Agli operatori, dai capitalisti di ventura fino ai private equity, che sfruttano la moneta “fiat” piace sempre di più la criptoeconomia. Tanto che è record d’investimenti. La prova? È fornita dai dati di PitchBook, realizzati su richiesta de Il Sole 24 Ore, rispetto a primi otto mesi del 2021. Alla fine di agosto la somma impiegata da Venture Capital, Private Equity ed M&A, a livello globale, ha raggiunto nella cryptoeconomy la cifra di 15,7 miliardi di euro. Si tratta del valore più alto mai toccato nel settore dal 2010 ad oggi. E quindi, visto che il bitcoin è stato “creato” nel 2008, da sempre. Il dato, peraltro, potrebbe fin’anche ssere maggiore: PitchBook (correttamente) non considera le operazioni finanziate, ad esempio, con token digitali. A fronte di un simile contesto può dirsi, quindi, che i volumi d’investimento sono da record.
I capitalisti di ventura
La volata è tirata dai capitalisti di ventura. Questi, attraverso 940 operazioni, hanno impiegato, sempre alla fine dello scorso agosto, 12,5 miliardi. Si tratta di un vero e proprio boom degli investimenti: il precedente valore più alto, dal 2010 ad oggi, era stato raggiunto nel 2018 con 6,6 miliardi. Un po’ diversa, invece, la situazione per il Private Equity e l’attività di M&A. Da un lato, sia nel primo caso (1 miliardo di controvalore) che nel secondo (2,2 miliardi), c’è nel 2021 l’accelerazione delle somme coinvolte rispetto al triennio precedente; dall’altro, però, i valori in oggetto non costituiscono un record. Insomma: è l’attività del Venture Capital che ha ingranato la quinta. C’è da stupirsi? «No -risponde Christian Miccoli, cofondatore di Conio- . Le società della cryptoeconomy, a parte rare eccezioni, sono ancora piccole, delle start up». Realtà riguardo alle quali «le strategie del…
Fonte: Il Sole 24 Ore
Agli operatori, dai capitalisti di ventura fino ai private equity, che sfruttano la moneta “fiat” piace sempre di più la criptoeconomia. Tanto che è record d’investimenti. La prova? È fornita dai dati di PitchBook, realizzati su richiesta de Il Sole 24 Ore, rispetto a primi otto mesi del 2021. Alla fine di agosto la somma impiegata da Venture Capital, Private Equity ed M&A, a livello globale, ha raggiunto nella cryptoeconomy la cifra di 15,7 miliardi di euro. Si tratta del valore più alto mai toccato nel settore dal 2010 ad oggi. E quindi, visto che il bitcoin è stato “creato” nel 2008, da sempre. Il dato, peraltro, potrebbe fin’anche ssere maggiore: PitchBook (correttamente) non considera le operazioni finanziate, ad esempio, con token digitali. A fronte di un simile contesto può dirsi, quindi, che i volumi d’investimento sono da record.
I capitalisti di ventura
La volata è tirata dai capitalisti di ventura. Questi, attraverso 940 operazioni, hanno impiegato, sempre alla fine dello scorso agosto, 12,5 miliardi. Si tratta di un vero e proprio boom degli investimenti: il precedente valore più alto, dal 2010 ad oggi, era stato raggiunto nel 2018 con 6,6 miliardi. Un po’ diversa, invece, la situazione per il Private Equity e l’attività di M&A. Da un lato, sia nel primo caso (1 miliardo di controvalore) che nel secondo (2,2 miliardi), c’è nel 2021 l’accelerazione delle somme coinvolte rispetto al triennio precedente; dall’altro, però, i valori in oggetto non costituiscono un record. Insomma: è l’attività del Venture Capital che ha ingranato la quinta. C’è da stupirsi? «No -risponde Christian Miccoli, cofondatore di Conio- . Le società della cryptoeconomy, a parte rare eccezioni, sono ancora piccole, delle start up». Realtà riguardo alle quali «le strategie del…
Fonte: Il Sole 24 Ore