Il quadro economico dell’Italia al tempo del Coronavirus ormai è chiaro: i risparmi crescono nettamente a discapito dei consumi che crollano ai minimi storici. Gli italiani non spendono perché hanno paura e si sentono più sicuri accumulando liquidità. Secondo gli ultimi dati diffusi nei giorni scorsi dall’Abi, ad ottobre i depositi bancari hanno registrato un forte balzo in avanti, crescendo del 9,5% superando i 1700 miliardi di euro. Un’intera finanziaria messa da parte in un solo mese. Su base annua, i depositi sono saliti di oltre 149 miliardi di euro rispetto ad ottobre 2019 in accelerazione rispetto al trend tendenziale di settembre (+8,1%). Lo stock dei depositi detenuti nelle banche italiane, che comprende conti correnti, depositi rimborsabili con preavviso, depositi con durata prestabilita e i pronti contro termine, escludendo i depositi delle altre banche, degli istituti di moneta elettronica, della CDP e delle amministrazioni centrali, raggiunge i 1714,8 miliardi di euro a controbilancia la continua flessione delle obbligazioni bancarie in calo del 7,5% su base annua a 223 miliardi. Secondo il vice dg Abi Gianfranco Torriero “il risparmio di per sè è positivo e le banche devono poter contare su esso per finanziare” famiglie e imprese “ma, come ha detto anche il governatore della Banca d’Italia Visco, i depositi devono essere mobilizzati. Per questo vanno create le condizioni per poter avere maggiori investimenti e quindi un miglioramento della crescita economica”. Dall’altro lato, Visco ha chiesto alle autorità italiane di non ritirare i sostegni concessi durante l’emergenza, perché si rischia di mettere a repentaglio la ripresa e di aggravare le perturbazioni sociali.
Guardando ai consumi, invece, si registra un calo dell’8,1% rispetto ad ottobre 2019, con picchi negativi di -73% per i servizi ricreativi e di -60% degli alberghi. Sono i dati aggiornati di Confcommercio che lancia un allarme su un possibile contraccolpo sul Pil nell’ordine del 4% sull’intero quarto trimestre dell’anno, a meno di un “eccezionale ma improbabile” recupero di dicembre. Per il mese di novembre si stima una riduzione del Pil del 7,7% su ottobre e del 12,1% nel confronto annuo. Le stime sull’intero anno dovrebbero comunque restare intorno al -9%, visto il rimbalzo superiore alle attese che si è registrato nel terzo trimestre. Ma questi dati fanno svanire le previsioni ottimistiche sul 2021, che evidentemente sarà più in salita del previsto. “L’aggravarsi della pandemia e nuovi lockdown pesano sulla nostra economia già provata dalla crisi – ha commentato il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – Ne risentono i consumi e crescono i rischi per l’atteso rimbalzo del Pil nel 2021. Preoccupa, inoltre, la stretta del credito imposta dalle nuove regole dell’Unione europea. Occorre una reazione più forte subito: indennizzi adeguati per le imprese e moratorie fiscali e creditizie”. Infine Sangalli chiede che legge di Bilancio punti sugli investimenti che sono “necessari a rimettere in moto produttività e crescita a vantaggio di più coesione sociale”.
Il quadro economico dell’Italia al tempo del Coronavirus ormai è chiaro: i risparmi crescono nettamente a discapito dei consumi che crollano ai minimi storici. Gli italiani non spendono perché hanno paura e si sentono più sicuri accumulando liquidità. Secondo gli ultimi dati diffusi nei giorni scorsi dall’Abi, ad ottobre i depositi bancari hanno registrato un forte balzo in avanti, crescendo del 9,5% superando i 1700 miliardi di euro. Un’intera finanziaria messa da parte in un solo mese. Su base annua, i depositi sono saliti di oltre 149 miliardi di euro rispetto ad ottobre 2019 in accelerazione rispetto al trend tendenziale di settembre (+8,1%). Lo stock dei depositi detenuti nelle banche italiane, che comprende conti correnti, depositi rimborsabili con preavviso, depositi con durata prestabilita e i pronti contro termine, escludendo i depositi delle altre banche, degli istituti di moneta elettronica, della CDP e delle amministrazioni centrali, raggiunge i 1714,8 miliardi di euro a controbilancia la continua flessione delle obbligazioni bancarie in calo del 7,5% su base annua a 223 miliardi. Secondo il vice dg Abi Gianfranco Torriero “il risparmio di per sè è positivo e le banche devono poter contare su esso per finanziare” famiglie e imprese “ma, come ha detto anche il governatore della Banca d’Italia Visco, i depositi devono essere mobilizzati. Per questo vanno create le condizioni per poter avere maggiori investimenti e quindi un miglioramento della crescita economica”. Dall’altro lato, Visco ha chiesto alle autorità italiane di non ritirare i sostegni concessi durante l’emergenza, perché si rischia di mettere a repentaglio la ripresa e di aggravare le perturbazioni sociali.
Guardando ai consumi, invece, si registra un calo dell’8,1% rispetto ad ottobre 2019, con picchi negativi di -73% per i servizi ricreativi e di -60% degli alberghi. Sono i dati aggiornati di Confcommercio che lancia un allarme su un possibile contraccolpo sul Pil nell’ordine del 4% sull’intero quarto trimestre dell’anno, a meno di un “eccezionale ma improbabile” recupero di dicembre. Per il mese di novembre si stima una riduzione del Pil del 7,7% su ottobre e del 12,1% nel confronto annuo. Le stime sull’intero anno dovrebbero comunque restare intorno al -9%, visto il rimbalzo superiore alle attese che si è registrato nel terzo trimestre. Ma questi dati fanno svanire le previsioni ottimistiche sul 2021, che evidentemente sarà più in salita del previsto. “L’aggravarsi della pandemia e nuovi lockdown pesano sulla nostra economia già provata dalla crisi – ha commentato il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli – Ne risentono i consumi e crescono i rischi per l’atteso rimbalzo del Pil nel 2021. Preoccupa, inoltre, la stretta del credito imposta dalle nuove regole dell’Unione europea. Occorre una reazione più forte subito: indennizzi adeguati per le imprese e moratorie fiscali e creditizie”. Infine Sangalli chiede che legge di Bilancio punti sugli investimenti che sono “necessari a rimettere in moto produttività e crescita a vantaggio di più coesione sociale”.