Il nostro ordinamento è prossimo al recepimento della Direttiva UE 2021/2167 meglio nota come “Credit Servicers and Purchasers” che si prefigge l’obiettivo di uniformare il mercato dei crediti non performanti a livello europeo, incoraggiando lo sviluppo di mercati secondari.
La proposta Europea è quella di dotare gli Stati Membri di un quadro normativo unitario in grado di rimuovere gli ostacoli oggi esistenti che, di fatto, imbrigliano il business legato alla compravendita e gestione di questi asset entro i confini delle singole nazioni. La Direttiva è infatti indirizzata a tutti i player (Gestori e potenziali acquirenti) presenti nel mercato Europeo.
Le nuove disposizioni prevedono, tra le altre, che i Servicer specializzati nell’acquisto e gestione di crediti non preformanti siano muniti di apposite licenze rilasciate dagli Stati membri in presenza di requisiti che verranno prestabiliti a priori dalla normativa di recepimento, e che siano registrati in un pubblico elenco di gestori autorizzati, accessibile e consultabile nello Stato ove il Servicer intenda operare.
Ogni Stato membro provvederà ad istituire Autorità competenti che, oltre ad essere informate sulle operazioni di cessione concluse, avranno compiti di vigilanza con poteri di irrogare sanzioni amministrative o imporre il recepimento di provvedimenti correttivi in particolari situazioni di inadeguatezza da parte del Gestore.
La nuova regolamentazione riguarderà anche gli enti creditizi che, ad esempio, dovranno fornire ai potenziali acquirenti tutte le informazioni necessarie affinché quest’ultimo possa determinare con precisione il valore del portafoglio in valutazione. E’ prevista anche una standardizzazione delle tipologie contrattuali da adottare per le varie sotto-tipologie di operazioni effettuabili in questo ambito e contestualmente vengono previste delle garanzie legate al trasferimento dei crediti deteriorati da parte degli enti creditizi ai relativi acquirenti a tutela anche dei debitori ceduti.
Seppur in ritardo rispetto alle indicazioni Europee (che fissavano per il 29 dicembre 2023 la deadline per l’adozione di una normativa nazionale in tal senso), lo scorso 10 giungo il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di Decreto Legislativo idoneo al recepimento della Direttiva.
Precisiamo che le suddette previsioni normative si applicheranno ai soli non performing loans di origine bancaria e non anche ai crediti commerciali, tra cui rientrano quindi quelli relativi al settore delle Utilities.
Nell’attesa di capire come questo provvedimento verrà recepito nel nostro Paese, anche se molto verosimilmente non vi saranno stravolgimenti dell’attuale quadro normativo (che risulta infatti già in linea rispetto alla nuova direttiva[1]), si esclude che le nuove disposizioni possano avere particolari impatti sul settore Utilities dove l’attività legata alla cessione di asset non performanti risulta ancora in fase embrionale e dove, comunque, i non performing loans potranno continuare ad essere e gestiti secondo gli attuali criteri.
[1] Secondo l’attuale assetto legislativo, in Italia oggi possono già essere considerati Servicer, così come inteso dalla Direttiva, gli istituti bancari e gli intermediari finanziari ex art. 106 TUB che sono quindi già strettamente disciplinati e sottoposti ai rigidi controlli di Banca D’Italia.
Sei interessato ad approfondire il tema?
Ne parleremo al CvUtilityDay del prossimo 1° ottobre.
Il nostro ordinamento è prossimo al recepimento della Direttiva UE 2021/2167 meglio nota come “Credit Servicers and Purchasers” che si prefigge l’obiettivo di uniformare il mercato dei crediti non performanti a livello europeo, incoraggiando lo sviluppo di mercati secondari.
La proposta Europea è quella di dotare gli Stati Membri di un quadro normativo unitario in grado di rimuovere gli ostacoli oggi esistenti che, di fatto, imbrigliano il business legato alla compravendita e gestione di questi asset entro i confini delle singole nazioni. La Direttiva è infatti indirizzata a tutti i player (Gestori e potenziali acquirenti) presenti nel mercato Europeo.
Le nuove disposizioni prevedono, tra le altre, che i Servicer specializzati nell’acquisto e gestione di crediti non preformanti siano muniti di apposite licenze rilasciate dagli Stati membri in presenza di requisiti che verranno prestabiliti a priori dalla normativa di recepimento, e che siano registrati in un pubblico elenco di gestori autorizzati, accessibile e consultabile nello Stato ove il Servicer intenda operare.
Ogni Stato membro provvederà ad istituire Autorità competenti che, oltre ad essere informate sulle operazioni di cessione concluse, avranno compiti di vigilanza con poteri di irrogare sanzioni amministrative o imporre il recepimento di provvedimenti correttivi in particolari situazioni di inadeguatezza da parte del Gestore.
La nuova regolamentazione riguarderà anche gli enti creditizi che, ad esempio, dovranno fornire ai potenziali acquirenti tutte le informazioni necessarie affinché quest’ultimo possa determinare con precisione il valore del portafoglio in valutazione. E’ prevista anche una standardizzazione delle tipologie contrattuali da adottare per le varie sotto-tipologie di operazioni effettuabili in questo ambito e contestualmente vengono previste delle garanzie legate al trasferimento dei crediti deteriorati da parte degli enti creditizi ai relativi acquirenti a tutela anche dei debitori ceduti.
Seppur in ritardo rispetto alle indicazioni Europee (che fissavano per il 29 dicembre 2023 la deadline per l’adozione di una normativa nazionale in tal senso), lo scorso 10 giungo il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di Decreto Legislativo idoneo al recepimento della Direttiva.
Precisiamo che le suddette previsioni normative si applicheranno ai soli non performing loans di origine bancaria e non anche ai crediti commerciali, tra cui rientrano quindi quelli relativi al settore delle Utilities.
Nell’attesa di capire come questo provvedimento verrà recepito nel nostro Paese, anche se molto verosimilmente non vi saranno stravolgimenti dell’attuale quadro normativo (che risulta infatti già in linea rispetto alla nuova direttiva[1]), si esclude che le nuove disposizioni possano avere particolari impatti sul settore Utilities dove l’attività legata alla cessione di asset non performanti risulta ancora in fase embrionale e dove, comunque, i non performing loans potranno continuare ad essere e gestiti secondo gli attuali criteri.
[1] Secondo l’attuale assetto legislativo, in Italia oggi possono già essere considerati Servicer, così come inteso dalla Direttiva, gli istituti bancari e gli intermediari finanziari ex art. 106 TUB che sono quindi già strettamente disciplinati e sottoposti ai rigidi controlli di Banca D’Italia.
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Ne parleremo al CvUtilityDay del prossimo 1° ottobre.