La questione dei crediti deteriorati finisce in Manovra grazie a due emendamenti presentati dai relatori della Legge di Bilancio del Movimento 5 Stelle e della Lega.
A darne notizia è la Reuters secondo cui il Governo sta pensando a favorire la cartolarizzazione dei crediti attraverso il “finanziamento e il trasferimento del rischio alle società” che gestiscono l’operazione. Il primo emendamento modifica la legge 130 del 1999 e disciplina le operazioni in cui il deconsolidamento dei crediti dal bilancio avviene “mediante l’erogazione di un finanziamento al soggetto cedente da parte della società per la cartolarizzazione”. “Il soggetto finanziato – scrive la Reuters – può destinare i crediti stessi, nonché i diritti e i beni che in qualunque modo costituiscano la garanzia del rimborso di tali crediti, al soddisfacimento dei diritti della società di cartolarizzazione o ad altre finalità, anche effettuando la segregazione dei medesimi crediti”. “Il contratto relativo all’operazione suddetta può prevedere l’obbligo del soggetto finanziato di corrispondere alla società di cartolarizzazione tutte le somme derivanti dai crediti cartolarizzati, analogamente ad una cessione”. L’emendamento introduce inoltre misure per dare supporto alle piccole e medie imprese tramite le cartolarizzazioni.
Un secondo emendamento consente di rivalutare beni d’impresa e partecipazioni societarie a chi non adotta i princìpi contabili internazionali. “Il saldo attivo della rivalutazione può essere affrancato, in tutto o in parte, con l’applicazione in capo alla società di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, dell’imposta regionale sulle attività produttive e di eventuali addizionali nella misura del 10%”.
Si tratta di misure che in un certo senso incrociano le volontà delle autorità europee che considerano la cartolarizzazione uno strumento di diversificazione del rischio, importante per il buon funzionamento del sistema finanziario. Il 1° gennaio 2019, infatti, entrerà in vigore il Regolamento comunitario 2017/2402 che ha l’obiettivo di rilanciare il mercato europeo delle cartolarizzazioni, per valorizzare le operazioni di qualità. I due punti su cui poggia il Regolamento sono l’agevolazione di operazioni transfrontaliere, che garantiscono il funzionamento del mercato unico, e il divieto di ricartolarizzazione. Per evitare rischi eccessivi si incoraggia la vigilanza microprudenziale del settore e il regolamento propone la creazione di un marchio “di qualità” con l’acronimo STS, che indica le tre caratteristiche per una cartolarizzazione di qualità: Semplice – Trasparente – Standardizzata. Ma saranno i cedenti o i promotori stessi a dover comunicare agli investitori e alle autorità competenti che la cartolarizzazione soddisfa i requisiti STS. E questo viene visto come un punto debole anche perché il Regolamento non prevede un processo di validazione e autenticazione da parte delle autorità.
La questione dei crediti deteriorati finisce in Manovra grazie a due emendamenti presentati dai relatori della Legge di Bilancio del Movimento 5 Stelle e della Lega.
A darne notizia è la Reuters secondo cui il Governo sta pensando a favorire la cartolarizzazione dei crediti attraverso il “finanziamento e il trasferimento del rischio alle società” che gestiscono l’operazione. Il primo emendamento modifica la legge 130 del 1999 e disciplina le operazioni in cui il deconsolidamento dei crediti dal bilancio avviene “mediante l’erogazione di un finanziamento al soggetto cedente da parte della società per la cartolarizzazione”. “Il soggetto finanziato – scrive la Reuters – può destinare i crediti stessi, nonché i diritti e i beni che in qualunque modo costituiscano la garanzia del rimborso di tali crediti, al soddisfacimento dei diritti della società di cartolarizzazione o ad altre finalità, anche effettuando la segregazione dei medesimi crediti”. “Il contratto relativo all’operazione suddetta può prevedere l’obbligo del soggetto finanziato di corrispondere alla società di cartolarizzazione tutte le somme derivanti dai crediti cartolarizzati, analogamente ad una cessione”. L’emendamento introduce inoltre misure per dare supporto alle piccole e medie imprese tramite le cartolarizzazioni.
Un secondo emendamento consente di rivalutare beni d’impresa e partecipazioni societarie a chi non adotta i princìpi contabili internazionali. “Il saldo attivo della rivalutazione può essere affrancato, in tutto o in parte, con l’applicazione in capo alla società di un’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi, dell’imposta regionale sulle attività produttive e di eventuali addizionali nella misura del 10%”.
Si tratta di misure che in un certo senso incrociano le volontà delle autorità europee che considerano la cartolarizzazione uno strumento di diversificazione del rischio, importante per il buon funzionamento del sistema finanziario. Il 1° gennaio 2019, infatti, entrerà in vigore il Regolamento comunitario 2017/2402 che ha l’obiettivo di rilanciare il mercato europeo delle cartolarizzazioni, per valorizzare le operazioni di qualità. I due punti su cui poggia il Regolamento sono l’agevolazione di operazioni transfrontaliere, che garantiscono il funzionamento del mercato unico, e il divieto di ricartolarizzazione. Per evitare rischi eccessivi si incoraggia la vigilanza microprudenziale del settore e il regolamento propone la creazione di un marchio “di qualità” con l’acronimo STS, che indica le tre caratteristiche per una cartolarizzazione di qualità: Semplice – Trasparente – Standardizzata. Ma saranno i cedenti o i promotori stessi a dover comunicare agli investitori e alle autorità competenti che la cartolarizzazione soddisfa i requisiti STS. E questo viene visto come un punto debole anche perché il Regolamento non prevede un processo di validazione e autenticazione da parte delle autorità.