Il board di Cerved si dovrebbe esprimere nelle prossime settimane sul futuro della divisione aziendale facente capo alla controllata diretta Cerved Credit Management Group Srl, specializzata nella gestione dei crediti deteriorati.
Sul dossier sta lavorando da settembre l’advisor Mediobanca e ormai sarebbero restati in campo tre soggetti strategici, sicuramente tra i più interessati al dossier.
Da questa lista ristretta, all’interno della quale ci sarebbero i gruppi doValue, Intrum e Credito Fondiario, potrebbe emergere il player scelto, con il quale il board di Cerved andrà poi a interagire. Sul tavolo ci sono ancora diverse opzioni, senza che sia stata presa una strada precisa dal Cda dell’azienda: dalla partnership fino al matrimonio e alla cessione di Cerved Credit Management.
La business unit al giugno scorso aveva in gestione 53,3 miliardi di crediti, di cui 43,8 miliardi deteriorati e il resto performing. Npl Cerved Credit Management vale attualmente circa il 35% dei ricavi del gruppo e circa il 29% dell’ebitda. Gli ultimi 9 mesi hanno mostrato un miglioramento dei conti complessivi di Cerved: con ricavi per 361,1 milioni di euro, in aumento dell’11,6% rispetto ai 323,6 milioni registrati nei primi tre trimestri dello scorso anno. Il margine operativo lordo adjusted è salito a 160,8 milioni, l’8,3% in più rispetto ai 148,4 milioni dei primi nove mesi del 2018.
I potenziali partner (quindi doValue, Intrum e Credito Fondiario) sarebbero attualmente nella fase di data room. Tutti avrebbero differenti motivazioni per effettuare l’operazione su Cerved Credit Management. Per doValue, attiva su diversi fronti nell’ultimo periodo, potrebbe essere il modo di aumentare ulteriormente il proprio bacino di attività in Italia, in parallelo alla strategia di crescita sui mercati esteri.
Del resto, doValue sta progressivamente espandendosi sui mercati spagnolo e greco. Proprio in queste settimane l’azienda sarebbe al lavoro (opposta a Pimco) su una mega-cartolarizzazione in Grecia, da 7,5 miliardi di non performing loan del gruppo ellenico Eurobank, operazione che comprenderebbe la cessione dell’80% della piattaforma di gestione. Insomma, la strategia di doValue sembra ormai puntare su diversi Paesi dell’Europa del Sud.
Anche per Intrum il dossier Cerved è ben in vista. Sarebbe la seconda operazione in Italia ad ampia dimensione, dopo quella effettuata con Intesa Sanpaolo sulla piattaforma di gestione e su un maxi-pacchetto di Npl.
C’è, infine, Credito Fondiario. Il gruppo controllato da Elliott è alla ricerca di una transazione che possa mutare le sue dimensioni, dopo che tre settimane fa è stata archiviata senza successo la trattativa con Banca Ifis per creare un campione nel settore. Il modello dell’operazione allo studio da parte di Credito Fondiario, secondo indiscrezioni, potrebbe così più o meno ricalcare quello studiato con Banca Ifis.
Autore: Carlo Festa
Fonte: Il Sole 24 Ore
Il board di Cerved si dovrebbe esprimere nelle prossime settimane sul futuro della divisione aziendale facente capo alla controllata diretta Cerved Credit Management Group Srl, specializzata nella gestione dei crediti deteriorati.
Sul dossier sta lavorando da settembre l’advisor Mediobanca e ormai sarebbero restati in campo tre soggetti strategici, sicuramente tra i più interessati al dossier.
Da questa lista ristretta, all’interno della quale ci sarebbero i gruppi doValue, Intrum e Credito Fondiario, potrebbe emergere il player scelto, con il quale il board di Cerved andrà poi a interagire. Sul tavolo ci sono ancora diverse opzioni, senza che sia stata presa una strada precisa dal Cda dell’azienda: dalla partnership fino al matrimonio e alla cessione di Cerved Credit Management.
La business unit al giugno scorso aveva in gestione 53,3 miliardi di crediti, di cui 43,8 miliardi deteriorati e il resto performing. Npl Cerved Credit Management vale attualmente circa il 35% dei ricavi del gruppo e circa il 29% dell’ebitda. Gli ultimi 9 mesi hanno mostrato un miglioramento dei conti complessivi di Cerved: con ricavi per 361,1 milioni di euro, in aumento dell’11,6% rispetto ai 323,6 milioni registrati nei primi tre trimestri dello scorso anno. Il margine operativo lordo adjusted è salito a 160,8 milioni, l’8,3% in più rispetto ai 148,4 milioni dei primi nove mesi del 2018.
I potenziali partner (quindi doValue, Intrum e Credito Fondiario) sarebbero attualmente nella fase di data room. Tutti avrebbero differenti motivazioni per effettuare l’operazione su Cerved Credit Management. Per doValue, attiva su diversi fronti nell’ultimo periodo, potrebbe essere il modo di aumentare ulteriormente il proprio bacino di attività in Italia, in parallelo alla strategia di crescita sui mercati esteri.
Del resto, doValue sta progressivamente espandendosi sui mercati spagnolo e greco. Proprio in queste settimane l’azienda sarebbe al lavoro (opposta a Pimco) su una mega-cartolarizzazione in Grecia, da 7,5 miliardi di non performing loan del gruppo ellenico Eurobank, operazione che comprenderebbe la cessione dell’80% della piattaforma di gestione. Insomma, la strategia di doValue sembra ormai puntare su diversi Paesi dell’Europa del Sud.
Anche per Intrum il dossier Cerved è ben in vista. Sarebbe la seconda operazione in Italia ad ampia dimensione, dopo quella effettuata con Intesa Sanpaolo sulla piattaforma di gestione e su un maxi-pacchetto di Npl.
C’è, infine, Credito Fondiario. Il gruppo controllato da Elliott è alla ricerca di una transazione che possa mutare le sue dimensioni, dopo che tre settimane fa è stata archiviata senza successo la trattativa con Banca Ifis per creare un campione nel settore. Il modello dell’operazione allo studio da parte di Credito Fondiario, secondo indiscrezioni, potrebbe così più o meno ricalcare quello studiato con Banca Ifis.
Autore: Carlo Festa
Fonte: Il Sole 24 Ore