Gli avvertimenti, arrivati da più parti, sui possibili rischi legati ad uno smaltimento groppo veloce dei crediti deteriorati hanno sortito il loro effetto: da Bruxelles soffia un vento più tollerante rispetto alle rigide indicazioni elaborate negli ultimi due anni sugli NPL. La settimana scorsa, infatti, la Commissione Economica del Parlamento europeo ha approvato la nuova regolamentazione sulle coperture minime per i nuovi crediti deteriorati, ammorbidendo la proposta pubblicata dalla Commissione Ue a marzo scorso. La modifica principale riguarda la tabella di marcia per le banche che devono coprire i prestiti: si passa da due a tre anni per i prestiti che non hanno collaterale, mentre per quelli garantiti si applica un calendario dai 7 ai 9 anni, in base al tipo di collaterale (quelli garantiti da immobili dovranno essere svalutati dopo 9 anni, mentre quelli coperti da garanzie finanziarie dopo 7). Nel dettaglio, l’accantonamento sui non garantiti per i primi due anni è pari a zero mentre scatta al 100% solo dopo il terzo anno, a fronte di un Consiglio che chiede una svalutazione del 35% già dopo due anni. Per quanto riguarda i crediti deteriorati collateralizzati da garanzie finanziarie (previste dalla Crr), il testo approvato dalla commissione Economica del Parlamento prevede una traiettoria di copertura che parte dal 23% allo scattare dei 3 anni dall’ingresso in deterioramento per salire al 35% l’anno successivo e arrivare al 50% dopo 5 anni (contro una proposta del Consiglio che va dal 25,5% al terzo anno per toccare il 69% dopo 5 anni). Sui crediti garantiti da immobili, invece, il Parlamento vuole un accantonamento progressivo che inizia dopo il terzo anno al 20%, per raggiungere il 55% dopo 6 anni, a fronte di un Consiglio che chiede il 25,5% al terzo anno e il 69% dopo 5 anni.
Gli eurodeputati hanno poi inserito un incentivo per le banche specializzate nell’acquisto di NPL che, di fatto, avranno un periodo di “grazia” di uno o due anni prima di dover avviare gli accantonamenti automatici dopo l’acquisto da altre banche. Il rischio che il Parlamento ha voluto evitare era che gli Npl potessero essere comprati in prevalenza da soggetti finanziari non bancari, come i grandi fondi di investimento, che non devono sottostare agli obblighi previsti dal calendar provisioning. Così facendo, si riduce lo svantaggio dei soggetti regolati e nel contempo si sostegono anche i prezzi dei crediti.
E stata, infine, posticipata la data di entrata in vigore delle nuove regole che coinciderà con l’entrata in vigore del nuovo regolamento, ancora tutto da definire.
Per Roberto Gualtieri, Presidente della Commissione eEconomica del Parlamento, si tratta di “un testo bilanciato che migliora la proposta della Commissione introducendo coperture adeguate alle esposizioni non performanti, evitando requisiti eccessivi che potrebbero avere effetti negativi non voluti per le banche e l’economia reale”. “I miglioramenti che siamo riusciti a introdurre sul trattamento degli Npl venduti sul mercato secondario sono significativi ma limitati – aggiunge Gualtieri – D’altro canto, va sottolineato che sono stati respinti tutti gli emendamenti che chiedevano un estensione del calendar provisioning allo stock o che avrebbero imposto accantonamenti più elevati in tempi più rapidi”.
Il provvedimento è al vaglio del trilogo, ovvero del negoziato tra Commissione, Parlamento e Consiglio e probabilmente sarà approvato in Plenaria all’inizio del nuovo anno.
Gli avvertimenti, arrivati da più parti, sui possibili rischi legati ad uno smaltimento groppo veloce dei crediti deteriorati hanno sortito il loro effetto: da Bruxelles soffia un vento più tollerante rispetto alle rigide indicazioni elaborate negli ultimi due anni sugli NPL. La settimana scorsa, infatti, la Commissione Economica del Parlamento europeo ha approvato la nuova regolamentazione sulle coperture minime per i nuovi crediti deteriorati, ammorbidendo la proposta pubblicata dalla Commissione Ue a marzo scorso. La modifica principale riguarda la tabella di marcia per le banche che devono coprire i prestiti: si passa da due a tre anni per i prestiti che non hanno collaterale, mentre per quelli garantiti si applica un calendario dai 7 ai 9 anni, in base al tipo di collaterale (quelli garantiti da immobili dovranno essere svalutati dopo 9 anni, mentre quelli coperti da garanzie finanziarie dopo 7). Nel dettaglio, l’accantonamento sui non garantiti per i primi due anni è pari a zero mentre scatta al 100% solo dopo il terzo anno, a fronte di un Consiglio che chiede una svalutazione del 35% già dopo due anni. Per quanto riguarda i crediti deteriorati collateralizzati da garanzie finanziarie (previste dalla Crr), il testo approvato dalla commissione Economica del Parlamento prevede una traiettoria di copertura che parte dal 23% allo scattare dei 3 anni dall’ingresso in deterioramento per salire al 35% l’anno successivo e arrivare al 50% dopo 5 anni (contro una proposta del Consiglio che va dal 25,5% al terzo anno per toccare il 69% dopo 5 anni). Sui crediti garantiti da immobili, invece, il Parlamento vuole un accantonamento progressivo che inizia dopo il terzo anno al 20%, per raggiungere il 55% dopo 6 anni, a fronte di un Consiglio che chiede il 25,5% al terzo anno e il 69% dopo 5 anni.
Gli eurodeputati hanno poi inserito un incentivo per le banche specializzate nell’acquisto di NPL che, di fatto, avranno un periodo di “grazia” di uno o due anni prima di dover avviare gli accantonamenti automatici dopo l’acquisto da altre banche. Il rischio che il Parlamento ha voluto evitare era che gli Npl potessero essere comprati in prevalenza da soggetti finanziari non bancari, come i grandi fondi di investimento, che non devono sottostare agli obblighi previsti dal calendar provisioning. Così facendo, si riduce lo svantaggio dei soggetti regolati e nel contempo si sostegono anche i prezzi dei crediti.
E stata, infine, posticipata la data di entrata in vigore delle nuove regole che coinciderà con l’entrata in vigore del nuovo regolamento, ancora tutto da definire.
Per Roberto Gualtieri, Presidente della Commissione eEconomica del Parlamento, si tratta di “un testo bilanciato che migliora la proposta della Commissione introducendo coperture adeguate alle esposizioni non performanti, evitando requisiti eccessivi che potrebbero avere effetti negativi non voluti per le banche e l’economia reale”. “I miglioramenti che siamo riusciti a introdurre sul trattamento degli Npl venduti sul mercato secondario sono significativi ma limitati – aggiunge Gualtieri – D’altro canto, va sottolineato che sono stati respinti tutti gli emendamenti che chiedevano un estensione del calendar provisioning allo stock o che avrebbero imposto accantonamenti più elevati in tempi più rapidi”.
Il provvedimento è al vaglio del trilogo, ovvero del negoziato tra Commissione, Parlamento e Consiglio e probabilmente sarà approvato in Plenaria all’inizio del nuovo anno.