Algebris ha annunciato il primo closing del fondo Algebris NPL Fund III, raccogliendo un commitment totale di 160 milioni.
Il closing finale del fondo, lanciato a febbraio di quest’anno, è atteso per dicembre 2021, con un target di raccolta complessiva tra i 500 e i 750 milioni.
Le politiche in risposta alla pandemia da Covid-19 hanno rafforzato il contesto macroeconomico per il mercato italiano dei crediti deteriorati e Algebris NPL Fund III costituisce un’opportunità unica per ottenere rendimenti attraenti investendo in NPL garantiti da immobili di qualità in Italia.
Il team di investimento specializzato in NPL, guidato da Gabriele Giorgi , ha perfezionato ad oggi oltre 113 operazioni con 37 banche, per un valore di libro di 4 miliardi, consolidando una quota di mercato pari a circa il 20%.
La strategia di investimento e la struttura del fondo sono in linea con i precedenti Algebris NPL Fund I e Algebris NPL Fund II, ma con un importante elemento distintivo: già dal lancio, l’Algebris NPL Fund III fa leva sull’esperienza e la competenza di Algos, lo special servicer fully-captive interamente controllato da Algebris.Davide Serra, fondatore e amministratore delegato di Algebris: “Negli ultimi sei anni le banche hanno gestito bene i crediti deteriorati ancora presenti nei loro bilanci, ma continuano a rimanere al di sotto dei target di derisking imposti dall’Autorità Europea. Con l’irrigidimento del controllo normativo conseguente alla pandemia e all’atteso aumento di crediti deteriorati, le banche hanno ora tutti gli strumenti e incentivi per fronteggiare il problema. A questo si aggiunge il consolidamento del settore bancario italiano, che farà da catalizzatore per lo smaltimento di NPL nei prossimi anni. In questo contesto di crescente disallineamento tra domanda e offerta, il nostro fondo, Algebris NPL Fund III, rappresenta l’opportunità d’investimento perfetta per i prossimi tre anni. L’atteso ritorno alla normalità consentito dalla disponibilità di vaccini e le misure straordinarie varate dall’Unione Europea a supporto dell’economia, andranno a beneficio dei rendimenti nella fase di disinvestimento”.
Algebris ha annunciato il primo closing del fondo Algebris NPL Fund III, raccogliendo un commitment totale di 160 milioni.
Il closing finale del fondo, lanciato a febbraio di quest’anno, è atteso per dicembre 2021, con un target di raccolta complessiva tra i 500 e i 750 milioni.
Le politiche in risposta alla pandemia da Covid-19 hanno rafforzato il contesto macroeconomico per il mercato italiano dei crediti deteriorati e Algebris NPL Fund III costituisce un’opportunità unica per ottenere rendimenti attraenti investendo in NPL garantiti da immobili di qualità in Italia.
Il team di investimento specializzato in NPL, guidato da Gabriele Giorgi , ha perfezionato ad oggi oltre 113 operazioni con 37 banche, per un valore di libro di 4 miliardi, consolidando una quota di mercato pari a circa il 20%.
La strategia di investimento e la struttura del fondo sono in linea con i precedenti Algebris NPL Fund I e Algebris NPL Fund II, ma con un importante elemento distintivo: già dal lancio, l’Algebris NPL Fund III fa leva sull’esperienza e la competenza di Algos, lo special servicer fully-captive interamente controllato da Algebris.Davide Serra, fondatore e amministratore delegato di Algebris: “Negli ultimi sei anni le banche hanno gestito bene i crediti deteriorati ancora presenti nei loro bilanci, ma continuano a rimanere al di sotto dei target di derisking imposti dall’Autorità Europea. Con l’irrigidimento del controllo normativo conseguente alla pandemia e all’atteso aumento di crediti deteriorati, le banche hanno ora tutti gli strumenti e incentivi per fronteggiare il problema. A questo si aggiunge il consolidamento del settore bancario italiano, che farà da catalizzatore per lo smaltimento di NPL nei prossimi anni. In questo contesto di crescente disallineamento tra domanda e offerta, il nostro fondo, Algebris NPL Fund III, rappresenta l’opportunità d’investimento perfetta per i prossimi tre anni. L’atteso ritorno alla normalità consentito dalla disponibilità di vaccini e le misure straordinarie varate dall’Unione Europea a supporto dell’economia, andranno a beneficio dei rendimenti nella fase di disinvestimento”.