Duff & Phelps Real Estate Advisory Group (REAG) ha pubblicato l’ultima edizione della Congiuntura del Mercato Immobiliare Italiano, che illustra i trend dei principali indicatori dei settori corporate, come Terziario, Industriale-logistico, Retail, Hospitality e healthcare, Residenziale.
In Italia il volume degli investimenti corporate del primo semestre 2020 si attesta nell’intorno dei 3,5 miliardi di euro con una variazione di poco inferiore al 35% rispetto al primo semestre dello scorso anno.
Tale performance riflette l’andamento incerto dei mercati causato dall’emergenza
sanitaria dovuta alla pandemia COVID-19 ancora in corso.
Il 2019 si era chiuso con un nuovo record di investimenti pari a circa 12 mld, e con previsioni per il mercato immobiliare italiano positive, o in crescita nel caso del segmento hospitality, tuttavia già alla fine del primo trimestre dell’anno in corso si sono rilevate le prime anomalie in termini di volume di investimenti derivate dalla chiusura forzata delle attività e l’obbligo di distanziamento sociale, misure che hanno reso più complessa la conclusione dei deal.
Gli scenari post-crisi prevedono per tutte le destinazioni d’uso una radicale riorganizzazione degli spazi e dei flussi.
In particolare, il settore GDO dovrà riadattarsi alle nuove abitudini dei consumatori, velocizzando ad esempio la riorganizzazione delle vendite on line e integrando le proprie attività con quelle di tipo logistica last-mile. Quest’ultima risulta essere un driver fondamentale anche per la ripartenza del settore industriale/logistico.
I negozi posizionati nelle strade principali e le strutture ricettive, in particolare hotel di categoria UpperUp scale e Luxury, dovranno attendere la ripresa dei flussi turistici e del turismo business, e nel contempo dovranno attuare azioni volte ad un’eventuale rimodulazione dei contratti di locazione in essere (revisione dell’ammontare dei canoni o slittamento dei pagamenti), o comunque saranno impegnati a trovare specifiche soluzioni “ad hoc” tra proprietà e tenant.
Per altre asset class, quali uffici e immobili ad uso residenziale si aggiunge al driver sempre attuale della “sostenibilità”, l’attenzione verso gli spazi rispettivamente “per lavorare” e “per vivere”.
In particolare, per gli uffici si prevede una crescita della richiesta di prodotto immobiliare “smart” caratterizzato da layout distributivi in grado di accogliere, ad esempio, sistemi di postazioni a rotazione e in grado di soddisfare le nuove direttive sanitarie applicate ai metri quadrati a postazione.
Per quanto riguarda la residenza si ipotizza un aumento di interesse verso immobili ad uso abitativo da valorizzare con interventi volti a soddisfare le nuove esigenze della domanda (locali per wellness e smartworking, balconi, terrazzi, spazi esterni, ecc.) e da locare a utenti che per esigenze famigliari o di lavoro richiedono spazi abitativi da vivere per brevemedio tempo.
Le destinazioni d’uso del gruppo “alternative” quali student housing, senior living, RSA e cliniche specializzate, dopo una prima fase di incertezza legata al distanziamento sociale e alla ridotta possibilità di muoversi, si prevede tornino a registrare un graduale trend espansivo pre-crisi.
In questo scenario è importante segnalare la resilienza della “città calamita” degli investimenti: Milano.
Nel primo semestre 2020 si stima un ammontare di investimenti nell’intorno dell’1,8 mld, registrando di fatto una tenuta e un sostanziale allineamento a quanto totalizzato nello stesso periodo del 2019, dall’analisi dei dati emerge una flessione contenuta attorno al 5% o di poco superiore.
Nel 2019 Milano ha inciso sul totale investimenti corporate in Italia per il 37% e nel I semestre tale incidenza sale addirittura al 50%. Grazie all’avvio di importanti progetti di rigenerazione urbana registrati nel 2019, il capoluogo lombardo ha confermato la sua reputazione di location “sicura” per gli operatori del real estate.
Duff & Phelps Real Estate Advisory Group (REAG) ha pubblicato l’ultima edizione della Congiuntura del Mercato Immobiliare Italiano, che illustra i trend dei principali indicatori dei settori corporate, come Terziario, Industriale-logistico, Retail, Hospitality e healthcare, Residenziale.
In Italia il volume degli investimenti corporate del primo semestre 2020 si attesta nell’intorno dei 3,5 miliardi di euro con una variazione di poco inferiore al 35% rispetto al primo semestre dello scorso anno.
Tale performance riflette l’andamento incerto dei mercati causato dall’emergenza
sanitaria dovuta alla pandemia COVID-19 ancora in corso.
Il 2019 si era chiuso con un nuovo record di investimenti pari a circa 12 mld, e con previsioni per il mercato immobiliare italiano positive, o in crescita nel caso del segmento hospitality, tuttavia già alla fine del primo trimestre dell’anno in corso si sono rilevate le prime anomalie in termini di volume di investimenti derivate dalla chiusura forzata delle attività e l’obbligo di distanziamento sociale, misure che hanno reso più complessa la conclusione dei deal.
Gli scenari post-crisi prevedono per tutte le destinazioni d’uso una radicale riorganizzazione degli spazi e dei flussi.
In particolare, il settore GDO dovrà riadattarsi alle nuove abitudini dei consumatori, velocizzando ad esempio la riorganizzazione delle vendite on line e integrando le proprie attività con quelle di tipo logistica last-mile. Quest’ultima risulta essere un driver fondamentale anche per la ripartenza del settore industriale/logistico.
I negozi posizionati nelle strade principali e le strutture ricettive, in particolare hotel di categoria UpperUp scale e Luxury, dovranno attendere la ripresa dei flussi turistici e del turismo business, e nel contempo dovranno attuare azioni volte ad un’eventuale rimodulazione dei contratti di locazione in essere (revisione dell’ammontare dei canoni o slittamento dei pagamenti), o comunque saranno impegnati a trovare specifiche soluzioni “ad hoc” tra proprietà e tenant.
Per altre asset class, quali uffici e immobili ad uso residenziale si aggiunge al driver sempre attuale della “sostenibilità”, l’attenzione verso gli spazi rispettivamente “per lavorare” e “per vivere”.
In particolare, per gli uffici si prevede una crescita della richiesta di prodotto immobiliare “smart” caratterizzato da layout distributivi in grado di accogliere, ad esempio, sistemi di postazioni a rotazione e in grado di soddisfare le nuove direttive sanitarie applicate ai metri quadrati a postazione.
Per quanto riguarda la residenza si ipotizza un aumento di interesse verso immobili ad uso abitativo da valorizzare con interventi volti a soddisfare le nuove esigenze della domanda (locali per wellness e smartworking, balconi, terrazzi, spazi esterni, ecc.) e da locare a utenti che per esigenze famigliari o di lavoro richiedono spazi abitativi da vivere per brevemedio tempo.
Le destinazioni d’uso del gruppo “alternative” quali student housing, senior living, RSA e cliniche specializzate, dopo una prima fase di incertezza legata al distanziamento sociale e alla ridotta possibilità di muoversi, si prevede tornino a registrare un graduale trend espansivo pre-crisi.
In questo scenario è importante segnalare la resilienza della “città calamita” degli investimenti: Milano.
Nel primo semestre 2020 si stima un ammontare di investimenti nell’intorno dell’1,8 mld, registrando di fatto una tenuta e un sostanziale allineamento a quanto totalizzato nello stesso periodo del 2019, dall’analisi dei dati emerge una flessione contenuta attorno al 5% o di poco superiore.
Nel 2019 Milano ha inciso sul totale investimenti corporate in Italia per il 37% e nel I semestre tale incidenza sale addirittura al 50%. Grazie all’avvio di importanti progetti di rigenerazione urbana registrati nel 2019, il capoluogo lombardo ha confermato la sua reputazione di location “sicura” per gli operatori del real estate.