L’Italia sta iniziando la cosiddetta fase 3 della ripartenza dopo dell’emergenza Covid-19, durante la quale andranno progressivamente a ridursi le limitazioni introdotte per il contenimento della diffusione della pandemia. Se sotto il profilo medico appare netta la riduzione dei contagi e della mortalità, gli effetti economici e finanziari sull’universo delle imprese sono al momento solo parzialmente visibili e dispiegheranno i loro effetti su un arco temporale ben più ampio.
LE PREVISIONI SULL’ANDAMENTO ECONOMICO-FINANZIARIO DELLE IMPRESE ITALIANE
Analizzando il quadro generale, le previsioni elaborate da CRIF su dati CRIBIS, relativamente all’universo delle imprese non finanziarie italiane, stimano per il 2020 una flessione media del fatturato superiore al -10%. L’onda lunga della crisi, particolarmente intensa per alcuni settori merceologici, si tradurrà poi nel 2021 in un recupero solo parziale del gap rispetto al contesto pre-crisi, con una perdita cumulata di fatturato sull’intero biennio 2020-2021 stimata nell’ordine del -3%.
Ancor più rilevante l’impatto atteso sulla profittabilità operativa, su cui grava, specie nei settori caratterizzati da un’elevata base di costi fissi, l’effetto congiunto dei mesi di lockdown e dei tempi necessari per la piena ripartenza sia dal punto di vista operativo che di domanda finale. CRIF stima per il 2020 una contrazione dell’EBITDA del -23% circa rispetto al 2019. Anche in questo caso per il 2021 si prospetta un recupero importante, ma non integrale.
Il netto rallentamento sul fronte economico farà sentire i suoi significativi effetti anche sul profilo finanziario delle imprese italiane, a causa della flessione dei margini e di un allungamento dei tempi di incasso dei crediti in molte filiere. I flussi di cassa delle imprese italiane risulteranno sostanzialmente dimezzati, con punte del 90% per le aziende operanti nei settori ad elevata incidenza di capitale circolante.
“Se alle difficoltà che le imprese si troveranno ad affrontare nei prossimi mesi si aggiunge la contemporanea esigenza di copertura del debito finanziario in scadenza nel 2020, in numerosi comparti emergeranno necessità finanziarie rilevanti, per far fronte alle quali giocheranno un ruolo di primo piano le misure varate dal Governo italiano in termini di moratorie sull’esposizioni creditizie in essere ed accesso al credito bancario col supporto della garanzia statale” – commenta Simone Mirani, General Manager Operations di CRIF Ratings.
Fonte: Crif
L’Italia sta iniziando la cosiddetta fase 3 della ripartenza dopo dell’emergenza Covid-19, durante la quale andranno progressivamente a ridursi le limitazioni introdotte per il contenimento della diffusione della pandemia. Se sotto il profilo medico appare netta la riduzione dei contagi e della mortalità, gli effetti economici e finanziari sull’universo delle imprese sono al momento solo parzialmente visibili e dispiegheranno i loro effetti su un arco temporale ben più ampio.
LE PREVISIONI SULL’ANDAMENTO ECONOMICO-FINANZIARIO DELLE IMPRESE ITALIANE
Analizzando il quadro generale, le previsioni elaborate da CRIF su dati CRIBIS, relativamente all’universo delle imprese non finanziarie italiane, stimano per il 2020 una flessione media del fatturato superiore al -10%. L’onda lunga della crisi, particolarmente intensa per alcuni settori merceologici, si tradurrà poi nel 2021 in un recupero solo parziale del gap rispetto al contesto pre-crisi, con una perdita cumulata di fatturato sull’intero biennio 2020-2021 stimata nell’ordine del -3%.
Ancor più rilevante l’impatto atteso sulla profittabilità operativa, su cui grava, specie nei settori caratterizzati da un’elevata base di costi fissi, l’effetto congiunto dei mesi di lockdown e dei tempi necessari per la piena ripartenza sia dal punto di vista operativo che di domanda finale. CRIF stima per il 2020 una contrazione dell’EBITDA del -23% circa rispetto al 2019. Anche in questo caso per il 2021 si prospetta un recupero importante, ma non integrale.
Il netto rallentamento sul fronte economico farà sentire i suoi significativi effetti anche sul profilo finanziario delle imprese italiane, a causa della flessione dei margini e di un allungamento dei tempi di incasso dei crediti in molte filiere. I flussi di cassa delle imprese italiane risulteranno sostanzialmente dimezzati, con punte del 90% per le aziende operanti nei settori ad elevata incidenza di capitale circolante.
“Se alle difficoltà che le imprese si troveranno ad affrontare nei prossimi mesi si aggiunge la contemporanea esigenza di copertura del debito finanziario in scadenza nel 2020, in numerosi comparti emergeranno necessità finanziarie rilevanti, per far fronte alle quali giocheranno un ruolo di primo piano le misure varate dal Governo italiano in termini di moratorie sull’esposizioni creditizie in essere ed accesso al credito bancario col supporto della garanzia statale” – commenta Simone Mirani, General Manager Operations di CRIF Ratings.
Fonte: Crif