Tredici anni fa l’accordo Bper-Bpm non andò in porto. Adesso, il ceo di Bper Alessandro Vandelli si dice pronto a “un’operazione di M&A” che dovesse avvenire con uno scambio di azioni. Una modalità simile a quella avvenuta a suo tempo fra Bpm e Banco Popolare.
Castagna è aperto a “discutere con chiunque abbia un progetto forte in Italia nelle regioni in cui siamo presenti”. Un “progetto industriale comune valido, su una banca che abbia un equity story e sia forte nel nord Italia.
Nel 2007, l’accordo Bper-Bpm non andò in porto. Adesso, il ceo di Bper Alessandro Vandelli si dice concentrato sulla “messa a terra” dell’operazione con Intesa Sanpaolo sugli sportelli Ubi. Ma aggiunge pure di essere pronto a “un’operazione di M&A” che dovesse avvenire con uno scambio di azioni (ops) e non per vie onerose. L’occasione è quella di una conference call con gli analisti per la presentazione dei risultati trimestrali. Qualcosa di simile avvenne nell’operazione tra Banco Popolare e Bpm.
Dal canto suo, le parole del ceo di Bpm Giuseppe Castagna sono compatibili con quelle di Vandelli. “Ci consideriamo la banca ‘first mover’ nel processo di consolidamento del settore bancario italiano”. Si dice poi fiducioso e contento dei risultati che la sua banca ha ottenuto in solitaria, “ma siamo aperti a discutere con chiunque abbia un progetto forte in Italia nelle regioni in cui siamo presenti”. Il numero uno di Piazza Meda non vuole commentare le voci specifiche sui colloqui in corso con Credit Agricole, ma si dice interessato a “ogni mossa potenziale che possa rafforzare la banca e produrre sinergie di costo e non solo”. E soprattutto fa riferimento a un “progetto industriale comune valido, su una banca che abbia un equity story e sia forte nel nord Italia. Un merger che potrà portare valore agli azionisti e produrre sinergie di costo”.
Banco Bmp riporta per i primi nove mesi del 2020 un utile netto pari a 262,5 milioni, in peggioramento rispetto ai 701,2 milioni del 30 settembre 2019. Il risultato netto del terzo trimestre da solo è pari a 157 milioni. Il margine di interesse si attesta a 519,9 milioni, in crescita dell’8,4% rispetto al dato del secondo trimestre 2020 (pari a 479,5 milioni). Le commissioni nette del terzo trimestre ammontano a 417,7 milioni. Evidenziano quindi una crescita dell’11% rispetto al secondo trimestre, sia grazie ai servizi di banca commerciale (+6,6%), che a quelli di gestione intermediazione e consulenza (+16,2%).
Buone notizie sul fronte crediti deteriorati. L’npe ratio netto è in diminuzione al 4,7% dal 5,2% di fine 2019 e l’npe ratio lordo ammonta a 8,6%, (9,1% a fine 2019). Si attende comunque un’ulteriore riduzione di questi valori in seguito alle cessioni di crediti non performing entro la fine del 2020, per un importo stimato fino a 1,2 miliardi. Anche l’indice di solidità patrimoniale è in miglioramento, con il common equity tier 1 ratio phased a 15,44%. Al 30 giugno era del 14,73%.
A causa dell’emergenza, Banco Bpm dichiara poi superati gli obiettivi del piano strategico di gruppo 2020-2023. Un nuovo piano verrà approntato dopo la chiusura dell’esercizio. Per quanto riguarda i dividendi, Piazza Meda non esclude una loro distribuzione, “salvo nuovi significativi peggioramenti del contesto”. I quali “non possono essere esclusi”.
Intanto Equita Sim conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 1,9 euro sulla banca milanese (+2,18% a 1,685 euro) dopo i conti. Confermati, affermano da Equita, “un approccio possibilista sull’M&A e la disponibilità a valutare progetti che valorizzino la presenza territoriale di Banco Bpm nel Nord Italia. L’attuale contesto crea però impedimenti operativi a portare avanti eventuali trattative“.
Autore: Teresa Scarale
Fonte: We Wealth
Tredici anni fa l’accordo Bper-Bpm non andò in porto. Adesso, il ceo di Bper Alessandro Vandelli si dice pronto a “un’operazione di M&A” che dovesse avvenire con uno scambio di azioni. Una modalità simile a quella avvenuta a suo tempo fra Bpm e Banco Popolare.
Castagna è aperto a “discutere con chiunque abbia un progetto forte in Italia nelle regioni in cui siamo presenti”. Un “progetto industriale comune valido, su una banca che abbia un equity story e sia forte nel nord Italia.
Nel 2007, l’accordo Bper-Bpm non andò in porto. Adesso, il ceo di Bper Alessandro Vandelli si dice concentrato sulla “messa a terra” dell’operazione con Intesa Sanpaolo sugli sportelli Ubi. Ma aggiunge pure di essere pronto a “un’operazione di M&A” che dovesse avvenire con uno scambio di azioni (ops) e non per vie onerose. L’occasione è quella di una conference call con gli analisti per la presentazione dei risultati trimestrali. Qualcosa di simile avvenne nell’operazione tra Banco Popolare e Bpm.
Dal canto suo, le parole del ceo di Bpm Giuseppe Castagna sono compatibili con quelle di Vandelli. “Ci consideriamo la banca ‘first mover’ nel processo di consolidamento del settore bancario italiano”. Si dice poi fiducioso e contento dei risultati che la sua banca ha ottenuto in solitaria, “ma siamo aperti a discutere con chiunque abbia un progetto forte in Italia nelle regioni in cui siamo presenti”. Il numero uno di Piazza Meda non vuole commentare le voci specifiche sui colloqui in corso con Credit Agricole, ma si dice interessato a “ogni mossa potenziale che possa rafforzare la banca e produrre sinergie di costo e non solo”. E soprattutto fa riferimento a un “progetto industriale comune valido, su una banca che abbia un equity story e sia forte nel nord Italia. Un merger che potrà portare valore agli azionisti e produrre sinergie di costo”.
Banco Bmp riporta per i primi nove mesi del 2020 un utile netto pari a 262,5 milioni, in peggioramento rispetto ai 701,2 milioni del 30 settembre 2019. Il risultato netto del terzo trimestre da solo è pari a 157 milioni. Il margine di interesse si attesta a 519,9 milioni, in crescita dell’8,4% rispetto al dato del secondo trimestre 2020 (pari a 479,5 milioni). Le commissioni nette del terzo trimestre ammontano a 417,7 milioni. Evidenziano quindi una crescita dell’11% rispetto al secondo trimestre, sia grazie ai servizi di banca commerciale (+6,6%), che a quelli di gestione intermediazione e consulenza (+16,2%).
Buone notizie sul fronte crediti deteriorati. L’npe ratio netto è in diminuzione al 4,7% dal 5,2% di fine 2019 e l’npe ratio lordo ammonta a 8,6%, (9,1% a fine 2019). Si attende comunque un’ulteriore riduzione di questi valori in seguito alle cessioni di crediti non performing entro la fine del 2020, per un importo stimato fino a 1,2 miliardi. Anche l’indice di solidità patrimoniale è in miglioramento, con il common equity tier 1 ratio phased a 15,44%. Al 30 giugno era del 14,73%.
A causa dell’emergenza, Banco Bpm dichiara poi superati gli obiettivi del piano strategico di gruppo 2020-2023. Un nuovo piano verrà approntato dopo la chiusura dell’esercizio. Per quanto riguarda i dividendi, Piazza Meda non esclude una loro distribuzione, “salvo nuovi significativi peggioramenti del contesto”. I quali “non possono essere esclusi”.
Intanto Equita Sim conferma la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 1,9 euro sulla banca milanese (+2,18% a 1,685 euro) dopo i conti. Confermati, affermano da Equita, “un approccio possibilista sull’M&A e la disponibilità a valutare progetti che valorizzino la presenza territoriale di Banco Bpm nel Nord Italia. L’attuale contesto crea però impedimenti operativi a portare avanti eventuali trattative“.
Autore: Teresa Scarale
Fonte: We Wealth