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CvDay, dagli impatti della nuova riforma alla blended finance: la credit distressed industry a confronto

Milano, 22 novembre 2024 – Si è conclusa con successo la 17ª edizione del CVDay, l’evento di riferimento per l’intera credit industry, tenutosi ieri al Gadames57 di Milano, che quest’anno si è presentato con un format completamente rinnovato. Al centro dei dibattiti e delle attività, i temi della sostenibilità e delle tecnologie innovative, in un contesto che ha dato maggiore spazio alla partecipazione attiva del pubblico.

Organizzato con due palchi paralleli – il Main Stage, con quattro sessioni tematiche, e l’On Stage, con interventi focalizzati sull’Open Innovation e momenti di dibattito aperti al pubblico in cui i partecipanti dell’appuntamento hanno avuto l’opportunità di salire sul palco e prendere la parola su alcuni dei topic più strategici del momento per il settore, – l’evento ha visto il coinvolgimento dei principali operatori del settore, fra cui banche, advisor, agenzie di rating, investitori, servicer, professionisti, istituzioni ed associazioni.

La prima Round Table, moderata da Gabriele Giuggiola, Partner PwC Italia Financial Services. ha affrontato l’evoluzione del concetto di derisking, esplorando come le banche si stiano orientando verso operazioni più mirate e sostenibili, condividendo i rischi con nuovi operatori, tra cui investitori e, un domani, probabilmente anche servicers. È stato sottolineato il ruolo cruciale della blended finance nelle operazioni di transizione ecologica, evidenziando un cambiamento di prospettiva: il derisking non si limita più ai fattori economico-finanziari, ma include dimensioni strategiche legate alla sostenibilità.

Nella seconda tavola rotonda, guidata da Gianmaria Galli, Head of Legal & Transaction Management Centotrenta Servicing, si è discusso della cartolarizzazione a valenza sociale, presentata come uno strumento innovativo per promuovere l’esdebitamento. Dalla discussione è emersa la necessità di ampliare l’applicazione di questo strumento, includendo non solo le prime abitazioni ma anche asset fondamentali per artigiani e piccoli imprenditori. La sfida principale è conciliare le esigenze degli investitori con il valore sociale delle operazioni, promuovendo una maggiore fiducia sia nei debitori sia nei finanziatori.

Un altro tema di grande rilevanza è stato quello della nuova Direttiva UE sulla gestione e cessione dei crediti deteriorati. Per la prima volta dalla pubblicazione della Direttiva, la discussione, moderata dal Giornalista de Il Sole 24 Ore Morya Longo, si è portata a livello internazionale (d’altronde si tratta della riforma del mercato unico europeo). Grazie agli interventi di rappresentanti istituzionali come la Vicepresidente della Federazione Europea delle Associazioni Nazionali dei servicer di recupero crediti (FENCA), Michela De Marchi, dei Presidenti delle rispettive associazioni nazionali italiana e spagnola, Marcello Grimaldi e Carlos Ruiz Cabrera, oltre ad operatori internazionali, si è aperto un confronto molto ampio che ha evidenziato come la nuova normativa potrà sicuramente favorire quei paesi che fino ad oggi erano deregolamentati, mentre in un paese come l’Italia già iper-regolamentato, rischia di frenare la semplificazione auspicata dal legislatore.

A preoccupare gli operatori italiani, in particolare, è anche la complessa e onerosa gestione delle nuove licenze 114, sebbene un potenziale aiuto in termini di costi e di operatività potrà arrivare grazie all’impiego di tecnologie innovative.

Infine, la Session sul mercato secondario degli NPL, sempre moderata da Morya Longo, ha messo in luce come, nonostante lo stock di oltre 300 miliardi di crediti ancora presenti nei bilanci degli investitori che li hanno acquistati negli anni passati, le attività di Re-Trade fatichino ancora a decollare.

Molto interessante nel dibattito il contributo delle agenzie di rating presenti: Scope Ratings, specializzata nell’assegnazione del rating alle cartolarizzazioni e Fitch Ratings, per quanto riguarda l’assegnazione dei rating ai servicers.

In un mercato sempre più competitivo, caratterizzato da un utilizzo crescente delle nuove tecnologie, il futuro della credit distressed industry dipenderà dalla capacità di adattarsi, innovare e rispondere alle sfide in maniera puntuale.

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