Quando passerà l’emergenza Covid, quale sarà la nuova normalità per il settore del credito? E’ la domanda che ha ispirato la Digital Conference, trasmessa ieri in streaming sul sito di UNIREC (Unione nazionale imprese a tutela del credito), dal titolo “Gestione del credito: sostenibilità del business e nuovi scenari competitivi. Quale new normal?”
“Durante il periodo Covid siamo intervenuti in modo tempestivo per assistere le nostre imprese e non rischiare di far saltare il settore e abbiamo creato un tavolo con vari attori sulla gestione del credito tout court grazie al quale abbiamo poi presentato tutta una serie di richieste al Ministero della Giustizia” ha esordito il Presidente di UNIREC Francesco Vovk.
“Gli imprenditori del settore del credito stanno svolgendo un ruolo molto delicato e complicato per la tenuta del tessuto economico e sociale del Paese” ha dichiarato l’On. Marco Di Maio di Italia Viva che si è occupato più volte delle criticità del settore. “Dalla qualità del credito dipenderà una parte delle risposte che il sistema produttivo sarà in grado di dare nei prossimi mesi, in vista di un rilancio”. Di Maio ha ricordato che da tempo, assieme ad UNIREC, si sta cercando di dare una cornice legislativa organica al settore. “Faremo in modo di portare avanti la nostra proposta che, a mio avviso, grazie all’attenzione che UNIREC mette da sempre nei confronti del consumatore, merita una grande attenzione” ha concluso Di Maio.
A tal proposito Vovk ha ricordato che dal 2014 è stato istituito un tavolo permanente con i Consumatori che sono diventati gli interlocutori principali per l’Associazione, sia rispetto all’autoregolamentazione del settore sia con l’obiettivo di modificare in positivo la percezione del ruolo cruciale del recupero crediti per l’intera società. Ma veniamo ai dati. Il X° rapporto di Unirec, oltre a fornire i numeri del 2019, fotografa anche quello che è successo nel 2020 per capire qual è stato l’impatto dell’emergenza Covid sul settore del credito.
“Nel 2019 abbiamo gestito circa 37,7 milioni di pratiche in conto terzi, con un calo di 1 milione di posizioni sul 2018 (-2,8%), ma abbiamo registrato una migliore performace di recupero, con un aumento del 3,7% di pratiche recuperate che sono passate dai 12,4 milioni del 2018 ai 12,8 milioni del 2019 – ha spiegato il Vicepresidente di UNIREC Carlo Giordano – Prosegue, inoltre l’aumento dell’importo dei crediti affidati che ha raggiunto quota 18,6 miliardi di euro (+22,6%), portando il valore complessivo a superare i 100 miliardi di euro. Si tratta di una crescita cui hanno contribuito molto i portafogli di NPL gestiti da servicer specializzati che hanno fatto di recente ingresso in UNIREC”.
Nel 2019 le imprese aderenti all’Associazione hanno recuperato quasi 9 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto all’anno precedente con un incremento di liquidità per le aziende che è servito ad oliare il sistema ed evitare situazioni di stallo, mantenendo allo stesso tempo migliaia di posti di lavoro con una forte valenza sociale. E’ aumentato in modo significativo il ticket medio dell’affidato che passa dai 2.126 euro del 2018 ai 2.680 del 2019 (+31,4%). “Ci aspettiamo che questo valore salirà ancora nel 2020 anche perché in UNIREC stanno entrando grossi player che gestiscono grandi portafogli di crediti”.
Anche nel 2019 le grosse masse di portafogli conto terzi sono state gestite in Phone Collection, con l’87% delle pratiche e il 61% degli importi. Gli importi più grandi vengono gestiti a livello legale, e questa sarà per il settore un’attività sempre più strategica nei prossimi anni. Parlando di ricavi nel 2018 è proseguito un trend positivo con 1.107 milioni registrato dalle imprese nel mondo UNIREC, che rappresenta l’80% del totale. La maggior parte del fatturato è generato dalle grandi aziende: le prime 50 generano l’85% del totale a conferma del fatto che ormai i ricavi del settore sono in mano ai grossi player.
“Fortemente correlate ai ricavi dell’industria del credito sono le tre grandezze che misurano il reddito disponibile delle famiglie, il potere d’acquisto e la spesa per i consumi – ha spiegato Manuela Geranio, Prof. di Economia Università Bocconi – Queste, soprattutto l’ultima, hanno subito un forte calo nel 2020. Infatti è esplosa la propensione al risparmio. Questo vuol dire che nel breve termine non possiamo che attenderci un calo dei ricavi, che durerà probabilmente fino al primo semestre del 2021, considerando che andranno a termine alcune delle misure straordinarie messe in campo dal Governo, come la moratoria dei mutui e la cassa integrazione”. “Dai bilanci 2018 delle aziende vediamo che il valore aggiunto della collection è del 38%, ma la stragrande maggioranza di questo valore va a coprire i costi del personale, a conferma del fatto che si tratta di un settore ad alta intensità lavorativa – ha affermato la Prof. Geranio – Per il 2019 dovremmo avere lo stesso trend, mentre sui bilanci del 2020 potremmo aspettarci, nel caso di un forte calo di fatturato delle aziende stimato intorno al 25%, un calo dei costi variabili, che però non possono comprimersi al 100%. Se li riduciamo al 50%, il margine operativo netto potrà calare da -10% fino a -25%. Se si conferma dunque la riduzione del fatturato, l’anno del Covid porterà sicuramente il settore in territorio negativo”.
“Dati poco confortanti, anche al netto dell’emergenza Covid – hanno precisato dall’Unione nazionale imprese a tutela del credito – Già dai bilanci del 2018 emerge una situazione di bassi margini anche per le imprese più virtuose, figuriamoci se dovesse persistere un calo del fatturato. C’è chiaramente un problema di sostenibilità del settore che dovremmo affrontare guardando ad altri modelli, magari affrontando la struttura delle commissioni che fortunatamente sta cambiando proprio nel periodo Covid”. Nessuno ha la ricetta per uscire da questa situazione, ma va detto che durante l’emergenza le imprese aderenti ad UNIREC hanno dimostrato di essere affidabili, non perdendo neanche un giorno di tempo per agire, accessibili, facendosi trovare pronte nell’affrontare l’emergenza, e disponibili, perché non si sono tirate indietro nella gestione delle attività e negli investimenti in tecnologia che sono aumentati. Le aziende del recupero crediti hanno subito sposato la strategia del lavoro agile, applicato nel 91% dei casi.
Quando passerà l’emergenza Covid, quale sarà la nuova normalità per il settore del credito? E’ la domanda che ha ispirato la Digital Conference, trasmessa ieri in streaming sul sito di UNIREC (Unione nazionale imprese a tutela del credito), dal titolo “Gestione del credito: sostenibilità del business e nuovi scenari competitivi. Quale new normal?”
“Durante il periodo Covid siamo intervenuti in modo tempestivo per assistere le nostre imprese e non rischiare di far saltare il settore e abbiamo creato un tavolo con vari attori sulla gestione del credito tout court grazie al quale abbiamo poi presentato tutta una serie di richieste al Ministero della Giustizia” ha esordito il Presidente di UNIREC Francesco Vovk.
“Gli imprenditori del settore del credito stanno svolgendo un ruolo molto delicato e complicato per la tenuta del tessuto economico e sociale del Paese” ha dichiarato l’On. Marco Di Maio di Italia Viva che si è occupato più volte delle criticità del settore. “Dalla qualità del credito dipenderà una parte delle risposte che il sistema produttivo sarà in grado di dare nei prossimi mesi, in vista di un rilancio”. Di Maio ha ricordato che da tempo, assieme ad UNIREC, si sta cercando di dare una cornice legislativa organica al settore. “Faremo in modo di portare avanti la nostra proposta che, a mio avviso, grazie all’attenzione che UNIREC mette da sempre nei confronti del consumatore, merita una grande attenzione” ha concluso Di Maio.
A tal proposito Vovk ha ricordato che dal 2014 è stato istituito un tavolo permanente con i Consumatori che sono diventati gli interlocutori principali per l’Associazione, sia rispetto all’autoregolamentazione del settore sia con l’obiettivo di modificare in positivo la percezione del ruolo cruciale del recupero crediti per l’intera società. Ma veniamo ai dati. Il X° rapporto di Unirec, oltre a fornire i numeri del 2019, fotografa anche quello che è successo nel 2020 per capire qual è stato l’impatto dell’emergenza Covid sul settore del credito.
“Nel 2019 abbiamo gestito circa 37,7 milioni di pratiche in conto terzi, con un calo di 1 milione di posizioni sul 2018 (-2,8%), ma abbiamo registrato una migliore performace di recupero, con un aumento del 3,7% di pratiche recuperate che sono passate dai 12,4 milioni del 2018 ai 12,8 milioni del 2019 – ha spiegato il Vicepresidente di UNIREC Carlo Giordano – Prosegue, inoltre l’aumento dell’importo dei crediti affidati che ha raggiunto quota 18,6 miliardi di euro (+22,6%), portando il valore complessivo a superare i 100 miliardi di euro. Si tratta di una crescita cui hanno contribuito molto i portafogli di NPL gestiti da servicer specializzati che hanno fatto di recente ingresso in UNIREC”.
Nel 2019 le imprese aderenti all’Associazione hanno recuperato quasi 9 miliardi di euro, un miliardo in più rispetto all’anno precedente con un incremento di liquidità per le aziende che è servito ad oliare il sistema ed evitare situazioni di stallo, mantenendo allo stesso tempo migliaia di posti di lavoro con una forte valenza sociale. E’ aumentato in modo significativo il ticket medio dell’affidato che passa dai 2.126 euro del 2018 ai 2.680 del 2019 (+31,4%). “Ci aspettiamo che questo valore salirà ancora nel 2020 anche perché in UNIREC stanno entrando grossi player che gestiscono grandi portafogli di crediti”.
Anche nel 2019 le grosse masse di portafogli conto terzi sono state gestite in Phone Collection, con l’87% delle pratiche e il 61% degli importi. Gli importi più grandi vengono gestiti a livello legale, e questa sarà per il settore un’attività sempre più strategica nei prossimi anni. Parlando di ricavi nel 2018 è proseguito un trend positivo con 1.107 milioni registrato dalle imprese nel mondo UNIREC, che rappresenta l’80% del totale. La maggior parte del fatturato è generato dalle grandi aziende: le prime 50 generano l’85% del totale a conferma del fatto che ormai i ricavi del settore sono in mano ai grossi player.
“Fortemente correlate ai ricavi dell’industria del credito sono le tre grandezze che misurano il reddito disponibile delle famiglie, il potere d’acquisto e la spesa per i consumi – ha spiegato Manuela Geranio, Prof. di Economia Università Bocconi – Queste, soprattutto l’ultima, hanno subito un forte calo nel 2020. Infatti è esplosa la propensione al risparmio. Questo vuol dire che nel breve termine non possiamo che attenderci un calo dei ricavi, che durerà probabilmente fino al primo semestre del 2021, considerando che andranno a termine alcune delle misure straordinarie messe in campo dal Governo, come la moratoria dei mutui e la cassa integrazione”. “Dai bilanci 2018 delle aziende vediamo che il valore aggiunto della collection è del 38%, ma la stragrande maggioranza di questo valore va a coprire i costi del personale, a conferma del fatto che si tratta di un settore ad alta intensità lavorativa – ha affermato la Prof. Geranio – Per il 2019 dovremmo avere lo stesso trend, mentre sui bilanci del 2020 potremmo aspettarci, nel caso di un forte calo di fatturato delle aziende stimato intorno al 25%, un calo dei costi variabili, che però non possono comprimersi al 100%. Se li riduciamo al 50%, il margine operativo netto potrà calare da -10% fino a -25%. Se si conferma dunque la riduzione del fatturato, l’anno del Covid porterà sicuramente il settore in territorio negativo”.
“Dati poco confortanti, anche al netto dell’emergenza Covid – hanno precisato dall’Unione nazionale imprese a tutela del credito – Già dai bilanci del 2018 emerge una situazione di bassi margini anche per le imprese più virtuose, figuriamoci se dovesse persistere un calo del fatturato. C’è chiaramente un problema di sostenibilità del settore che dovremmo affrontare guardando ad altri modelli, magari affrontando la struttura delle commissioni che fortunatamente sta cambiando proprio nel periodo Covid”. Nessuno ha la ricetta per uscire da questa situazione, ma va detto che durante l’emergenza le imprese aderenti ad UNIREC hanno dimostrato di essere affidabili, non perdendo neanche un giorno di tempo per agire, accessibili, facendosi trovare pronte nell’affrontare l’emergenza, e disponibili, perché non si sono tirate indietro nella gestione delle attività e negli investimenti in tecnologia che sono aumentati. Le aziende del recupero crediti hanno subito sposato la strategia del lavoro agile, applicato nel 91% dei casi.