In principio sembrava che la scelta dei francesi di Credit Agricole, presenti stabilmente in Italia con Credit Agricole Italia, fosse ricaduta su Banco BPM, anche se il nome di Credito Valtellinese era stato comunque indicato tra le prede possibili del gruppo. E invece niente Banco BPM, che pur sembrava la candidata italiana perfetta: Credit Agricole Italia ha scelto alla fine CreVal.
Controllata per il 75,6% da Crédit Agricole S.A. (‘CASA’), la banca ha annunciato stamattina di aver lanciato un’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria, con corrispettivo in denaro, sulla totalità delle azioni di Credito Valtellinese S.p.A. (“Credito Valtellinese”), per un valore di 10,50€ per ogni azione Creval.
Il prezzo corrisponde a un investimento totale di 737€ milioni da parte di Crédit Agricole Italia per arrivare a detenere il 100% delle azioni di Credito Valtellinese e rappresenta un premio del 21,4% rispetto al prezzo di Credito Valtellinese al 20 Novembre 2020.
“Crédit Agricole Italia – si legge nel comunicato diramato dalla banca – ha già ricevuto un impegno a vendere da parte di Algebris, per la sua partecipazione in Credito Valtellinese pari a circa il 5,4% del capitale sociale, previa approvazione regolamentare. Nel contesto dell’offerta, Crédit Agricole Assurances (controllata di Crédit Agricole S.A.) venderà a Crédit Agricole Italia la partecipazione detenuta in Credito Valtellinese, pari a circa 9,8% del capitale sociale. A seguito dell’Offerta, Crédit Agricole Italia intende procedere alla fusione per incorporazione di Credito Valtellinese in Crédit Agricole Italia al fine di consentire un’effettiva integrazione delle proprie attività con quelle di Credito Valtellinese. L’Offerta sarà condizionata al raggiungimento da parte di Crédit Agricole Italia di una partecipazione pari almeno al 66,7% del capitale sociale con diritto di voto di Credito Valtellinese, con la possibilità per Crédit Agricole Italia di rinunciare a tale condizione purché abbia acquisito almeno il 50% + 1 azione del capitale sociale con diritto di voto di Credito Valtellinese. Altre condizioni includeranno – inter alia – l’ottenimento delle autorizzazioni incondizionate da parte delle Autorità competenti in materia di antitrust e l’astensione da parte di Credito Valtellinese di qualunque misura difensiva (sebbene autorizzata dall’assemblea degli azionisti di Credito Valtellinese)”.
Credit Agricole Italia: ecco perchè ha scelto Credito Valtellinese
Così commenta il presidente di Credit Agricole Italia Ariberto Fassati: “Credito Valtellinese condivide con noi molti dei valori di fondo che rappresentano la ragion d’essere di Crédit Agricole Italia: il radicamento sul territorio, l’attenzione alle comunità locali e al tessuto sociale e imprenditoriale di riferimento, la valorizzazione delle persone, la sostenibilità del modello di business. Con questa integrazione siamo convinti di poter creare valore aggiunto per tutti gli stakeholder”.
L’AD Giampiero Maioli, Chief Executive Officer di Crédit Agricole Italia e Head of Crédit Agricole S.A. Group per l’Italia, aggiunge che “con questa operazione, i clienti ed i colleghi di Credito Valtellinese otterranno accesso agli stessi prodotti e servizi finanziari tra i migliori del mercato di Crédit Agricole Italia, beneficiando della dimensione, della solidità e della cultura innovativa e focalizzata sul cliente del Gruppo Crédit Agricole, e l’entità aggregata manterrà il proprio forte impegno a supporto dell’Italia e delle comunità locali“.
Viene ricordato come l’Italia sia il “secondo mercato domestico di Crédit Agricole“, nello specifico:
“Il Gruppo Crédit Agricole è da tempo presente in Italia e ad oggi serve 4,5 milioni di clienti nel paese, attraverso più di 1.000 punti vendita (principalmente filiali di Crédit Agricole Italia, Crédit Agricole FriulAdria e Agos), con il supporto di 14.000 collaboratori sul territorio nazionale. L’Italia contribuisce al 15% dell’utile netto totale di Crédit Agricole S.A., rendendola il secondo mercato domestico per il Gruppo Crédit Agricole. Crédit Agricole in Italia è stabilmente tra i gruppi bancari più affermati e profittevoli, essendo la settima più grande rete bancaria commerciale, la prima in consumer finance, la terza in asset management e la sesta in bancassicurazione nel ramo vita”.
Con l’acquisizione di Credito Valtellinese, “Crédit Agricole Italia ambisce a consolidare la sua posizione competitiva come la sesta banca commerciale nel mercato italiano per AuM + AuC e a diventare la settima per totale attivi e numero di clienti, raggiungendo una quota di mercato del c.5% a livello nazionale (basata sul numero di filiali)”.
In particolare, il deal garantirebbe la “presenza nelle aree più produttive del Paese, soprattutto in Lombardia; oltre 1,200 filiali e 2,8 milioni di clienti, con accesso diretto all’offerta del Gruppo Crédit Agricole, leader in Europa; una migliore efficienza operativa, in particolare attraverso sinergie di costo; una robusta qualità degli attivi che migliorerà ulteriormente successivamente all’integrazione (incidenza crediti deteriorati lordi dell’entità aggregata al 6,6% e copertura dei crediti deteriorati al 54% ai 9 mesi 2020, con l’intenzione da parte di Crédit Agricole Italia di perseguire attivamente nel de-risking dell’entità aggregata); una solidità finanziaria, ulteriormente rafforzata dal supporto del Gruppo Crédit Agricole, e dimostrata da un elevato livello di solvency e solidi credit ratings”.
Sfuma progetto Credit Agricole Italia-Banco BPM
Verso la metà di ottobre, un deal Banco BPM-Credit Agricole Italia sembrava cosa fatta, tant’è che si parlava anche della possibilità che UniCredit venisse spodestata con la nascita della seconda banca italiana, immediatamente dopo quella che si è già stagliata al podio della classifica, con l’operazione tra Intesa SanPaolo e Ubi Banca.
Di Banco BPM e di risiko bancario aveva parlato in quei giorni anche un articolo pubblicato su S&P Global Market Intelligence dal titolo Urge to merge hits Italy as Banco BPM becomes subject of takeover speculation, che aveva ricordato ricordando come elevata fosse l’urgenza, nel settore bancario, di avviare operazioni di fusioni e di acquisizioni che rafforzassero i bilanci, soprattutto in un contesto in cui la redditività delle banche era (ed è) minata dalla persistente pandemia COVID-19.
Era stato lo stesso Andrea Enria, numero uno dell’unità di Supervisione bancaria della Bce, il Single Supervisory Mechanism, a sottolineare come la crisi scatenata dal coronavirus avesse colpito il settore in un momento di ‘debolezza strutturale’.
Più fonti avevano sottolineato come Banco BPM fosse appetibile agli occhi dei francesi, che avevano (hanno)esperienza di fusioni nel territorio, visto che Credit Agricole Italia aveva acquistato le tre casse BANCA CARIM – Cassa di Risparmio di Rimini SpA, Cassa di Risparmio di Cesena SpA e Cassa di Risparmio di San Miniato SpA, nel 2017.
Credito Valtellinese era entrata comunque anch’essa nelle mire di Credit Agricole Italia. Tra l’altro, alcuni analisti avevano fatto notare come l’appeal speculativo di CreVal permanesse.
In particolare, Equita SIM aveva scritto che l’asse Credit Agricole-Cariparma sarebbe stato un “candidato ideale per un’aggregazione con Credito Valtellinese, vista la presenza di Credit Agricole nel capitale di Creval con una quota del 5%, acquisita nell’ambito della definizione degli accordi bancassicurativi”.
Autore: Laura Naka Antonelli
Fonte: Finanza On Line
In principio sembrava che la scelta dei francesi di Credit Agricole, presenti stabilmente in Italia con Credit Agricole Italia, fosse ricaduta su Banco BPM, anche se il nome di Credito Valtellinese era stato comunque indicato tra le prede possibili del gruppo. E invece niente Banco BPM, che pur sembrava la candidata italiana perfetta: Credit Agricole Italia ha scelto alla fine CreVal.
Controllata per il 75,6% da Crédit Agricole S.A. (‘CASA’), la banca ha annunciato stamattina di aver lanciato un’offerta pubblica di acquisto volontaria totalitaria, con corrispettivo in denaro, sulla totalità delle azioni di Credito Valtellinese S.p.A. (“Credito Valtellinese”), per un valore di 10,50€ per ogni azione Creval.
Il prezzo corrisponde a un investimento totale di 737€ milioni da parte di Crédit Agricole Italia per arrivare a detenere il 100% delle azioni di Credito Valtellinese e rappresenta un premio del 21,4% rispetto al prezzo di Credito Valtellinese al 20 Novembre 2020.
“Crédit Agricole Italia – si legge nel comunicato diramato dalla banca – ha già ricevuto un impegno a vendere da parte di Algebris, per la sua partecipazione in Credito Valtellinese pari a circa il 5,4% del capitale sociale, previa approvazione regolamentare. Nel contesto dell’offerta, Crédit Agricole Assurances (controllata di Crédit Agricole S.A.) venderà a Crédit Agricole Italia la partecipazione detenuta in Credito Valtellinese, pari a circa 9,8% del capitale sociale. A seguito dell’Offerta, Crédit Agricole Italia intende procedere alla fusione per incorporazione di Credito Valtellinese in Crédit Agricole Italia al fine di consentire un’effettiva integrazione delle proprie attività con quelle di Credito Valtellinese. L’Offerta sarà condizionata al raggiungimento da parte di Crédit Agricole Italia di una partecipazione pari almeno al 66,7% del capitale sociale con diritto di voto di Credito Valtellinese, con la possibilità per Crédit Agricole Italia di rinunciare a tale condizione purché abbia acquisito almeno il 50% + 1 azione del capitale sociale con diritto di voto di Credito Valtellinese. Altre condizioni includeranno – inter alia – l’ottenimento delle autorizzazioni incondizionate da parte delle Autorità competenti in materia di antitrust e l’astensione da parte di Credito Valtellinese di qualunque misura difensiva (sebbene autorizzata dall’assemblea degli azionisti di Credito Valtellinese)”.
Credit Agricole Italia: ecco perchè ha scelto Credito Valtellinese
Così commenta il presidente di Credit Agricole Italia Ariberto Fassati: “Credito Valtellinese condivide con noi molti dei valori di fondo che rappresentano la ragion d’essere di Crédit Agricole Italia: il radicamento sul territorio, l’attenzione alle comunità locali e al tessuto sociale e imprenditoriale di riferimento, la valorizzazione delle persone, la sostenibilità del modello di business. Con questa integrazione siamo convinti di poter creare valore aggiunto per tutti gli stakeholder”.
L’AD Giampiero Maioli, Chief Executive Officer di Crédit Agricole Italia e Head of Crédit Agricole S.A. Group per l’Italia, aggiunge che “con questa operazione, i clienti ed i colleghi di Credito Valtellinese otterranno accesso agli stessi prodotti e servizi finanziari tra i migliori del mercato di Crédit Agricole Italia, beneficiando della dimensione, della solidità e della cultura innovativa e focalizzata sul cliente del Gruppo Crédit Agricole, e l’entità aggregata manterrà il proprio forte impegno a supporto dell’Italia e delle comunità locali“.
Viene ricordato come l’Italia sia il “secondo mercato domestico di Crédit Agricole“, nello specifico:
“Il Gruppo Crédit Agricole è da tempo presente in Italia e ad oggi serve 4,5 milioni di clienti nel paese, attraverso più di 1.000 punti vendita (principalmente filiali di Crédit Agricole Italia, Crédit Agricole FriulAdria e Agos), con il supporto di 14.000 collaboratori sul territorio nazionale. L’Italia contribuisce al 15% dell’utile netto totale di Crédit Agricole S.A., rendendola il secondo mercato domestico per il Gruppo Crédit Agricole. Crédit Agricole in Italia è stabilmente tra i gruppi bancari più affermati e profittevoli, essendo la settima più grande rete bancaria commerciale, la prima in consumer finance, la terza in asset management e la sesta in bancassicurazione nel ramo vita”.
Con l’acquisizione di Credito Valtellinese, “Crédit Agricole Italia ambisce a consolidare la sua posizione competitiva come la sesta banca commerciale nel mercato italiano per AuM + AuC e a diventare la settima per totale attivi e numero di clienti, raggiungendo una quota di mercato del c.5% a livello nazionale (basata sul numero di filiali)”.
In particolare, il deal garantirebbe la “presenza nelle aree più produttive del Paese, soprattutto in Lombardia; oltre 1,200 filiali e 2,8 milioni di clienti, con accesso diretto all’offerta del Gruppo Crédit Agricole, leader in Europa; una migliore efficienza operativa, in particolare attraverso sinergie di costo; una robusta qualità degli attivi che migliorerà ulteriormente successivamente all’integrazione (incidenza crediti deteriorati lordi dell’entità aggregata al 6,6% e copertura dei crediti deteriorati al 54% ai 9 mesi 2020, con l’intenzione da parte di Crédit Agricole Italia di perseguire attivamente nel de-risking dell’entità aggregata); una solidità finanziaria, ulteriormente rafforzata dal supporto del Gruppo Crédit Agricole, e dimostrata da un elevato livello di solvency e solidi credit ratings”.
Sfuma progetto Credit Agricole Italia-Banco BPM
Verso la metà di ottobre, un deal Banco BPM-Credit Agricole Italia sembrava cosa fatta, tant’è che si parlava anche della possibilità che UniCredit venisse spodestata con la nascita della seconda banca italiana, immediatamente dopo quella che si è già stagliata al podio della classifica, con l’operazione tra Intesa SanPaolo e Ubi Banca.
Di Banco BPM e di risiko bancario aveva parlato in quei giorni anche un articolo pubblicato su S&P Global Market Intelligence dal titolo Urge to merge hits Italy as Banco BPM becomes subject of takeover speculation, che aveva ricordato ricordando come elevata fosse l’urgenza, nel settore bancario, di avviare operazioni di fusioni e di acquisizioni che rafforzassero i bilanci, soprattutto in un contesto in cui la redditività delle banche era (ed è) minata dalla persistente pandemia COVID-19.
Era stato lo stesso Andrea Enria, numero uno dell’unità di Supervisione bancaria della Bce, il Single Supervisory Mechanism, a sottolineare come la crisi scatenata dal coronavirus avesse colpito il settore in un momento di ‘debolezza strutturale’.
Più fonti avevano sottolineato come Banco BPM fosse appetibile agli occhi dei francesi, che avevano (hanno)esperienza di fusioni nel territorio, visto che Credit Agricole Italia aveva acquistato le tre casse BANCA CARIM – Cassa di Risparmio di Rimini SpA, Cassa di Risparmio di Cesena SpA e Cassa di Risparmio di San Miniato SpA, nel 2017.
Credito Valtellinese era entrata comunque anch’essa nelle mire di Credit Agricole Italia. Tra l’altro, alcuni analisti avevano fatto notare come l’appeal speculativo di CreVal permanesse.
In particolare, Equita SIM aveva scritto che l’asse Credit Agricole-Cariparma sarebbe stato un “candidato ideale per un’aggregazione con Credito Valtellinese, vista la presenza di Credit Agricole nel capitale di Creval con una quota del 5%, acquisita nell’ambito della definizione degli accordi bancassicurativi”.
Autore: Laura Naka Antonelli
Fonte: Finanza On Line