La Banca Centrale Europea (BCE), come ampiamente atteso da tutti gli operatori finanziaria, il 6 giugno 2024, ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base, segnando l’inizio della “normalizzazione” del mercato dei mutui. Questa decisione, molto attesa, comporterà delle modifiche che entreranno in vigore dal 12 giugno, anche se l’Euribor a un mese ha già iniziato a riflettere le attese del mercato, passando dal 3,85% del 6 maggio al 3,68% del 5 giugno. La riduzione dei tassi di interesse si tradurrà in una diminuzione delle rate mensili dei mutui variabili, che seguono direttamente l’andamento del costo del denaro, essendo indicizzati all’Euribor.
La BCE rimane cauta riguardo alle mosse future, affermando che le decisioni saranno guidate principalmente dai dati inflattivi. Le ultime proiezioni degli esperti dell’Eurosistema indicano un aumento dell’inflazione complessiva e di fondo per il 2024 e il 2025, rispetto alle previsioni di marzo. L’inflazione complessiva è stimata al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.
Il taglio dei tassi avrà un impatto diretto sulle rate dei mutui a tasso variabile. MutuiOnline.it ha analizzato due scenari specifici:
“Single trentaduenne con un mutuo di 100.000€ a 20 anni con LTV 50%”: La rata della migliore offerta variabile passerà da 632€ a 619€ con il taglio di 25 punti base. Tuttavia, il miglior tasso fisso offre una rata di 537€ con l’offerta green per i giovani, e di 550€ per l’offerta non green, risultando comunque più conveniente di circa 69€ rispetto alla nuova rata variabile.
“Famiglia di quarantacinquenni con un mutuo di 250.000€ a 30 anni LTV 50%”: La rata della migliore offerta variabile scenderà da 1.265€ a 1.228€. Tuttavia, il miglior tasso fisso offre una rata di 998€ con l’offerta green, mostrando un risparmio significativo del 19%.
I mutui green a tasso fisso continuano a guadagnare popolarità, rappresentando una quota importante delle richieste di mutuo grazie alla loro convenienza. Nei primi cinque mesi del 2024, tre richieste di mutuo su dieci sono state per questa tipologia. In media, la differenza tra un mutuo green e uno standard è di circa 40 punti base per i fissi e di 50 punti base per i variabili.
Attualmente, il tasso fisso rimane significativamente più conveniente del tasso variabile. A fine maggio, i mutui a 20 e 30 anni registravano un tasso variabile medio del 5,24%, mentre il tasso fisso medio si attestava al 3,15%. La differenza è ancora più marcata tra i migliori prezzi, con i tassi fissi che arrivano al 2,59% rispetto al 4,65% dei variabili. Di conseguenza, la quasi totalità delle richieste di mutuo nella prima parte dell’anno si è orientata verso il tasso fisso (98,6% del mix). Le richieste di surroghe da variabile a fisso rappresentano oltre il 30% delle richieste, mantenendosi alte.
Nel 2024, le richieste di mutuo superiori a 150.000€ sono aumentate dal 27,4% al 31,7%. Le regioni con gli importi medi richiesti più alti sono il Trentino-Alto Adige (188.412€), la Lombardia (159.390€) e il Lazio (156.878€). Al contrario, le regioni con gli importi medi richiesti più bassi sono la Calabria (103.702€), il Molise (106.844€) e la Sicilia (113.212€).
In conclusione, la decisione della BCE di tagliare i tassi di 25 punti base segna un passo significativo verso la normalizzazione del mercato dei mutui, con un impatto positivo sulle rate dei mutui variabili, ma con il tasso fisso che rimane la scelta più conveniente per la maggior parte dei richiedenti.
La Banca Centrale Europea (BCE), come ampiamente atteso da tutti gli operatori finanziaria, il 6 giugno 2024, ha ridotto i tassi di interesse di 25 punti base, segnando l’inizio della “normalizzazione” del mercato dei mutui. Questa decisione, molto attesa, comporterà delle modifiche che entreranno in vigore dal 12 giugno, anche se l’Euribor a un mese ha già iniziato a riflettere le attese del mercato, passando dal 3,85% del 6 maggio al 3,68% del 5 giugno. La riduzione dei tassi di interesse si tradurrà in una diminuzione delle rate mensili dei mutui variabili, che seguono direttamente l’andamento del costo del denaro, essendo indicizzati all’Euribor.
La BCE rimane cauta riguardo alle mosse future, affermando che le decisioni saranno guidate principalmente dai dati inflattivi. Le ultime proiezioni degli esperti dell’Eurosistema indicano un aumento dell’inflazione complessiva e di fondo per il 2024 e il 2025, rispetto alle previsioni di marzo. L’inflazione complessiva è stimata al 2,5% nel 2024, al 2,2% nel 2025 e all’1,9% nel 2026.
Il taglio dei tassi avrà un impatto diretto sulle rate dei mutui a tasso variabile. MutuiOnline.it ha analizzato due scenari specifici:
“Single trentaduenne con un mutuo di 100.000€ a 20 anni con LTV 50%”: La rata della migliore offerta variabile passerà da 632€ a 619€ con il taglio di 25 punti base. Tuttavia, il miglior tasso fisso offre una rata di 537€ con l’offerta green per i giovani, e di 550€ per l’offerta non green, risultando comunque più conveniente di circa 69€ rispetto alla nuova rata variabile.
“Famiglia di quarantacinquenni con un mutuo di 250.000€ a 30 anni LTV 50%”: La rata della migliore offerta variabile scenderà da 1.265€ a 1.228€. Tuttavia, il miglior tasso fisso offre una rata di 998€ con l’offerta green, mostrando un risparmio significativo del 19%.
I mutui green a tasso fisso continuano a guadagnare popolarità, rappresentando una quota importante delle richieste di mutuo grazie alla loro convenienza. Nei primi cinque mesi del 2024, tre richieste di mutuo su dieci sono state per questa tipologia. In media, la differenza tra un mutuo green e uno standard è di circa 40 punti base per i fissi e di 50 punti base per i variabili.
Attualmente, il tasso fisso rimane significativamente più conveniente del tasso variabile. A fine maggio, i mutui a 20 e 30 anni registravano un tasso variabile medio del 5,24%, mentre il tasso fisso medio si attestava al 3,15%. La differenza è ancora più marcata tra i migliori prezzi, con i tassi fissi che arrivano al 2,59% rispetto al 4,65% dei variabili. Di conseguenza, la quasi totalità delle richieste di mutuo nella prima parte dell’anno si è orientata verso il tasso fisso (98,6% del mix). Le richieste di surroghe da variabile a fisso rappresentano oltre il 30% delle richieste, mantenendosi alte.
Nel 2024, le richieste di mutuo superiori a 150.000€ sono aumentate dal 27,4% al 31,7%. Le regioni con gli importi medi richiesti più alti sono il Trentino-Alto Adige (188.412€), la Lombardia (159.390€) e il Lazio (156.878€). Al contrario, le regioni con gli importi medi richiesti più bassi sono la Calabria (103.702€), il Molise (106.844€) e la Sicilia (113.212€).
In conclusione, la decisione della BCE di tagliare i tassi di 25 punti base segna un passo significativo verso la normalizzazione del mercato dei mutui, con un impatto positivo sulle rate dei mutui variabili, ma con il tasso fisso che rimane la scelta più conveniente per la maggior parte dei richiedenti.