L’eccezionalità della situazione, legata alla pandemia di coronavirus in corso, rischia di mettere a rischio anche il comparto della gestione del credito?
F.V. L’eccezionalità della situazione sta ponendo a rischio l’intero comparto, rappresentato da oltre 18.000 addetti e più di 200 imprese. Un settore sempre più cruciale per la stabilità del
nostro sistema economico; secondo i dati dell’ultimo IX Rapporto annuale di UNIREC nel 2018 le imprese associate hanno gestito circa 39 milioni di pratiche, di cui oltre 12,4 milioni sono
state recuperate (il 32%). In termini di importo, degli 82,3 miliardi di euro totali rappresentativi dei crediti affidati i recuperati sono stati pari a 7,8 miliardi di euro.
Fermare le nostre attività vorrebbe dire creare un danno indiretto a tutti i creditori, aumentando i rischi di insolvenza in futuro. Non dimentichiamoci che le banche italiane stanno ancora cercando di gestire gli stock di Npl generati dalla crisi del decennio scorso e che una reazione di pancia che bloccasse totalmente le nostre attività potrebbe determinare risvolti più gravi in futuro.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 11 marzo consente la prosecuzione dell’attività di gestione del credito. Tuttavia, tale operatività avviene in un contesto di grandi difficoltà in cui le nuove e diverse modalità organizzative impongono al momento costi straordinari al settore. Ne conseguono ripercussioni negative già in essere e attese sulla redditività delle aziende del comparto, che subiscono così un drastico abbassamento delle performance a fronte dell’oggettiva difficoltà nella gestione e nel recupero dei crediti.
Quali misure di supporto per le 200 imprese associate e per i 18mila addetti che lavorano nel settore avete adottato e/o adotterete?
F.V. Appena è stato evidente che il numero dei contagi stava salendo, abbiamo attivato la nostra comunicazione istituzionale verso le Associazioni rappresentanti delle nostre committenti, prendendo posizione su tre temi che ci sembrano importanti:
• La continuità delle attività chiedendo di non interrompere gli affidi alle nostre aziende;
• Valutare di adeguare i rappel a cali probabili delle performance;
• Sospendere alcuni processi basati sugli SLA contrattuali nel periodo di maggior emergenza.
È essenziale per la tenuta del sistema che l’impegno delle nostre imprese Associate nel portare avanti l’attività con…
Leggi l’intervista completa sul CVM2 in uscita a maggio. Il Dossier del numero sarà dedicato ad indagare le conseguenze presenti e future del Covid-19 sul settore della gestione del credito.
L’eccezionalità della situazione, legata alla pandemia di coronavirus in corso, rischia di mettere a rischio anche il comparto della gestione del credito?
F.V. L’eccezionalità della situazione sta ponendo a rischio l’intero comparto, rappresentato da oltre 18.000 addetti e più di 200 imprese. Un settore sempre più cruciale per la stabilità del
nostro sistema economico; secondo i dati dell’ultimo IX Rapporto annuale di UNIREC nel 2018 le imprese associate hanno gestito circa 39 milioni di pratiche, di cui oltre 12,4 milioni sono
state recuperate (il 32%). In termini di importo, degli 82,3 miliardi di euro totali rappresentativi dei crediti affidati i recuperati sono stati pari a 7,8 miliardi di euro.
Fermare le nostre attività vorrebbe dire creare un danno indiretto a tutti i creditori, aumentando i rischi di insolvenza in futuro. Non dimentichiamoci che le banche italiane stanno ancora cercando di gestire gli stock di Npl generati dalla crisi del decennio scorso e che una reazione di pancia che bloccasse totalmente le nostre attività potrebbe determinare risvolti più gravi in futuro.
Il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri dello scorso 11 marzo consente la prosecuzione dell’attività di gestione del credito. Tuttavia, tale operatività avviene in un contesto di grandi difficoltà in cui le nuove e diverse modalità organizzative impongono al momento costi straordinari al settore. Ne conseguono ripercussioni negative già in essere e attese sulla redditività delle aziende del comparto, che subiscono così un drastico abbassamento delle performance a fronte dell’oggettiva difficoltà nella gestione e nel recupero dei crediti.
Quali misure di supporto per le 200 imprese associate e per i 18mila addetti che lavorano nel settore avete adottato e/o adotterete?
F.V. Appena è stato evidente che il numero dei contagi stava salendo, abbiamo attivato la nostra comunicazione istituzionale verso le Associazioni rappresentanti delle nostre committenti, prendendo posizione su tre temi che ci sembrano importanti:
• La continuità delle attività chiedendo di non interrompere gli affidi alle nostre aziende;
• Valutare di adeguare i rappel a cali probabili delle performance;
• Sospendere alcuni processi basati sugli SLA contrattuali nel periodo di maggior emergenza.
È essenziale per la tenuta del sistema che l’impegno delle nostre imprese Associate nel portare avanti l’attività con…
Leggi l’intervista completa sul CVM2 in uscita a maggio. Il Dossier del numero sarà dedicato ad indagare le conseguenze presenti e future del Covid-19 sul settore della gestione del credito.