Anche se i volumi non sono quelli di altri Paesi ed il numero degli abitanti è pari a quello di una regione italiana, il problema dei crediti deteriorati è ormai da qualche anno sotto i riflettori della Banca Centrale che lo considera uno dei fattori chiave per la ripresa economica e finanziaria del Paese.
I recenti dati evidenziano che dopo qualche trimestre di decremento delle sofferenze bancarie, nel primo quarter del 2018 il trend si è nuovamente invertito, anche se con una percentuale contenuta. Il rapporto tra NPL e l’intero portafoglio dei finanziamenti erogati da oltre una ventina di banche, si attesta attualmente intorno al 13,5%. Nel corso dell’intero 2017, per mano di alcuni interventi strategici messi in atto dalla massima Banca Centrale, i crediti deteriorati avevano registrato un continuo calo, il tasso era sceso infatti del 5% rispetto al mese di dicembre 2016. Uno dei driver della netta e repentina discesa del tasso dei crediti fu certamente la ristrutturazione dei debiti di 35 aziende di rilievo, che avevano un volume di prestiti non rimborsati corrispondenti al 60% del totale dei crediti non riscossi. Inoltre, a fine 2016, il Parlamento approvò alcune nuove normative, tra queste l’importante legge sul fallimento, conferendo così nelle mani degli istituti bancari efficaci strumenti per migliorare le perfomances di recupero crediti. Il totale delle sofferenze rispetto agli altri mercati è comunque molto contenuto nei valori, risulterebbe infatti uno stock di sofferenze di circa 30 Miliardi di Lek albanesi che di fatto corrispondono approssimativamente a 230 milioni di euro.
Un cambiamento importante, quello della riduzione dei crediti inesigibili, che aveva portato addirittura il Fondo monetario internazionale a plaudire a tale evoluzione. Sui crediti dell’Albania è intervenuta anche l’agenzia di rating Moody’s che ha riconfermato il rating B1. Il Rating è stato assegnato per più fattori, tra questi ha inciso appunto l’elevata presenza dei crediti non performing nel sistema bancario. Tra gli altri problemi con cui si scontra l’economia albanese non possono non essere tenuti in considerazione l’assenza di investimenti stranieri e l’alto debito pubblico. Ora sarebbe importante capire cosa ha causato questa nuova inversione di tendenza e come si comporterà la Banca Centrale di Albania al fine di ripristinare il progresso di ristrutturazione precedente.
Altrettanto interessante sarà comprendere se qualche investitore o gruppo estero specializzato nell’acquisto e nel recupero mostrerà interesse verso questo mercato. Sicuramente potrebbero essere avvantaggiate quelle aziende, per la maggior parte italiane, che hanno delocalizzato parti delle strutture di collection e di back office proprio in Albania.
Anche se i volumi non sono quelli di altri Paesi ed il numero degli abitanti è pari a quello di una regione italiana, il problema dei crediti deteriorati è ormai da qualche anno sotto i riflettori della Banca Centrale che lo considera uno dei fattori chiave per la ripresa economica e finanziaria del Paese.
I recenti dati evidenziano che dopo qualche trimestre di decremento delle sofferenze bancarie, nel primo quarter del 2018 il trend si è nuovamente invertito, anche se con una percentuale contenuta. Il rapporto tra NPL e l’intero portafoglio dei finanziamenti erogati da oltre una ventina di banche, si attesta attualmente intorno al 13,5%. Nel corso dell’intero 2017, per mano di alcuni interventi strategici messi in atto dalla massima Banca Centrale, i crediti deteriorati avevano registrato un continuo calo, il tasso era sceso infatti del 5% rispetto al mese di dicembre 2016. Uno dei driver della netta e repentina discesa del tasso dei crediti fu certamente la ristrutturazione dei debiti di 35 aziende di rilievo, che avevano un volume di prestiti non rimborsati corrispondenti al 60% del totale dei crediti non riscossi. Inoltre, a fine 2016, il Parlamento approvò alcune nuove normative, tra queste l’importante legge sul fallimento, conferendo così nelle mani degli istituti bancari efficaci strumenti per migliorare le perfomances di recupero crediti. Il totale delle sofferenze rispetto agli altri mercati è comunque molto contenuto nei valori, risulterebbe infatti uno stock di sofferenze di circa 30 Miliardi di Lek albanesi che di fatto corrispondono approssimativamente a 230 milioni di euro.
Un cambiamento importante, quello della riduzione dei crediti inesigibili, che aveva portato addirittura il Fondo monetario internazionale a plaudire a tale evoluzione. Sui crediti dell’Albania è intervenuta anche l’agenzia di rating Moody’s che ha riconfermato il rating B1. Il Rating è stato assegnato per più fattori, tra questi ha inciso appunto l’elevata presenza dei crediti non performing nel sistema bancario. Tra gli altri problemi con cui si scontra l’economia albanese non possono non essere tenuti in considerazione l’assenza di investimenti stranieri e l’alto debito pubblico. Ora sarebbe importante capire cosa ha causato questa nuova inversione di tendenza e come si comporterà la Banca Centrale di Albania al fine di ripristinare il progresso di ristrutturazione precedente.
Altrettanto interessante sarà comprendere se qualche investitore o gruppo estero specializzato nell’acquisto e nel recupero mostrerà interesse verso questo mercato. Sicuramente potrebbero essere avvantaggiate quelle aziende, per la maggior parte italiane, che hanno delocalizzato parti delle strutture di collection e di back office proprio in Albania.