Oltre a tutti i rischi per il mercato e per la tenuta dei conti pubblici, la proposta di legge sui crediti deteriorati, di cui si sta tanto parlando in questi giorni, ha un profilo di incostituzionalità e di scarsa sostenibilità giuridica perché si tratta di una misura imperativa che interviene ex lege su un equilibrio contrattuale già prestabilito, ovvero su investimenti già fatti, in violazione del principio di autonomia contrattuale e degli stessi principi del Codice civile.
E’ quanto precisa Marcello Grimaldi, Presidente di UNIREC l’Unione nazionale delle imprese a tutela del credito, sottolineando che riconoscendo al debitore, in modo retroattivo, un diritto che non era riconosciuto al momento della vendita si distruggono le operazioni già fatte che vedono saltare tutti i business plann stilati ad hoc, con ricadute negative per i servicer che possono andare in under performance, e per le banche che non riusciranno più a smaltire i crediti problematici, compresi gli UTP.
Senza considerare il fatto che il diritto ad estinguere la posizione debitoria viene riconosciuto soltanto ad alcuni soggetti, sulla base di un presupposto del tutto casuale, con il risultato che non si aiuta chi è in maggiore difficoltà, ma solo chi è in grado di ripagarsi il debito.
Inoltre c’è un quadro comunitario in evoluzione che cerca di valorizzare al massimo il mercato secondario, puntando a liberalizzarlo quanto più possibile, mentre con un intervento del genere si ottiene l’effetto contrario con il risultato che il mercato italiano perde la sua attrattività.
“Infine – ha concluso Grimaldi – c’è un tema etico che è giusto far emergere: qual è il messaggio che passa con interventi di questo tipo? Purtroppo si favorisce una cultura dell’inadempimento sdoganando la convinzione che adempiere agli impegni contrattuali non è la soluzione giusta da un punto di vista economico “perché tanto meno paghi e più sei agevolato”. Già oggi c’è chi non paga perché aspetta il “condono” con un doppio danno per chi invece è abituato ad onorare tutti i propri debiti”.
Oltre a tutti i rischi per il mercato e per la tenuta dei conti pubblici, la proposta di legge sui crediti deteriorati, di cui si sta tanto parlando in questi giorni, ha un profilo di incostituzionalità e di scarsa sostenibilità giuridica perché si tratta di una misura imperativa che interviene ex lege su un equilibrio contrattuale già prestabilito, ovvero su investimenti già fatti, in violazione del principio di autonomia contrattuale e degli stessi principi del Codice civile.
E’ quanto precisa Marcello Grimaldi, Presidente di UNIREC l’Unione nazionale delle imprese a tutela del credito, sottolineando che riconoscendo al debitore, in modo retroattivo, un diritto che non era riconosciuto al momento della vendita si distruggono le operazioni già fatte che vedono saltare tutti i business plann stilati ad hoc, con ricadute negative per i servicer che possono andare in under performance, e per le banche che non riusciranno più a smaltire i crediti problematici, compresi gli UTP.
Senza considerare il fatto che il diritto ad estinguere la posizione debitoria viene riconosciuto soltanto ad alcuni soggetti, sulla base di un presupposto del tutto casuale, con il risultato che non si aiuta chi è in maggiore difficoltà, ma solo chi è in grado di ripagarsi il debito.
Inoltre c’è un quadro comunitario in evoluzione che cerca di valorizzare al massimo il mercato secondario, puntando a liberalizzarlo quanto più possibile, mentre con un intervento del genere si ottiene l’effetto contrario con il risultato che il mercato italiano perde la sua attrattività.
“Infine – ha concluso Grimaldi – c’è un tema etico che è giusto far emergere: qual è il messaggio che passa con interventi di questo tipo? Purtroppo si favorisce una cultura dell’inadempimento sdoganando la convinzione che adempiere agli impegni contrattuali non è la soluzione giusta da un punto di vista economico “perché tanto meno paghi e più sei agevolato”. Già oggi c’è chi non paga perché aspetta il “condono” con un doppio danno per chi invece è abituato ad onorare tutti i propri debiti”.