Dura prova quella che il Covid 19 sta presentando alle famiglie italiane, dopo la paura a livello sanitario, ancora non del tutto rientrata, ora emerge più forte che mai, dato l’impatto economico che la pandemia in atto ha fatto registrare, un altro timore: ‘quello di non farcela ad arrivare a fine mese’.
Tantissime le aziende e gli esercizi commerciali chiusi, a causa del lockdown forzato, molti gli italiani senza lavoro ed in cassa integrazione o a reddito zero, se autonomi, un popolo, quello degli italiani, costretto a dare fondo ai propri risparmi. Da sempre considerati ‘formichine’ negli ultimi tempi stanno faticando a reggere il contraccolpo degli eventi esogeni, e sono arrivati già fragili alla crisi economica che sta attraversando l’Italia.
Gli studiosi sono tutti concordi, purtroppo, la pandemia porterà all’erosione dei risparmi delle famiglie italiane e sarà a rischio specie la tenuta di quanti hanno ne hanno pochi a cui attingere, quelli che arrivavano, già a stento alla quarta settimana prima e che ora si sono trovati da un giorno all’ altro senza stipendio.
Il ricercatore Salvatore Morelli, associato presso il Centro Studi per l’Economia e la Finanza dell’Università degli studi di Napoli Federico II, analizzando il tasso di risparmio evidenzia come nel 1995 l’Italia si collocava al primo posto fra i paesi dell’Ocse: “Il 16 per cento del reddito totale disponibile annuale non veniva consumato, ma risparmiato, ma Già nel 2008 il tasso di risparmio era sceso all’8 per cento”. Poi aggiunge, la crisi iniziata nel 2008 ha ulteriormente peggiorato le cose “Nel 2018 il tasso di risparmio era uno dei più bassi tra i paesi economicamente avanzati, pari al 2,5 per cento”. Il problema, secondo Morelli, è che molti non hanno risparmi sufficienti per poter contrastare tale emergenza, che si sta protraendo a livello economico. In Italia afferma “dieci milioni di persone più povere possiedono in media circa 300 euro di risparmi”.
Anche Giorgio Di Giorgio, titolare della cattedra di Economia monetaria alla Luiss, aggiunge: “Dopo le crisi del 2008 e del 2011 si è registrato un drastico calo degli investimenti in reddito fisso, complice il calo dei rendimenti, e un’impennata della liquidità”. Il punto cruciale è però, a detta del docente, quanto possa durare la resistenza; “I poveri, dice avvalorando l’idea di Morelli, sono già in difficoltà e a breve lo saranno tutti quelli che lavoravano a giornata, in nero, nei ristoranti, nei bar, nei negozi”.
Sebbene gli italiani siano da sempre ‘formichine’ ed il primo motivo di risparmio (43%), sia proprio quello di accumulare per affrontare gli imprevisti come conferma l’ indagine 2019 del Centro Einaudi-Banca Intesasanpaolo e Doxa, le difficoltà emergeranno comunque per molte famiglie come fa notare l’economista Beppe Russo, direttore del Centro Einaudi che riflette sull’impatto economico della pandemia:
«Quattro famiglie su cinque rompendo il salvadanaio avrebbero risparmi sufficienti per un’emergenza economica temporanea, ma una famiglia su cinque non sa dove trovare i risparmi e le risorse per far fronte ad un prolungato periodo di mancanza di lavoro».
Non resta dunque che sperare che il lockdown termini quanto prima, nel rispetto delle misure di sicurezza per le persone, e si torni il prima possibile alla normalità.
Dura prova quella che il Covid 19 sta presentando alle famiglie italiane, dopo la paura a livello sanitario, ancora non del tutto rientrata, ora emerge più forte che mai, dato l’impatto economico che la pandemia in atto ha fatto registrare, un altro timore: ‘quello di non farcela ad arrivare a fine mese’.
Tantissime le aziende e gli esercizi commerciali chiusi, a causa del lockdown forzato, molti gli italiani senza lavoro ed in cassa integrazione o a reddito zero, se autonomi, un popolo, quello degli italiani, costretto a dare fondo ai propri risparmi. Da sempre considerati ‘formichine’ negli ultimi tempi stanno faticando a reggere il contraccolpo degli eventi esogeni, e sono arrivati già fragili alla crisi economica che sta attraversando l’Italia.
Gli studiosi sono tutti concordi, purtroppo, la pandemia porterà all’erosione dei risparmi delle famiglie italiane e sarà a rischio specie la tenuta di quanti hanno ne hanno pochi a cui attingere, quelli che arrivavano, già a stento alla quarta settimana prima e che ora si sono trovati da un giorno all’ altro senza stipendio.
Il ricercatore Salvatore Morelli, associato presso il Centro Studi per l’Economia e la Finanza dell’Università degli studi di Napoli Federico II, analizzando il tasso di risparmio evidenzia come nel 1995 l’Italia si collocava al primo posto fra i paesi dell’Ocse: “Il 16 per cento del reddito totale disponibile annuale non veniva consumato, ma risparmiato, ma Già nel 2008 il tasso di risparmio era sceso all’8 per cento”. Poi aggiunge, la crisi iniziata nel 2008 ha ulteriormente peggiorato le cose “Nel 2018 il tasso di risparmio era uno dei più bassi tra i paesi economicamente avanzati, pari al 2,5 per cento”. Il problema, secondo Morelli, è che molti non hanno risparmi sufficienti per poter contrastare tale emergenza, che si sta protraendo a livello economico. In Italia afferma “dieci milioni di persone più povere possiedono in media circa 300 euro di risparmi”.
Anche Giorgio Di Giorgio, titolare della cattedra di Economia monetaria alla Luiss, aggiunge: “Dopo le crisi del 2008 e del 2011 si è registrato un drastico calo degli investimenti in reddito fisso, complice il calo dei rendimenti, e un’impennata della liquidità”. Il punto cruciale è però, a detta del docente, quanto possa durare la resistenza; “I poveri, dice avvalorando l’idea di Morelli, sono già in difficoltà e a breve lo saranno tutti quelli che lavoravano a giornata, in nero, nei ristoranti, nei bar, nei negozi”.
Sebbene gli italiani siano da sempre ‘formichine’ ed il primo motivo di risparmio (43%), sia proprio quello di accumulare per affrontare gli imprevisti come conferma l’ indagine 2019 del Centro Einaudi-Banca Intesasanpaolo e Doxa, le difficoltà emergeranno comunque per molte famiglie come fa notare l’economista Beppe Russo, direttore del Centro Einaudi che riflette sull’impatto economico della pandemia:
«Quattro famiglie su cinque rompendo il salvadanaio avrebbero risparmi sufficienti per un’emergenza economica temporanea, ma una famiglia su cinque non sa dove trovare i risparmi e le risorse per far fronte ad un prolungato periodo di mancanza di lavoro».
Non resta dunque che sperare che il lockdown termini quanto prima, nel rispetto delle misure di sicurezza per le persone, e si torni il prima possibile alla normalità.