pagamenti retail, dove a dominare oggi sono i circuiti di carte di credito, Visa e Mastercard in prima fila. Ma nelle tasche di turisti e business cinesi stanno arrivando anche i colossi cinesi, che si chiamano WeChat e Alipay. Di fronte a questa offensiva, lEuropa potrebbe gradualmente affiancare un circuito di pagamento instant continentale. Un progetto che sta lentamente delineandosi con lobiettivo di non perdere di vista un mondo dove i pagamenti globali hanno raggiunto i 1.900 miliardi di dollari nel 2017, un valore che lievita con la massa di dati che sono incorporate in quella massa di transazioni.
«Per ragioni storiche la competizione in Europa è rimasta finora a livello nazionale, ma ora si tratta di contrastare la concorrenza su base globale di fronte allingresso di attori nuovi: leconomia di scala diventa essenziale nella logica di aumentare lefficienza. Il consolidamento del settore si gioca ormai sul piano europeo», sostiene Marco Giorgino, responsabile dellOsservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano. I nuovi attori non sono solo i cinesi, ma anche il Big Tech: Facebook sperimenta i pagamenti istantanei via WhatsApp, Google ha ottenuto una licenza bancaria in Lituania, Amazon scalda i motori, Apple si lancia nelle carte di credito con Goldman Sachs. Una spinta decisiva la dà la Psd2 che nel corso di questanno dispiegherà i suoi effetti pratici aprendo il vaso di Pandora dellaccesso diretto ai conti correnti bancari.
In questa logica la catena del valore si sposta tra gli attori del processo di pagamento digitale, che a oggi viaggia per la quasi totalità su carte di debito e credito. In questo mondo il valore si polarizza alle estremità della catena, quelle più vicine allutente finale. Il servizio di puro processing, la gestione dellinfrastruttura che abilita la transazione, diventa sempre più una commodity, con una forte spinta al consolidamento, tipica dei mercati maturi.
«Cambia lintera architettura dei protagonisti del processing: il consolidamento si gioca su economie di scala che non sono basate sulla semplice efficienza, ma in primo luogo sulla capacità tecnico-analitica di estrarre dati e valore dalla transazione, che non è più solo latto finale di un processo, ma che assume significato se interpretata allinterno dellintero processo», sostiene Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di Strategia alla Sda Bocconi, che sottolinea come «è il senso relazionale che diventa ad alto valore aggiunto». È questo il nodo della trasformazione competitiva: il vero valore non è più quello della gestione dei dati finanziari di quella massa di operazioni, ma tutto il resto dei dati che si muovono attaccati ai dollari o agli euro digitali. Connessi a ogni singola transazione ci sono abitudini di spesa, modalità di pagamento, gusti che diventano oro per aziende e banche, ma anche potenzialità di nuovi servizi per i merchant.
Ad assumere quindi sempre maggior valore sono gli issuer, chi emette le carte e i conti di pagamento, tradizionalmente le banche, affiancate in maniera crescente da altri soggetti privati, tutti interessati a migliorare linterazione digitale con il cliente finale con offerte personalizzate, tagliate su misura sulle singole esigenze e consuetudini dacquisto. E dallaltra parte gli acquirer, chi installa e gestisce i Pos nei negozi, fisici o digitali, che puntano a proporre servizi a valore aggiunto contigui al pagamento, il cosiddetto cross selling. Il Pos diventa così una piattaforma di app che permette di far dialogare la singola transazione con il sistema contabile del merchant o di fare un raffronto con gli scontrini medi dei concorrenti della stessa categoria o ancora di accettare diverse modalità di pagamento, per fare alcuni esempi.
Per una volta lItalia su questi fronti può giocare una sua partita. Tra gli acquirer ha un campione nazionale come Nexi, che ha come clienti 150 banche e gestisce tre miliardi di transazioni lanno, con un fatturato di oltre 900 milioni di euro nel 2018. La gran parte dei Pos installati in Italia sono di Nexi, che punta sempre più a trasformare soluzioni tecnologiche in servizi: lultima acquisizione è quella di Sparkling18, startup che ha sviluppato unapp per leggere la spesa con lo smartphone e pagare direttamente al Pos. Sul fronte del processing Sia è un campione nazionale a livello europeo: circa il 40% dei bonifici in Europa è gestito dalla società italiana, che si candida come asset strategico per lo sviluppo di nuovi servizi digitali. Non è un caso che Sia abbia ampliato le sue attività verso le estremità con il recente accordo con Bancomat per lo sviluppo di Bancomat Pay.
«Per i pagamenti – aggiunge Giorgino – il mercato chiede efficienza, velocità e sicurezza: sono questi i fattori cruciali su cui si gioca la competizione. In prospettiva lutente chiede di non pagare, vale a dire transazioni invisibili». La frontiera è proprio quella dei pagamenti invisibili, come quando usiamo il Telepass. A Londra sta arrivando Amazon Go, il supermercato dove si scannerizzano i prodotti da acquistare e si esce senza passare dalla cassa: si paga senza accorgersene. E a inventarlo non è stato un player finanziario, ma Amazon.
Autore: Pierangelo Soldavini
Fonte:
Il Sole 24 Ore
marco giorgino – bce – europa
Il bando è stato pubblicato a fine gennaio: entro giugno dovranno essere presentate le offerte per lEsmig. Dietro questa sigla anonima si nasconde un tassello chiave della strategia europea per evitare che il mercato dei pagamenti, che cresce al ritmo del 5% annuo, due volte più veloce del Pil, finisca per viaggiare su binari extraeuropei. La sfida lanciata dalla Banca centrale europea è di costruire un backbone unico allinsegna dellinteroperabilità, un tubo su cui far scorrere un fiume in piena di transazioni digitali pronte a muoversi in tempo reale. LEsmig è infatti la chiave di accesso allinfrastruttura europea per i pagamenti, il sistema nervoso del mercato unico dei servizi finanziari su cui potranno viaggiare pagamenti, bonifici, instant payment, transazioni crossborder, che dovrà essere operativo entro il 2021.
È facile prevedere che tra i candidati alla gara ci siano lamericana Swift e litaliana Sia, che già oggi si dividono uninfrastruttura continentale peraltro molto frammentata su base nazionale. Dallo scorso autunno allinterno del sistema Sepa è attivo il bonifico istantaneo, servizio che permette ad aziende, cittadini e pubbliche amministrazioni di scambiarsi denaro in dieci secondi. Con il passare del tempo la corsa allinstant payment si giocherà però sempre più sul fronte dei pagamenti retail, dove a dominare oggi sono i circuiti di carte di credito, Visa e Mastercard in prima fila. Ma nelle tasche di turisti e business cinesi stanno arrivando anche i colossi cinesi, che si chiamano WeChat e Alipay. Di fronte a questa offensiva, lEuropa potrebbe gradualmente affiancare un circuito di pagamento instant continentale. Un progetto che sta lentamente delineandosi con lobiettivo di non perdere di vista un mondo dove i pagamenti globali hanno raggiunto i 1.900 miliardi di dollari nel 2017, un valore che lievita con la massa di dati che sono incorporate in quella massa di transazioni.
«Per ragioni storiche la competizione in Europa è rimasta finora a livello nazionale, ma ora si tratta di contrastare la concorrenza su base globale di fronte allingresso di attori nuovi: leconomia di scala diventa essenziale nella logica di aumentare lefficienza. Il consolidamento del settore si gioca ormai sul piano europeo», sostiene Marco Giorgino, responsabile dellOsservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano. I nuovi attori non sono solo i cinesi, ma anche il Big Tech: Facebook sperimenta i pagamenti istantanei via WhatsApp, Google ha ottenuto una licenza bancaria in Lituania, Amazon scalda i motori, Apple si lancia nelle carte di credito con Goldman Sachs. Una spinta decisiva la dà la Psd2 che nel corso di questanno dispiegherà i suoi effetti pratici aprendo il vaso di Pandora dellaccesso diretto ai conti correnti bancari.
In questa logica la catena del valore si sposta tra gli attori del processo di pagamento digitale, che a oggi viaggia per la quasi totalità su carte di debito e credito. In questo mondo il valore si polarizza alle estremità della catena, quelle più vicine allutente finale. Il servizio di puro processing, la gestione dellinfrastruttura che abilita la transazione, diventa sempre più una commodity, con una forte spinta al consolidamento, tipica dei mercati maturi.
«Cambia lintera architettura dei protagonisti del processing: il consolidamento si gioca su economie di scala che non sono basate sulla semplice efficienza, ma in primo luogo sulla capacità tecnico-analitica di estrarre dati e valore dalla transazione, che non è più solo latto finale di un processo, ma che assume significato se interpretata allinterno dellintero processo», sostiene Carlo Alberto Carnevale Maffè, docente di Strategia alla Sda Bocconi, che sottolinea come «è il senso relazionale che diventa ad alto valore aggiunto». È questo il nodo della trasformazione competitiva: il vero valore non è più quello della gestione dei dati finanziari di quella massa di operazioni, ma tutto il resto dei dati che si muovono attaccati ai dollari o agli euro digitali. Connessi a ogni singola transazione ci sono abitudini di spesa, modalità di pagamento, gusti che diventano oro per aziende e banche, ma anche potenzialità di nuovi servizi per i merchant.
Ad assumere quindi sempre maggior valore sono gli issuer, chi emette le carte e i conti di pagamento, tradizionalmente le banche, affiancate in maniera crescente da altri soggetti privati, tutti interessati a migliorare linterazione digitale con il cliente finale con offerte personalizzate, tagliate su misura sulle singole esigenze e consuetudini dacquisto. E dallaltra parte gli acquirer, chi installa e gestisce i Pos nei negozi, fisici o digitali, che puntano a proporre servizi a valore aggiunto contigui al pagamento, il cosiddetto cross selling. Il Pos diventa così una piattaforma di app che permette di far dialogare la singola transazione con il sistema contabile del merchant o di fare un raffronto con gli scontrini medi dei concorrenti della stessa categoria o ancora di accettare diverse modalità di pagamento, per fare alcuni esempi.
Per una volta lItalia su questi fronti può giocare una sua partita. Tra gli acquirer ha un campione nazionale come Nexi, che ha come clienti 150 banche e gestisce tre miliardi di transazioni lanno, con un fatturato di oltre 900 milioni di euro nel 2018. La gran parte dei Pos installati in Italia sono di Nexi, che punta sempre più a trasformare soluzioni tecnologiche in servizi: lultima acquisizione è quella di Sparkling18, startup che ha sviluppato unapp per leggere la spesa con lo smartphone e pagare direttamente al Pos. Sul fronte del processing Sia è un campione nazionale a livello europeo: circa il 40% dei bonifici in Europa è gestito dalla società italiana, che si candida come asset strategico per lo sviluppo di nuovi servizi digitali. Non è un caso che Sia abbia ampliato le sue attività verso le estremità con il recente accordo con Bancomat per lo sviluppo di Bancomat Pay.
«Per i pagamenti – aggiunge Giorgino – il mercato chiede efficienza, velocità e sicurezza: sono questi i fattori cruciali su cui si gioca la competizione. In prospettiva lutente chiede di non pagare, vale a dire transazioni invisibili». La frontiera è proprio quella dei pagamenti invisibili, come quando usiamo il Telepass. A Londra sta arrivando Amazon Go, il supermercato dove si scannerizzano i prodotti da acquistare e si esce senza passare dalla cassa: si paga senza accorgersene. E a inventarlo non è stato un player finanziario, ma Amazon.
Autore: Pierangelo Soldavini
Fonte:
Il Sole 24 Ore
marco giorgino – bce – europa