Aidexa la startup fondata da Roberto Nicastro e Federico Sforza, entrambi con un passato da top manager in Unicredit, ha raccolto 45 milioni in seed financing.
Il progetto, presentato diversi mesi fa con il nome provvisorio di “Banca Idea”, si propone di utilizzare una combinazione di AI e Open Banking per puntare ai sette milioni di imprese in Italia con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, utilizzano un modello di servizio interamente digitale. L’obiettivo è fornire credito e risposte in tempi rapidi, con il minimo indispensabile di burocrazia.
Ad oggi la società parte con l’iscrizione all’albo degli intermediari bancari ex art 106 TUB (ottenuta mediante acquisizione di operatore molisano), ma avrebbe avviato istanza per diventare banca nel 2021.
L’architettura IT, come era ovvio attendersi è nativamente in cloud, con un’architettura aperta che permette di collaborare con terze parti e cavalcare l’open banking.Nonostante l’approccio prevalentemente digitale,a disposizione del cliente ci sarà sempre un Business Banker, contattabile in modalità virtuale.
Il primo prodotto, disponibile entro la fine 2020 è un finanziamento a breve termine fino a 100mila euro chiamato X instant. I flussi di cassa attesi dell’impresa vengono ricostruiti grazie alle informazioni prelevate mediante canali di open banking (quindi accedendo anche ai conti degli altri istituti) che vengono eleaborate in tempo reale e forniscono immediatamente un giudizio sulla ammissibilità o meno del finanziamento e un pricing legato alla rischiosità dell’impresa.
Il principale elemento distintivo della nuova Fintech italiana, rispetto ad altre challenger bank riguarda l’approccio orizzontale: in genere questo tipo di società innovative si concentrano su servizi e prodotti specifici come credito, pagamento etc. Ma questo comporta un frazinamento e una molteplicità di interlocutori che non è gradito ai piccoli imprenditori che piuttosto preferiscono in linea di principio una “versione digitale” dalla banca tradizionale a cui sono abituati.
Tra gli investitori principali troviamo Generali, con il 16% di AideXa, poi Gruppo Sella, Banca IFIS e ISA Istituto Atesino di Sviluppo, ciascuno con il 10%. Sono evidenti i potenziali di partnership in diversi ambiti. Sotto il 10% troviamo altri 30 investitori tra istituzionali, angel e family office: ci sono 360 Capital, Banca Agricola Popolare di Ragusa, Confartigianato Imprese.
Aidexa la startup fondata da Roberto Nicastro e Federico Sforza, entrambi con un passato da top manager in Unicredit, ha raccolto 45 milioni in seed financing.
Il progetto, presentato diversi mesi fa con il nome provvisorio di “Banca Idea”, si propone di utilizzare una combinazione di AI e Open Banking per puntare ai sette milioni di imprese in Italia con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, utilizzano un modello di servizio interamente digitale. L’obiettivo è fornire credito e risposte in tempi rapidi, con il minimo indispensabile di burocrazia.
Ad oggi la società parte con l’iscrizione all’albo degli intermediari bancari ex art 106 TUB (ottenuta mediante acquisizione di operatore molisano), ma avrebbe avviato istanza per diventare banca nel 2021.
L’architettura IT, come era ovvio attendersi è nativamente in cloud, con un’architettura aperta che permette di collaborare con terze parti e cavalcare l’open banking.Nonostante l’approccio prevalentemente digitale,a disposizione del cliente ci sarà sempre un Business Banker, contattabile in modalità virtuale.
Il primo prodotto, disponibile entro la fine 2020 è un finanziamento a breve termine fino a 100mila euro chiamato X instant. I flussi di cassa attesi dell’impresa vengono ricostruiti grazie alle informazioni prelevate mediante canali di open banking (quindi accedendo anche ai conti degli altri istituti) che vengono eleaborate in tempo reale e forniscono immediatamente un giudizio sulla ammissibilità o meno del finanziamento e un pricing legato alla rischiosità dell’impresa.
Il principale elemento distintivo della nuova Fintech italiana, rispetto ad altre challenger bank riguarda l’approccio orizzontale: in genere questo tipo di società innovative si concentrano su servizi e prodotti specifici come credito, pagamento etc. Ma questo comporta un frazinamento e una molteplicità di interlocutori che non è gradito ai piccoli imprenditori che piuttosto preferiscono in linea di principio una “versione digitale” dalla banca tradizionale a cui sono abituati.
Tra gli investitori principali troviamo Generali, con il 16% di AideXa, poi Gruppo Sella, Banca IFIS e ISA Istituto Atesino di Sviluppo, ciascuno con il 10%. Sono evidenti i potenziali di partnership in diversi ambiti. Sotto il 10% troviamo altri 30 investitori tra istituzionali, angel e family office: ci sono 360 Capital, Banca Agricola Popolare di Ragusa, Confartigianato Imprese.