Il sistema bancario europeo è stabile e ben monitorato, non ci sono motivi di temere un effetto-contagio dal crollo della Silicon Valley Bank. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti assicura che «il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità. Apprezziamo la tempestività con cui le autorità americane sono intervenute e confidiamo che, se necessario, anche le autorità europee intervengano con la medesima tempestività valutando anche le implicazioni per la condotta della politica monetaria e per la stabilità finanziaria».
Le autorità italiane, e quelle dell’eurosistema, chiariscono alcuni punti fondamentali. Anzitutto ci troviano di fronte a due situazioni molto diverse: la SVB operava esclusivamente con il mondo del fintech, che è un particolare segmento dominato da venture capital e private equity, che in Europa hanno spazi molto limitati. La crisi di liquidità alla base del default è stata innescata dal ritiro di grossi depositi (non titoli di stato), e questo è stato possibile perchè le banche di medie dimensioni – quale era la SVB – non applicano le regole di Basilea III. Tra l’altro in Usa nel periodo dell’amministrazione Trump sono state in larga parte ridimensionate le attività di sorveglianza prudenziale introdotto nel 2008, lasciando quindi scoperto il fianco al fenomeno di “bank run” (su cui in molti chiedono che venga fatta luce su come la dirigenza della banca ha gestito quella fase). La situazione delle banche italiane è molto diversa, sono giudicate solide, resilienti e ben capitalizzate, quindi al sicuro dal contagio, ammesso che questo si propaghi in Usa, visto la rapidità dell’interventi dell’amministrazione Biden. Che ha uno strumento molto efficace, il FDIC, che da tempo viene chiesto anche per l’Eurosistema ma che varie resistenze hanno sempre bloccato. Non risultano quindi al momento riunioni straordinarie in sede Bce e Ssm, mentre è probabile che di questa crisi si sia parlato nella riunione mensile dei governatori presso la Bri di Basilea – sede dell’omonimo comitato – presenti Ignazio Visco e il dg Luigi Federico Signorini.
Sulla vicenda il Presidente Abi, Antonio Patuelli, e il dg, Giovanni Sabatini, hanno dichiarato che il fallimento «evidenzia che gli elementi critici per assicurare la sopravvivenza di una banca sono la liquidità e il capitale. Nella Ue, in particolare nell’Unione bancaria (che è la più avanzata cooperazione rafforzata), la situazione appare assai più tranquilla, innanzitutto per la maggiore severità e prudenza delle Autorità di Vigilanza che anche molto di recente hanno sottolineato il consistente rafforzamento medio della solidità delle banche. Bisogna essere sempre…
Autore: Carlo Marroni
Fonte: Il Sole 24 Ore
Il sistema bancario europeo è stabile e ben monitorato, non ci sono motivi di temere un effetto-contagio dal crollo della Silicon Valley Bank. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti assicura che «il sistema bancario italiano ed europeo è regolarmente monitorato dalle autorità di vigilanza e supervisione assicurandone così la stabilità. Apprezziamo la tempestività con cui le autorità americane sono intervenute e confidiamo che, se necessario, anche le autorità europee intervengano con la medesima tempestività valutando anche le implicazioni per la condotta della politica monetaria e per la stabilità finanziaria».
Le autorità italiane, e quelle dell’eurosistema, chiariscono alcuni punti fondamentali. Anzitutto ci troviano di fronte a due situazioni molto diverse: la SVB operava esclusivamente con il mondo del fintech, che è un particolare segmento dominato da venture capital e private equity, che in Europa hanno spazi molto limitati. La crisi di liquidità alla base del default è stata innescata dal ritiro di grossi depositi (non titoli di stato), e questo è stato possibile perchè le banche di medie dimensioni – quale era la SVB – non applicano le regole di Basilea III. Tra l’altro in Usa nel periodo dell’amministrazione Trump sono state in larga parte ridimensionate le attività di sorveglianza prudenziale introdotto nel 2008, lasciando quindi scoperto il fianco al fenomeno di “bank run” (su cui in molti chiedono che venga fatta luce su come la dirigenza della banca ha gestito quella fase). La situazione delle banche italiane è molto diversa, sono giudicate solide, resilienti e ben capitalizzate, quindi al sicuro dal contagio, ammesso che questo si propaghi in Usa, visto la rapidità dell’interventi dell’amministrazione Biden. Che ha uno strumento molto efficace, il FDIC, che da tempo viene chiesto anche per l’Eurosistema ma che varie resistenze hanno sempre bloccato. Non risultano quindi al momento riunioni straordinarie in sede Bce e Ssm, mentre è probabile che di questa crisi si sia parlato nella riunione mensile dei governatori presso la Bri di Basilea – sede dell’omonimo comitato – presenti Ignazio Visco e il dg Luigi Federico Signorini.
Sulla vicenda il Presidente Abi, Antonio Patuelli, e il dg, Giovanni Sabatini, hanno dichiarato che il fallimento «evidenzia che gli elementi critici per assicurare la sopravvivenza di una banca sono la liquidità e il capitale. Nella Ue, in particolare nell’Unione bancaria (che è la più avanzata cooperazione rafforzata), la situazione appare assai più tranquilla, innanzitutto per la maggiore severità e prudenza delle Autorità di Vigilanza che anche molto di recente hanno sottolineato il consistente rafforzamento medio della solidità delle banche. Bisogna essere sempre…
Autore: Carlo Marroni
Fonte: Il Sole 24 Ore