Nei primi nove mesi del 2024, il credito alle imprese ha mostrato un lieve incremento degli importi erogati (+2,4%), con una crescita più marcata per il credito rateale (+4,6%). A rivelarlo è il nuovo studio dell’Osservatorio sulle Imprese di CRIF. Questo andamento è stato favorito dalla riduzione dei tassi di interesse operata dalla BCE, che ha contribuito a rendere più accessibile il finanziamento per le aziende.
Analizzando i diversi settori, si evidenzia un aumento del credito erogato alle società di capitali nel comparto Turismo e Tempo Libero (+4%), mentre si registra una contrazione in Agricoltura (-1,2%), Costruzioni (-6%) e Impiantistica (-9,7%). Il settore delle Costruzioni, in particolare, risente della fine degli incentivi fiscali che avevano sostenuto il comparto negli ultimi anni.
Sul fronte della rischiosità, il tasso di default medio delle società di capitali si attesterà al 2,9% a fine 2024, con una previsione di ulteriore crescita al 3,5% entro il 2025. Le tensioni geopolitiche e l’incertezza economica continuano infatti a influenzare la solidità finanziaria delle imprese italiane.
Nei primi nove mesi del 2024, il credito alle imprese ha mostrato un lieve incremento degli importi erogati (+2,4%), con una crescita più marcata per il credito rateale (+4,6%). A rivelarlo è il nuovo studio dell’Osservatorio sulle Imprese di CRIF. Questo andamento è stato favorito dalla riduzione dei tassi di interesse operata dalla BCE, che ha contribuito a rendere più accessibile il finanziamento per le aziende.
Analizzando i diversi settori, si evidenzia un aumento del credito erogato alle società di capitali nel comparto Turismo e Tempo Libero (+4%), mentre si registra una contrazione in Agricoltura (-1,2%), Costruzioni (-6%) e Impiantistica (-9,7%). Il settore delle Costruzioni, in particolare, risente della fine degli incentivi fiscali che avevano sostenuto il comparto negli ultimi anni.
Sul fronte della rischiosità, il tasso di default medio delle società di capitali si attesterà al 2,9% a fine 2024, con una previsione di ulteriore crescita al 3,5% entro il 2025. Le tensioni geopolitiche e l’incertezza economica continuano infatti a influenzare la solidità finanziaria delle imprese italiane.