Filiali, dividendi, premi. Ubi ribatte punto per punto a Intesa San Paolo nel secondo giorno, ieri, dell’ops lanciata dalla banca guidata da Carlo Messina sul 100% dell’istituto amministrato da Victor Massiah. Si aspetta il parere dell’Antitrust. Intanto, ieri, nella seconda giornata di offerta pubblica di scambio volontaria lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca sono state apportate 1.713.111 azioni, secondo le comunicazioni giornaliere di Borsa Italiana. Complessivamente, nei due giorni, sono state apportate all’offerta 3.674.926 azioni, pari allo 0,321% del capitale. Palazzo Mezzanotte ricorda che le azioni ordinarie Ubi acquistate sul mercato nei giorni 27 e 28 luglio non potranno essere apportate in adesione all’offerta. L’operazione proseguirà fino al 28 luglio salvo proroghe e interessa il 100% delle azioni della banca lombarda.
In una nota, Ubi banca ribatte punto su punto circa la ripartizione del valore e delle sinergie, la distribuzione cumulata di dividendi nel triennio 2020-2022, l’assenza di un premio nelle valutazioni relative al concambio dell’eventuale fusione, le considerazioni sulla fusione e le considerazioni riguardanti le valutazioni del cda relative alla non congruità del corrispettivo, approfondisce anche gli scenari nel caso di mancata fusione e lascia intendere di non aver intenzione di cedere il ramo bancario a Bper e quello assicurativo a Unipol nel caso in cui non avvenisse la fusione e dunque Intesa rimanesse senza «armi» di legge per far diventare efficace questa cessione. Il cda di Ubi Banca ha evidenziato come, Intesa, in assenza di fusione, non potrebbe legittimamente imporre a Ubi Banca operazioni che violino i principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale della medesima e che contrastino con il suo interesse sociale. «Nel caso in cui non venisse realizzata la fusione, Intesa non potrebbe legittimamente imporre a Ubi di dare corso alla cessione del ramo bancario a Bper e, conseguentemente, alla cessione dei rami assicurativi a UnipolSai».
Una stilettata giunge anche sul tema dividendi. «Il flusso di dividendi di Intesa Sanpaolo è stato negli ultimi anni alimentato anche da plurime e rilevanti operazioni straordinarie», ha spiegato Ubi. «Per quanto riguarda la distribuzione cumulata di dividendi nel triennio 2020-2022 pari a 840 milioni di euro, si evidenzia che il contributo delle operazioni o iniziative di carattere strategico riguardanti partecipazioni/attività pari a 350 milioni è da considerarsi all’interno del più ampio insieme di azioni previste nel piano industriale aggiornato. Per informazioni in merito alle valutazioni del Cda di Ubi Banca sulla data di riferimento ai fini del calcolo del premio sui prezzi di borsa e, più in generale, sulla valenza informativa del premio dichiarato da Intesa». Una precisazione arriva sul capitolo delle sinergie. Nella «ripartizione del valore e delle sinergie derivanti» dall’Ops «a favore degli attuali azionisti di Ubi Banca, si sottolinea che la valorizzazione di Ubi Banca e Intesa Sanpaolo a cui fa riferimento» la banca guidata dal ceo, Carlo Messina, «nella quantificazione del premio offerto agli azionisti di Ubi è calcolata sui prezzi di mercato dei titoli al 14 febbraio 2020 (giorno di borsa aperta precedente l’annuncio dell’Ops e la presentazione, da parte di Ubi, del piano industriale) e non sulla valutazione fondamentale delle due banche», scrive Ubi. «Inoltre, la valutazione fondamentale delle due banche è stata considerata in ottica stand alone, senza includere il valore delle sinergie prospettate da Intesa. Il corrispettivo è stato ritenuto dal cda di Ubi non congruo da un punto di vista finanziario. Intesa Sanpaolo ha incontrato ieri le associazioni dei consumatori aderenti al Consiglio nazionale consumatori utenti per spiegare l’Ops su Ubi.
Fonte: Italia Oggi
Filiali, dividendi, premi. Ubi ribatte punto per punto a Intesa San Paolo nel secondo giorno, ieri, dell’ops lanciata dalla banca guidata da Carlo Messina sul 100% dell’istituto amministrato da Victor Massiah. Si aspetta il parere dell’Antitrust. Intanto, ieri, nella seconda giornata di offerta pubblica di scambio volontaria lanciata da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca sono state apportate 1.713.111 azioni, secondo le comunicazioni giornaliere di Borsa Italiana. Complessivamente, nei due giorni, sono state apportate all’offerta 3.674.926 azioni, pari allo 0,321% del capitale. Palazzo Mezzanotte ricorda che le azioni ordinarie Ubi acquistate sul mercato nei giorni 27 e 28 luglio non potranno essere apportate in adesione all’offerta. L’operazione proseguirà fino al 28 luglio salvo proroghe e interessa il 100% delle azioni della banca lombarda.
In una nota, Ubi banca ribatte punto su punto circa la ripartizione del valore e delle sinergie, la distribuzione cumulata di dividendi nel triennio 2020-2022, l’assenza di un premio nelle valutazioni relative al concambio dell’eventuale fusione, le considerazioni sulla fusione e le considerazioni riguardanti le valutazioni del cda relative alla non congruità del corrispettivo, approfondisce anche gli scenari nel caso di mancata fusione e lascia intendere di non aver intenzione di cedere il ramo bancario a Bper e quello assicurativo a Unipol nel caso in cui non avvenisse la fusione e dunque Intesa rimanesse senza «armi» di legge per far diventare efficace questa cessione. Il cda di Ubi Banca ha evidenziato come, Intesa, in assenza di fusione, non potrebbe legittimamente imporre a Ubi Banca operazioni che violino i principi di corretta gestione societaria e imprenditoriale della medesima e che contrastino con il suo interesse sociale. «Nel caso in cui non venisse realizzata la fusione, Intesa non potrebbe legittimamente imporre a Ubi di dare corso alla cessione del ramo bancario a Bper e, conseguentemente, alla cessione dei rami assicurativi a UnipolSai».
Una stilettata giunge anche sul tema dividendi. «Il flusso di dividendi di Intesa Sanpaolo è stato negli ultimi anni alimentato anche da plurime e rilevanti operazioni straordinarie», ha spiegato Ubi. «Per quanto riguarda la distribuzione cumulata di dividendi nel triennio 2020-2022 pari a 840 milioni di euro, si evidenzia che il contributo delle operazioni o iniziative di carattere strategico riguardanti partecipazioni/attività pari a 350 milioni è da considerarsi all’interno del più ampio insieme di azioni previste nel piano industriale aggiornato. Per informazioni in merito alle valutazioni del Cda di Ubi Banca sulla data di riferimento ai fini del calcolo del premio sui prezzi di borsa e, più in generale, sulla valenza informativa del premio dichiarato da Intesa». Una precisazione arriva sul capitolo delle sinergie. Nella «ripartizione del valore e delle sinergie derivanti» dall’Ops «a favore degli attuali azionisti di Ubi Banca, si sottolinea che la valorizzazione di Ubi Banca e Intesa Sanpaolo a cui fa riferimento» la banca guidata dal ceo, Carlo Messina, «nella quantificazione del premio offerto agli azionisti di Ubi è calcolata sui prezzi di mercato dei titoli al 14 febbraio 2020 (giorno di borsa aperta precedente l’annuncio dell’Ops e la presentazione, da parte di Ubi, del piano industriale) e non sulla valutazione fondamentale delle due banche», scrive Ubi. «Inoltre, la valutazione fondamentale delle due banche è stata considerata in ottica stand alone, senza includere il valore delle sinergie prospettate da Intesa. Il corrispettivo è stato ritenuto dal cda di Ubi non congruo da un punto di vista finanziario. Intesa Sanpaolo ha incontrato ieri le associazioni dei consumatori aderenti al Consiglio nazionale consumatori utenti per spiegare l’Ops su Ubi.
Fonte: Italia Oggi