Dopo oltre due anni di dialogo e trattative, AMCO e BdM Banca (ex Banca Popolare di Bari) hanno raggiunto un accordo riguardante la richiesta di indennizzo e risarcimento avanzata nel maggio 2022. La controversia era legata a carenze documentali relative al portafoglio di crediti deteriorati, per un valore di 2 miliardi di euro (GBV), ceduti da BdM ad AMCO nel  2020.

Banca del Mezzogiorno

BdM Banca, conosciuta in precedenza come Banca Popolare di Bari, rappresenta una delle principali istituzioni bancarie del Sud Italia, con una storia radicata nel tessuto economico locale.  A seguito di un periodo di difficoltà economiche, la banca era stata oggetto di un processo di ristrutturazione, che ha portato al rafforzamento della sua solidità patrimoniale e a un riposizionamento strategico nel mercato finanziario italiano.

La trasformazione della Banca Popolare di Bari in BdM Banca si inserisce in un più ampio processo di rinnovamento che ha coinvolto anche la gestione dei crediti deteriorati, una delle problematiche più rilevanti del settore bancario. Questo ha portato alla cessione di un portafoglio di crediti non performanti ad AMCO, Asset Management Company, con l’obiettivo di migliorare la qualità del proprio bilancio e concentrarsi sul rilancio delle attività bancarie tradizionali.

La risoluzione della disputa è stata possibile grazie alla collaborazione tra le due parti, che hanno lavorato insieme per integrare la documentazione necessaria, migliorando la trasparenza e la qualità delle informazioni disponibili. Questo ha permesso di superare le divergenze emerse nel processo di cessione dei crediti, garantendo una maggiore chiarezza e stabilità nella gestione degli stessi.

AMCO

Partecipata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e soggetta alla vigilanza della Banca d’Italia, AMCO adotta un modello di business focalizzato sull’efficienza operativa e sulla valorizzazione dei crediti, in sinergia con altri partner del settore. L’obiettivo è facilitare il riequilibrio finanziario di famiglie e imprese, contribuendo al recupero economico e alla stabilità del sistema finanziario.

Al 30 giugno 2024, la società gestiva attivi per un valore di 33,5 miliardi di euro, con un portafoglio composto per il 70% da sofferenze e per il 30% da UTP (Unlikely To Pay), distribuiti su un totale di 167 mila posizioni, tra cui oltre 80 mila riguardano imprese.

 

 

 

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