DBRS Morningstar ha pubblicato un commento sui risultati del primo trimestre 2022 delle grandi banche italiane, che riguarda UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco BPM, Banca MPS e BPER.
Le banche italiane hanno registrato un utile netto aggregato di 1,6 miliardi di euro nel 1° trimestre 2022, in calo del 48% rispetto al 1° trimestre 2021, principalmente a causa di maggiori accantonamenti per perdite su crediti (LLP) attribuibili ai rischi legati all’invasione della Russia in Ucraina, nonché al peggioramento delle aspettative macroeconomiche dovute al conflitto. Escludendo le società controllate interessarte dal conflitto tra Russia e Ucraina, l’utile netto sarebbe aumentato del 4% a/a nel 1° trimestre 2022.
Nel 1° trimestre i ricavi sono stati sostenuti dall’aumento dei volumi e delle attività nel contesto di una graduale ripresa dell’economia dalla pandemia, nonostante l’aumento della volatilità e dell’incertezza dovuta alle attuali tensioni geopolitiche. Le banche italiane sono ben posizionate per trarre vantaggio da un eventuale rialzo dei tassi di interesse a partire dalla seconda metà del 2022, e il vantaggio aumenta quando i tassi raggiungono un territorio positivo.
Sebbene in leggero aumento rispetto all’esercizio 2021, il costo medio annualizzato del rischio nel 1° trimestre 2022 è rimasto al di sotto del livello degli esercizi 2019 e 2020. Il costo del rischio riportato, cioè comprensivo dell’impatto del conflitto, potrebbe differire notevolmente dal costo del rischio a lungo termine, anche se ciò dipende dall’evoluzione delle tensioni geopolitiche e dalle conseguenti implicazioni indirette per le economie europee.
Supponendo che la pandemia rimanga sotto controllo, si ritiene che parte degli accantonamenti generici in sospeso, precedentemente contabilizzati a causa del COVID-19, possano essere utilizzati per coprire i rischi legati alla Russia e all’Ucraina.
Il deterioramento della qualità degli attivi dopo la scadenza della moratoria è rimasto contenuto nel 1° trimestre 2022 e il de-risking è proseguito. DBRS si aspetta che le banche italiane resistano all’impatto negativo delle loro esposizioni dirette verso la Russia e l’Ucraina, considerando che l’esposizione è concentrata nelle banche più grandi e ben capitalizzate che hanno anche un buon livello di diversificazione del business. Le implicazioni indirette restano difficili da valutare in questa fase, tuttavia nel medio-lungo termine potrebbero verificarsi alcune pressioni sulla qualità degli attivi a causa di un’elevata e persistente pressione inflazionistica, dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle interruzioni delle catene di approvvigionamento”, ha dichiarato Andrea Costanzo, vicepresidente del team DBRS Morningstar Global Financial Institutions.
DBRS Morningstar ha pubblicato un commento sui risultati del primo trimestre 2022 delle grandi banche italiane, che riguarda UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco BPM, Banca MPS e BPER.
Le banche italiane hanno registrato un utile netto aggregato di 1,6 miliardi di euro nel 1° trimestre 2022, in calo del 48% rispetto al 1° trimestre 2021, principalmente a causa di maggiori accantonamenti per perdite su crediti (LLP) attribuibili ai rischi legati all’invasione della Russia in Ucraina, nonché al peggioramento delle aspettative macroeconomiche dovute al conflitto. Escludendo le società controllate interessarte dal conflitto tra Russia e Ucraina, l’utile netto sarebbe aumentato del 4% a/a nel 1° trimestre 2022.
Nel 1° trimestre i ricavi sono stati sostenuti dall’aumento dei volumi e delle attività nel contesto di una graduale ripresa dell’economia dalla pandemia, nonostante l’aumento della volatilità e dell’incertezza dovuta alle attuali tensioni geopolitiche. Le banche italiane sono ben posizionate per trarre vantaggio da un eventuale rialzo dei tassi di interesse a partire dalla seconda metà del 2022, e il vantaggio aumenta quando i tassi raggiungono un territorio positivo.
Sebbene in leggero aumento rispetto all’esercizio 2021, il costo medio annualizzato del rischio nel 1° trimestre 2022 è rimasto al di sotto del livello degli esercizi 2019 e 2020. Il costo del rischio riportato, cioè comprensivo dell’impatto del conflitto, potrebbe differire notevolmente dal costo del rischio a lungo termine, anche se ciò dipende dall’evoluzione delle tensioni geopolitiche e dalle conseguenti implicazioni indirette per le economie europee.
Supponendo che la pandemia rimanga sotto controllo, si ritiene che parte degli accantonamenti generici in sospeso, precedentemente contabilizzati a causa del COVID-19, possano essere utilizzati per coprire i rischi legati alla Russia e all’Ucraina.
Il deterioramento della qualità degli attivi dopo la scadenza della moratoria è rimasto contenuto nel 1° trimestre 2022 e il de-risking è proseguito. DBRS si aspetta che le banche italiane resistano all’impatto negativo delle loro esposizioni dirette verso la Russia e l’Ucraina, considerando che l’esposizione è concentrata nelle banche più grandi e ben capitalizzate che hanno anche un buon livello di diversificazione del business. Le implicazioni indirette restano difficili da valutare in questa fase, tuttavia nel medio-lungo termine potrebbero verificarsi alcune pressioni sulla qualità degli attivi a causa di un’elevata e persistente pressione inflazionistica, dell’aumento dei prezzi dell’energia e delle interruzioni delle catene di approvvigionamento”, ha dichiarato Andrea Costanzo, vicepresidente del team DBRS Morningstar Global Financial Institutions.