In un contesto reso ancor più drammatico da stime funeste della Banca centrale europea, i Ventisette hanno dato mandato alla Commissione europea di mettere a punto un nuovo fondo per la ripresa, incentrato sul bilancio comunitario 2021-2027 e con cui affrontare lo shock causato dalla pandemia influenzale. Molti aspetti – dall’importo del fondo all’uso del denaro – restano incerti, ma intanto Berlino si è detta pronta a un forte aumento del suo contributo finanziario a favore dell’Unione.
In una conferenza stampa, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha definito il vertice «molto costruttivo». I Ventisette hanno fatto proprie le misure decise dai ministri delle Finanze e che prevedono l’uso del Meccanismo europeo di Stabilità (Mes) a condizioni leggere; la nascita di uno strumento che deve finanziare la cassa integrazione nei paesi membri (Sure); e l’utilizzo della Banca europea degli investimenti (Bei) per aiutare le imprese.
Il pacchetto del valore di 540 miliardi di euro deve entrare in vigore entro il 1° giugno, ha detto il presidente Michel. Si tratterà di un tour de force negoziale, visti i punti tecnici su cui i paesi membri devono ancora mettersi d’accordo. Come detto, i Ventisette hanno poi dato mandato a Bruxelles di mettere a punto a breve l’ormai noto Fondo per il rilancio economico. La presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, ne ha tracciato le grandi linee.
Si tratterà di permettere alla stessa Commissione europea di prendere denaro a prestito sui mercati finanziari, aumentando la quota delle risorse proprie nel bilancio comunitario, dall’1,2% a circa il 2,0% del totale. La signora von der Leyen non ha voluto dire quanto Bruxelles potrà raccogliere sui mercati. Dipenderà, ha notato, dalla taglia del bilancio 2021-2027, dall’effettivo aumento della quota delle risorse proprie, e dall’uso che si farà del denaro – prestiti o sovvenzioni.
«Stiamo parlando di migliaia di miliardi, non di miliardi», ha detto la presidente della Commissione, senza precisare tuttavia se si stava riferendo al denaro raccolto sui mercati o agli investimenti che il fondo genererà. Su questo fronte, secondo un diplomatico informato delle discussioni, la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha avvertito i leader dei rischi di agire «troppo poco e troppo tardi», prevedendo un calo dell’economia nella zona euro del 5-15% nel 2020.
Paesi quali la Francia, l’Italia o la Spagna credono che il nuovo strumento debba avere liquidità per 1000-1500 miliardi di euro e distribuire sovvenzioni. Altri quali la Svezia o l’Olanda preferirebbero strumenti meno generosi e prestiti piuttosto che sussidi. La signora von der Leyen ha detto di essere a favore di un mix dei due. Ha anche fatto notare che anticipare l’entrata in vigore del nuovo bilancio è idea controversa tra i Ventisette tanto più che già oggi l’economia gode di aiuti per 3.300 miliardi di euro.
Sul fronte tedesco, parlando da Berlino, la cancelliera Angela Merkel si è detta pronta «in uno spirito di solidarietà» a versare «contributi molto più importanti» al bilancio comunitario di quanto non fosse disposta prima della pandemia influenzale (i Ventisette non riuscirono in febbraio a mettersi d’accordo su una bozza di finanziaria per il prossimo settennato). In questo senso, la Germania è apparsa assai consapevole dei rischi sociali, politici ed economici che pesano sull’Unione europea.
In buona sostanza, i Ventisette hanno fatto un passo avanti non solo nella risposta da dare alla crisi economica, ma anche potenzialmente in termini di integrazione comunitaria. Il negoziato sarà lungo e resta incerto, ma vi è la possibilità di assistere a un importante aumento del volume del bilancio comunitario. «C’è un vero senso di urgenza – ha detto il presidente Michel – e politicamente siamo d’accordo» per mostrare ai paesi più colpiti come l’Italia «più convergenza, più coesione e più solidarietà».
Autore: Beda Romano
Fonte: Il Sole 24 Ore
In un contesto reso ancor più drammatico da stime funeste della Banca centrale europea, i Ventisette hanno dato mandato alla Commissione europea di mettere a punto un nuovo fondo per la ripresa, incentrato sul bilancio comunitario 2021-2027 e con cui affrontare lo shock causato dalla pandemia influenzale. Molti aspetti – dall’importo del fondo all’uso del denaro – restano incerti, ma intanto Berlino si è detta pronta a un forte aumento del suo contributo finanziario a favore dell’Unione.
In una conferenza stampa, il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha definito il vertice «molto costruttivo». I Ventisette hanno fatto proprie le misure decise dai ministri delle Finanze e che prevedono l’uso del Meccanismo europeo di Stabilità (Mes) a condizioni leggere; la nascita di uno strumento che deve finanziare la cassa integrazione nei paesi membri (Sure); e l’utilizzo della Banca europea degli investimenti (Bei) per aiutare le imprese.
Il pacchetto del valore di 540 miliardi di euro deve entrare in vigore entro il 1° giugno, ha detto il presidente Michel. Si tratterà di un tour de force negoziale, visti i punti tecnici su cui i paesi membri devono ancora mettersi d’accordo. Come detto, i Ventisette hanno poi dato mandato a Bruxelles di mettere a punto a breve l’ormai noto Fondo per il rilancio economico. La presidente dell’esecutivo comunitario, Ursula von der Leyen, ne ha tracciato le grandi linee.
Si tratterà di permettere alla stessa Commissione europea di prendere denaro a prestito sui mercati finanziari, aumentando la quota delle risorse proprie nel bilancio comunitario, dall’1,2% a circa il 2,0% del totale. La signora von der Leyen non ha voluto dire quanto Bruxelles potrà raccogliere sui mercati. Dipenderà, ha notato, dalla taglia del bilancio 2021-2027, dall’effettivo aumento della quota delle risorse proprie, e dall’uso che si farà del denaro – prestiti o sovvenzioni.
«Stiamo parlando di migliaia di miliardi, non di miliardi», ha detto la presidente della Commissione, senza precisare tuttavia se si stava riferendo al denaro raccolto sui mercati o agli investimenti che il fondo genererà. Su questo fronte, secondo un diplomatico informato delle discussioni, la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde ha avvertito i leader dei rischi di agire «troppo poco e troppo tardi», prevedendo un calo dell’economia nella zona euro del 5-15% nel 2020.
Paesi quali la Francia, l’Italia o la Spagna credono che il nuovo strumento debba avere liquidità per 1000-1500 miliardi di euro e distribuire sovvenzioni. Altri quali la Svezia o l’Olanda preferirebbero strumenti meno generosi e prestiti piuttosto che sussidi. La signora von der Leyen ha detto di essere a favore di un mix dei due. Ha anche fatto notare che anticipare l’entrata in vigore del nuovo bilancio è idea controversa tra i Ventisette tanto più che già oggi l’economia gode di aiuti per 3.300 miliardi di euro.
Sul fronte tedesco, parlando da Berlino, la cancelliera Angela Merkel si è detta pronta «in uno spirito di solidarietà» a versare «contributi molto più importanti» al bilancio comunitario di quanto non fosse disposta prima della pandemia influenzale (i Ventisette non riuscirono in febbraio a mettersi d’accordo su una bozza di finanziaria per il prossimo settennato). In questo senso, la Germania è apparsa assai consapevole dei rischi sociali, politici ed economici che pesano sull’Unione europea.
In buona sostanza, i Ventisette hanno fatto un passo avanti non solo nella risposta da dare alla crisi economica, ma anche potenzialmente in termini di integrazione comunitaria. Il negoziato sarà lungo e resta incerto, ma vi è la possibilità di assistere a un importante aumento del volume del bilancio comunitario. «C’è un vero senso di urgenza – ha detto il presidente Michel – e politicamente siamo d’accordo» per mostrare ai paesi più colpiti come l’Italia «più convergenza, più coesione e più solidarietà».
Autore: Beda Romano
Fonte: Il Sole 24 Ore