Come vede il mercato della gestione del credito nel contesto socioeconomico attuale considerando gli sviluppi futuri a livello europeo che si prospettano?
Per il futuro immagino un mercato che si svilupperà ulteriormente, con una crescente specializzazione. Per quanto riguarda il recupero crediti, grazie soprattutto all’abbassamento dei costi che c’è stato di recente, prevedo che un numero maggiore di aziende, dalle più grandi alle più piccole, riporterà le attività al proprio interno mentre fino a poco tempo fa si sceglieva di esternalizzarle.
Rispetto al mercato degli NPL in Europa abbiamo situazioni molto diverse a seconda dei Paesi. Ad esempio in Inghilterra, Polonia e Italia abbiamo un mercato molto vivace, mentre in Francia, Germania e Svizzera è quasi a zero. Oltre ad una questione culturale verso una maggiore propensione alla vendita dei debiti, di derivazione americana, ci sono diversi fattori che favoriscono questo mercato.
In Italia, ad esempio, un elemento che a mio avviso “spinge” le società a vendere i propri debiti è il pagamento dell’Iva che avviene al momento della vendita e non all’incasso. Questo pesa in termini di liquidità e, a fronte di un mancato recupero del credito, la perdita è maggiore quindi si preferisce cedere il debito. Al di là dei singoli casi, comunque, credo che la direzione verso cui andrà il mercato europeo degli NPL sia quella di un aumento di transazioni anche negli altri Paesi .
Perché secondo lei è sempre più importante per gli attori della Credit Industry avere riconoscimenti oggettivi degli sforzi fatti verso la sostenibilità ESG?
La domanda verso una maggiore attenzione alle tematiche ambientali arriva direttamente dal pubblico e quello di fare sforzi verso una maggiore sostenibilità è diventato ormai un dovere per tutti.
Nel mondo finanziario l’aspetto dell’Environmental ha un impatto minore rispetto alle grandi industrie inquinanti, ma ci si deve impegnare comunque per tagliare i consumi e ridurre i rifiuti.
Molto importante è invece la parte Social che si collega direttamente alle aspettative delle nuove generazioni. I Millennials, infatti, guardano molto di più a fattori quali l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, la riduzione dei divari salariali e una maggiore inclusione sociale che rendono l’ambiente di lavoro molto più stimolante e soddisfacente. Inoltre bisogna far passare il messaggio che impegnarsi per ridurre i consumi non solo produce un risparmio per la società, ma libera nuove risorse che possono essere messe a disposizione per fare altro.
Infine, l’impegno ESG è fondamentale agli occhi degli investitori, soprattutto di quelli istituzionali, che indirizzano le loro risorse verso i soggetti che si espongono maggiormente verso queste tematiche. Oggi un’azienda che non investe in ESG rischia di perdere clienti da una parte e investitori dall’altra.
In quanto Presidente dell’ECC Committee può spiegare l’importanza che le Performances ricoprono tra i 5 KPI su cui verranno valutate le aziende candidate?
Le performances misurano il grado di soddisfazione dei clienti. In un mercato europeo, che non ha più confini territoriali e diventa sempre più competitivo, ottenere buoni risultati aiuta a mantenere elevata la reputazione.
Può spiegare il ruolo sempre più importante della Compliance di un’azienda nel settore della Credit Industry?
Per un’industria essere compliant oggi vuol dire lavorare nel rispetto della privacy, della sicurezza delle informazioni sensibili e di tutta la normativa sulla protezione dei dati personali, tutelare l’ambiente e applicare un codice di comportamento etico. Molto spesso l’appartenenza ad associazioni di categoria può essere una garanzia di compliance.
Può dirci secondo lei quanto saranno impattanti i fattori di innovazione nella Credit Industry e quale ruolo avranno i sistemi predittivi, l’AI, i sistemi di machine learning?
L’innovazione tecnologia ha rivoluzionato il lavoro anche nel settore del credito. Basti pensare che quando io ho cominciato a lavorare non c’era neanche il computer. Da allora qualcosa è cambiato e sono convinto che, se gestita bene, la tecnologia permette di essere più competitivi, di risparmiare tempo, di ridurre i costi, di capire meglio e prima se un debitore è in grado di saldare il debito o meno. Tutti i sistemi che permettono di automatizzare tante di queste operazioni e sistematizzare al meglio i dati e le informazioni a disposizione avranno un impatto positivo.
Adesso, però, è ancora presto per immaginare quali saranno i reali impatti e i possibili rischi perché c’è ancora bisogno di sperimentare nuovi sistemi di questo tipo. Quello che è certo è che qualsiasi strumento permetta di migliorare la conoscenza del cliente-debitore sarà di grande aiuto per l’industria che dall’altro lato avrà bisogno di un numero minore di persone dedicate a questa attività. Ma anche in questo caso il risparmio in termini di costi e di risorse permette di reinvestire in una maggiore competitività. Tra qualche giorno ci sarà il congresso della FENCA e sono curioso di scoprire se c’è qualcuno che ha già trovato qualche sistema nuovo per applicare la tecnologia in questo settore.
Perché il posizionamento del brand viene considerato dall’ECC Committee come un KPI importante per valutare il punteggio dei candidati?
Il brand è legato al discorso della reputazione che è fondamentale in un mercato così competitivo. Oggi non si può avere una buona reputazione se non si è compliant, se non si cura l’aspetto ESG o se non si garantiscono buone performances quindi il posizionamento del brand è strettamente legato agli altri quattro KPI.
Da questo passa la fiducia che si ripone in un’azienda e per avere una buona reputazione bisogna avere una strategia di comunicazione precisa ed efficace, che non tralascia i canali social, sempre più determinanti, e che ti permette di essere preparato a gestire eventuali crisi.
Credo che competizioni come l’ECC siano importanti anche perché rappresentano una motivazione per migliorarsi e per guardare al futuro in modo sfidante. Come tutte le competizioni, credo che avrà ricadute positive sulla qualità dell’intero settore.
Ora sarà interessante vedere chi partecipa e con quali risultati.
Come vede il mercato della gestione del credito nel contesto socioeconomico attuale considerando gli sviluppi futuri a livello europeo che si prospettano?
Per il futuro immagino un mercato che si svilupperà ulteriormente, con una crescente specializzazione. Per quanto riguarda il recupero crediti, grazie soprattutto all’abbassamento dei costi che c’è stato di recente, prevedo che un numero maggiore di aziende, dalle più grandi alle più piccole, riporterà le attività al proprio interno mentre fino a poco tempo fa si sceglieva di esternalizzarle.
Rispetto al mercato degli NPL in Europa abbiamo situazioni molto diverse a seconda dei Paesi. Ad esempio in Inghilterra, Polonia e Italia abbiamo un mercato molto vivace, mentre in Francia, Germania e Svizzera è quasi a zero. Oltre ad una questione culturale verso una maggiore propensione alla vendita dei debiti, di derivazione americana, ci sono diversi fattori che favoriscono questo mercato.
In Italia, ad esempio, un elemento che a mio avviso “spinge” le società a vendere i propri debiti è il pagamento dell’Iva che avviene al momento della vendita e non all’incasso. Questo pesa in termini di liquidità e, a fronte di un mancato recupero del credito, la perdita è maggiore quindi si preferisce cedere il debito. Al di là dei singoli casi, comunque, credo che la direzione verso cui andrà il mercato europeo degli NPL sia quella di un aumento di transazioni anche negli altri Paesi .
Perché secondo lei è sempre più importante per gli attori della Credit Industry avere riconoscimenti oggettivi degli sforzi fatti verso la sostenibilità ESG?
La domanda verso una maggiore attenzione alle tematiche ambientali arriva direttamente dal pubblico e quello di fare sforzi verso una maggiore sostenibilità è diventato ormai un dovere per tutti.
Nel mondo finanziario l’aspetto dell’Environmental ha un impatto minore rispetto alle grandi industrie inquinanti, ma ci si deve impegnare comunque per tagliare i consumi e ridurre i rifiuti.
Molto importante è invece la parte Social che si collega direttamente alle aspettative delle nuove generazioni. I Millennials, infatti, guardano molto di più a fattori quali l’equilibrio tra vita privata e vita lavorativa, la riduzione dei divari salariali e una maggiore inclusione sociale che rendono l’ambiente di lavoro molto più stimolante e soddisfacente. Inoltre bisogna far passare il messaggio che impegnarsi per ridurre i consumi non solo produce un risparmio per la società, ma libera nuove risorse che possono essere messe a disposizione per fare altro.
Infine, l’impegno ESG è fondamentale agli occhi degli investitori, soprattutto di quelli istituzionali, che indirizzano le loro risorse verso i soggetti che si espongono maggiormente verso queste tematiche. Oggi un’azienda che non investe in ESG rischia di perdere clienti da una parte e investitori dall’altra.
In quanto Presidente dell’ECC Committee può spiegare l’importanza che le Performances ricoprono tra i 5 KPI su cui verranno valutate le aziende candidate?
Le performances misurano il grado di soddisfazione dei clienti. In un mercato europeo, che non ha più confini territoriali e diventa sempre più competitivo, ottenere buoni risultati aiuta a mantenere elevata la reputazione.
Può spiegare il ruolo sempre più importante della Compliance di un’azienda nel settore della Credit Industry?
Per un’industria essere compliant oggi vuol dire lavorare nel rispetto della privacy, della sicurezza delle informazioni sensibili e di tutta la normativa sulla protezione dei dati personali, tutelare l’ambiente e applicare un codice di comportamento etico. Molto spesso l’appartenenza ad associazioni di categoria può essere una garanzia di compliance.
Può dirci secondo lei quanto saranno impattanti i fattori di innovazione nella Credit Industry e quale ruolo avranno i sistemi predittivi, l’AI, i sistemi di machine learning?
L’innovazione tecnologia ha rivoluzionato il lavoro anche nel settore del credito. Basti pensare che quando io ho cominciato a lavorare non c’era neanche il computer. Da allora qualcosa è cambiato e sono convinto che, se gestita bene, la tecnologia permette di essere più competitivi, di risparmiare tempo, di ridurre i costi, di capire meglio e prima se un debitore è in grado di saldare il debito o meno. Tutti i sistemi che permettono di automatizzare tante di queste operazioni e sistematizzare al meglio i dati e le informazioni a disposizione avranno un impatto positivo.
Adesso, però, è ancora presto per immaginare quali saranno i reali impatti e i possibili rischi perché c’è ancora bisogno di sperimentare nuovi sistemi di questo tipo. Quello che è certo è che qualsiasi strumento permetta di migliorare la conoscenza del cliente-debitore sarà di grande aiuto per l’industria che dall’altro lato avrà bisogno di un numero minore di persone dedicate a questa attività. Ma anche in questo caso il risparmio in termini di costi e di risorse permette di reinvestire in una maggiore competitività. Tra qualche giorno ci sarà il congresso della FENCA e sono curioso di scoprire se c’è qualcuno che ha già trovato qualche sistema nuovo per applicare la tecnologia in questo settore.
Perché il posizionamento del brand viene considerato dall’ECC Committee come un KPI importante per valutare il punteggio dei candidati?
Il brand è legato al discorso della reputazione che è fondamentale in un mercato così competitivo. Oggi non si può avere una buona reputazione se non si è compliant, se non si cura l’aspetto ESG o se non si garantiscono buone performances quindi il posizionamento del brand è strettamente legato agli altri quattro KPI.
Da questo passa la fiducia che si ripone in un’azienda e per avere una buona reputazione bisogna avere una strategia di comunicazione precisa ed efficace, che non tralascia i canali social, sempre più determinanti, e che ti permette di essere preparato a gestire eventuali crisi.
Credo che competizioni come l’ECC siano importanti anche perché rappresentano una motivazione per migliorarsi e per guardare al futuro in modo sfidante. Come tutte le competizioni, credo che avrà ricadute positive sulla qualità dell’intero settore.
Ora sarà interessante vedere chi partecipa e con quali risultati.