In Italia nel 2011 risultano in calo dell’8% le falsificazioni di banconote e monete. La banconota più contraffatta resta quella da 20 euro. Lo segnala “Il XXI Rapporto sulla falsificazione dell’euro” reso noto oggi dall’Ucamp – Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento del Dipartimento del Tesoro .
Riconosciute come false banconote e monete per 7 miliardi di euro
Sono state 70.824 segnalazioni di sospetti casi di falsità (erano 76.763 nel 2010 ovvero quasi l’8% in più), che hanno portato al ritiro dalla circolazione e/o al sequestro di un totale di 83.509 banconote e di 45.130 monete metalliche. Sempre nel 2011 sono state esaminate e riconosciute come false dalla Banca d’Italia 145.879 banconote, per un valore nominale complessivo di quasi 7 miliardi di euro. Per le monete invece l’attività del Centro di analisi istituito in seno all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha accertato la falsità di 30.867 pezzi, per un valore nominale complessivo di circa 35mila Euro.
La più contraffatta è la banconota da 20 euro
Su un totale di 83.509, il taglio più contraffatto è stato quello da 20 euro (56,24% del totale) in linea con i trend espressi anche dagli altri Paesi dell’Area euro. La maggior concentrazione di banconote ritirate o sequestrate è stata registrata nelle regioni del Nord Ovest (26.835 banconote) seguita da quelle del Nord Est (19.499) e del Centro (19.992). Nel Sud e nelle Isole sono state ritirate o sequestrate rispettivamente 8.623 e 8.408 banconote.
In Lombardia il maggior numero di banconote rinvenute
Analizzando i numeri relativi alle banconote rinvenute nel territorio nazionale sotto una chiave regionale, si nota che ai primi dieci posti vi sono la Lombardia (16.490), il Veneto (9.925), il Lazio (8.667), la Sicilia (7.272), la Toscana (7.256), l’Emilia Romagna (6.781), la Campania (5.318), la Liguria (5.244), il Piemonte (4.863) e la Puglia (2.512).
La moneta da un euro è la più imitata
Sul fronte delle monete, sono stati ritirate dalla circolazione o sequestrati 45.130 pezzi, di cui 686 da 20 centesimi, 11.299 da 50 centesimi, 20.146 da 1 euro (il più diffuso) e 12.999 da 2 euro. Il 47,58% delle segnalazioni sono pervenute dagli Istituti bancari, il 45,27% dalle agenzie di custodia e trasporto denaro e il 5,9% dagli uffici postali. Solo l’1,25% delle segnalazioni proviene dagli altri Enti istituzionalmente deputati al ritiro/sequestro delle banconote e delle monete sospette di falsità, quali Forze di polizia, altri intermediari finanziari. Riguardo la loro provenienza geografica, il flusso maggiore di comunicazioni ha interessato principalmente le regioni del Nord Italia (22.629 Nord Ovest e 18.750 Nord Est – pari a circa il 58,18% della totalità) e quelle del Centro (19.390 – 27,38%). Nel Sud e nelle isole sono stati compilati, rispettivamente, 6.134 (8,67%) e 3.951 (5,57%) verbali, mentre 150 segnalazioni (0,2%) sono riconducibili a sequestri effettuati nella Repubblica di San Marino.
Come avviene il controllo sulle falsificazioni
Come funziona il controllo sulle falsificazioni? L’Ucamp – Ufficio centrale Antifrode dei mezzi di pagamento presso il Dipartimento del Tesoro – è responsabile del monitoraggio del fenomeno della falsificazione che avviene attraverso un unico data-base dove affluiscono i dati relativi alle segnalazioni. Previo collegamento con il “Counterfeit Monitoring System”, gestito dalla Banca Centrale Europea, il data-base Ucamp registra gli esiti delle perizie tecniche eseguite dai Centri Nazionali di Analisi, istituiti presso la Banca d’Italia (per le banconote) e presso l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (per le monete metalliche), per accertare l’effettivo reale stato del contante già segnalato e inserito come sospetto nell’archivio informatizzato. C’è anche una periodica attività di formazione, mediante seminari e workshop, a beneficio dei vari soggetti che a titolo professionale maneggiano il contante.
Autore: Nicoletta Cottone
Fonte: Il Sole24ore
In Italia nel 2011 risultano in calo dell’8% le falsificazioni di banconote e monete. La banconota più contraffatta resta quella da 20 euro. Lo segnala “Il XXI Rapporto sulla falsificazione dell’euro” reso noto oggi dall’Ucamp – Ufficio Centrale Antifrode dei Mezzi di Pagamento del Dipartimento del Tesoro .
Riconosciute come false banconote e monete per 7 miliardi di euro
Sono state 70.824 segnalazioni di sospetti casi di falsità (erano 76.763 nel 2010 ovvero quasi l’8% in più), che hanno portato al ritiro dalla circolazione e/o al sequestro di un totale di 83.509 banconote e di 45.130 monete metalliche. Sempre nel 2011 sono state esaminate e riconosciute come false dalla Banca d’Italia 145.879 banconote, per un valore nominale complessivo di quasi 7 miliardi di euro. Per le monete invece l’attività del Centro di analisi istituito in seno all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ha accertato la falsità di 30.867 pezzi, per un valore nominale complessivo di circa 35mila Euro.
La più contraffatta è la banconota da 20 euro
Su un totale di 83.509, il taglio più contraffatto è stato quello da 20 euro (56,24% del totale) in linea con i trend espressi anche dagli altri Paesi dell’Area euro. La maggior concentrazione di banconote ritirate o sequestrate è stata registrata nelle regioni del Nord Ovest (26.835 banconote) seguita da quelle del Nord Est (19.499) e del Centro (19.992). Nel Sud e nelle Isole sono state ritirate o sequestrate rispettivamente 8.623 e 8.408 banconote.
In Lombardia il maggior numero di banconote rinvenute
Analizzando i numeri relativi alle banconote rinvenute nel territorio nazionale sotto una chiave regionale, si nota che ai primi dieci posti vi sono la Lombardia (16.490), il Veneto (9.925), il Lazio (8.667), la Sicilia (7.272), la Toscana (7.256), l’Emilia Romagna (6.781), la Campania (5.318), la Liguria (5.244), il Piemonte (4.863) e la Puglia (2.512).
La moneta da un euro è la più imitata
Sul fronte delle monete, sono stati ritirate dalla circolazione o sequestrati 45.130 pezzi, di cui 686 da 20 centesimi, 11.299 da 50 centesimi, 20.146 da 1 euro (il più diffuso) e 12.999 da 2 euro. Il 47,58% delle segnalazioni sono pervenute dagli Istituti bancari, il 45,27% dalle agenzie di custodia e trasporto denaro e il 5,9% dagli uffici postali. Solo l’1,25% delle segnalazioni proviene dagli altri Enti istituzionalmente deputati al ritiro/sequestro delle banconote e delle monete sospette di falsità, quali Forze di polizia, altri intermediari finanziari. Riguardo la loro provenienza geografica, il flusso maggiore di comunicazioni ha interessato principalmente le regioni del Nord Italia (22.629 Nord Ovest e 18.750 Nord Est – pari a circa il 58,18% della totalità) e quelle del Centro (19.390 – 27,38%). Nel Sud e nelle isole sono stati compilati, rispettivamente, 6.134 (8,67%) e 3.951 (5,57%) verbali, mentre 150 segnalazioni (0,2%) sono riconducibili a sequestri effettuati nella Repubblica di San Marino.
Come avviene il controllo sulle falsificazioni
Come funziona il controllo sulle falsificazioni? L’Ucamp – Ufficio centrale Antifrode dei mezzi di pagamento presso il Dipartimento del Tesoro – è responsabile del monitoraggio del fenomeno della falsificazione che avviene attraverso un unico data-base dove affluiscono i dati relativi alle segnalazioni. Previo collegamento con il “Counterfeit Monitoring System”, gestito dalla Banca Centrale Europea, il data-base Ucamp registra gli esiti delle perizie tecniche eseguite dai Centri Nazionali di Analisi, istituiti presso la Banca d’Italia (per le banconote) e presso l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato (per le monete metalliche), per accertare l’effettivo reale stato del contante già segnalato e inserito come sospetto nell’archivio informatizzato. C’è anche una periodica attività di formazione, mediante seminari e workshop, a beneficio dei vari soggetti che a titolo professionale maneggiano il contante.
Autore: Nicoletta Cottone
Fonte: Il Sole24ore