Il 2017 è stato l’anno degli npl: le banche hanno ceduto diversi miliardi di crediti in sofferenza e in questi primi mesi del 2018 sono state già annunciate altre dismissioni. Dunque il problema va verso la soluzione?
In realtà non è proprio così semplice e ci sono tanti fattori da considerare. Primo fra tutti si pone il dubbio su come questi crediti verranno recuperati. Ma c’è anche un altro aspetto che riguarda sempre le nostre banche e coinvolge una mole altrettanto importante di crediti.
Ne abbiamo parlato con Vito Ruscigno, co-head of the italian npl team PWC, che sarà moderatore dell’NPL Investing & Collection Summit che si terrà a Milano il 13 aprile a Palazzo Mezzanotte (sede della Borsa Italiana).
Come confermato anche dall’Osservatorio Nazionale NPL Market Credit Village l’Italia si conferma il più esplosivo e dinamico mercato europeo. Quali saranno i nuovi scenari che caratterizzeranno i prossimi due anni? Il mercato degli NPL è in continua crescita, dopo un 2017 in cui sono state registrate cessioni per più di 70 miliardi di euro, nel 2018 sono state già annunciate operazioni di cartolarizzazione per più di 40 miliardi di euro.
La pressione e l’evoluzione regolamentare, con il calendar provisioning e l’adozione dell’IFRS 9, costringeranno gli istituti bancari ad una gestione reattiva del credito deteriorato spostando l’attenzione su un mercato nuovo e diverso, quello degli UTP (Unlikley To Pay) che hanno raggiunto volumi in termini di NBV (Net Book Value) attualmente superiori a quelli dei Bad Loans. Ma a questo punto sono diverse le domande che ci poniamo: le banche sono pronte a questa nuova ed ennesima sfida? O preferiranno cedere le proprie piattaforme per motivi di bilancio delegando la gestione dei propri portafogli a soggetti esperti?
Quindi banche e servicer dovranno adeguare le proprie strutture ed ampliare le proprie competenze per rispondere efficacemente alle nuove esigenze gestionali che questa categoria di crediti richiederanno? Il punto è proprio questo: i servicers, oggetto di acquisizione in questi anni da parte di fondi di investimento, riusciranno a sfruttare questa opportunità, utilizzando al meglio la maggior solidità finanziaria per investire nelle risorse necessarie per adottare nuove strategie di gestione richieste dagli UTP? Non sarà sicuramente così facile delineare le dinamiche future e prevedere realmente cosa succederà nei prossimi 2 anni. Quello che è certo è che ne parleremo alla 4° edizione dell’Npl Investing & Collection Summit, appuntamento ormai consolidato in cui banche, investitori, servicers e specialisti si scambieranno opinioni e idee sul settore e faranno il punto sul mercato degli NPL, alla luce delle nuove dinamiche che stanno caratterizzando nuove regole che saranno introdotte a breve dalla BCE.