Fitch Ratings ha recentemente pubblicato un report che mette in evidenza i rischi che incombono su alcuni grandi debt buyer internazionali. In particolare, sono i rischi di rifinanziamento a destare preoccupazione, poiché l’accesso ai mercati del capitale di debito diventa meno affidabile e si incontrano difficoltà nel rispettare i piani di riduzione del debito. Alcuni player con strutture finanziarie più solidi hanno recentemente avuto accesso ai mercati, ma quelli con profili di credito più deboli e soprattutto quelli con scadenze di debito a breve termine potrebbero avere difficoltà a rifinanziare ad un costo accessibile e sostenibile.
D’altronde, come avevamo più volte messo in luce nei White Paper 2022 e 2023 dell’Osservatorio NPE Market di Credit Village (richiedi gratuitamente un copia) gli aumenti dei tassi di interesse nel 2022 e nel 2023 non potevano lasciare indenne il mercato. Inevitabile quindi per gli operatori l’incremento dei costi di finanziamento che hanno imposto una rigorosa disciplina nelle acquisizioni di nuovi portafogli NPL. Ma i tassi di interesse e le loro dinamiche sul sistema economico finanziario erodono probabilmente, come fa notare Fitch, anche la redditività dei portafogli già acquisiti a causa delle potenziali maggiori difficoltà di ripagare i propri debiti che incontrano i debitori sotto la pressione dell’aumento del costo della vita
Fitch ha un outlook “in deterioramento” per il settore i debt buyer nel 2024 e ha declassato Intrum di due livelli a marzo e Lowell di un livello a maggio 2024. I rating degli operatori del settore dell’acquisto crediti, che sono tipicamente nelle categorie di rating “B” e “BB”, riflettono già la loro sensibilità al “wholesale financing”, ma un’incapacità di accedere ai mercati del capitale eroderebbe il margine di rating e potrebbe portare a ulteriori azioni di rating negative da parte dell’Agenzia.
Le condizioni difficili del mercato dei financing quest’anno hanno messo sempre più in evidenza le differenze tra i profili di finanziamento e leva dei principali player internazionali. Quelli con leva inferiore e profili di scadenza del debito più scaglionati, come Encore Capital (BB+/Stabile) e PRA Group (BB+/Negativo), sono stati in grado di affrontare le scadenze a medio termine attraverso l’emissione recente di obbligazioni. Tuttavia, emittenti con profili di finanziamento più concentrati, in particolare Intrum e Lowell, devono ancora rifinanziare le loro scadenze del 2025.
I rendimenti obbligazionari attuali indicano che le operazioni di rifinanziamento sarebbero a tassi significativamente più alti rispetto ai costi di finanziamento medi esistenti, il che metterebbe ulteriore pressione sulla stabilità dei modelli di business di alcune aziende. Alcuni operatori hanno cercato di mitigare la loro esposizione a tassi di interesse più alti aumentando la loro attenzione su altre linee di ricavi a basso investimento di capitale, come la focalizzazione sulle attività di gestione per conto terzi. Tuttavia, però questi nuovi o riadattati modelli di business devono ancora essere pienamente dimostrati, il che potrebbe ridurre la loro capacità di accedere ai finanziamenti a prezzi competitivi.
Il report pone l’attenzione anche a quelle situazioni nelle quali si prospettano interventi sul debito del tipo amend and extend” (modifica e proroga), che potrebbero ulteriormente pesare sulla valutazione di Fitch dei profili di finanziamento e liquidità degli emittenti. Viene fatto esplicito riferimento sia ad Intrum che iQuera Group(non valutata) che rispettivamente a marzo ed aprile hanno nominato consulenti finanziari per valutare le loro strutture di capitale, il che potrebbe portare ad interventi di ristrutturazione del debito.
Sempre in base al report le performance di riscossione sono state comunque generalmente abbastanza solide nel 2023 e nel 1Q24 nonostante la pressione sul costo della vita che grava sui debitori. Tuttavia, devono ancora affrontare pressioni inflazionistiche sui loro stessi costi generali e sui costi finanziari.
Ad eccezione degli emittenti che sono stati soggetti a recenti azioni di rating negative, le scadenze del debito per i primari debt buyer nel 2H24–2025 sono modeste. Diverso discorso se si guarda al 2026 dove le scadenze aumentano significativamente, con nuovi finanziamenti che probabilmente saranno più costosi dei finanziamenti che andranno a sostituire, anche se i tassi di interesse di politica monetaria sono diminuiti.
Fitch Ratings ha recentemente pubblicato un report che mette in evidenza i rischi che incombono su alcuni grandi debt buyer internazionali. In particolare, sono i rischi di rifinanziamento a destare preoccupazione, poiché l’accesso ai mercati del capitale di debito diventa meno affidabile e si incontrano difficoltà nel rispettare i piani di riduzione del debito. Alcuni player con strutture finanziarie più solidi hanno recentemente avuto accesso ai mercati, ma quelli con profili di credito più deboli e soprattutto quelli con scadenze di debito a breve termine potrebbero avere difficoltà a rifinanziare ad un costo accessibile e sostenibile.
D’altronde, come avevamo più volte messo in luce nei White Paper 2022 e 2023 dell’Osservatorio NPE Market di Credit Village (richiedi gratuitamente un copia) gli aumenti dei tassi di interesse nel 2022 e nel 2023 non potevano lasciare indenne il mercato. Inevitabile quindi per gli operatori l’incremento dei costi di finanziamento che hanno imposto una rigorosa disciplina nelle acquisizioni di nuovi portafogli NPL. Ma i tassi di interesse e le loro dinamiche sul sistema economico finanziario erodono probabilmente, come fa notare Fitch, anche la redditività dei portafogli già acquisiti a causa delle potenziali maggiori difficoltà di ripagare i propri debiti che incontrano i debitori sotto la pressione dell’aumento del costo della vita
Fitch ha un outlook “in deterioramento” per il settore i debt buyer nel 2024 e ha declassato Intrum di due livelli a marzo e Lowell di un livello a maggio 2024. I rating degli operatori del settore dell’acquisto crediti, che sono tipicamente nelle categorie di rating “B” e “BB”, riflettono già la loro sensibilità al “wholesale financing”, ma un’incapacità di accedere ai mercati del capitale eroderebbe il margine di rating e potrebbe portare a ulteriori azioni di rating negative da parte dell’Agenzia.
Le condizioni difficili del mercato dei financing quest’anno hanno messo sempre più in evidenza le differenze tra i profili di finanziamento e leva dei principali player internazionali. Quelli con leva inferiore e profili di scadenza del debito più scaglionati, come Encore Capital (BB+/Stabile) e PRA Group (BB+/Negativo), sono stati in grado di affrontare le scadenze a medio termine attraverso l’emissione recente di obbligazioni. Tuttavia, emittenti con profili di finanziamento più concentrati, in particolare Intrum e Lowell, devono ancora rifinanziare le loro scadenze del 2025.
I rendimenti obbligazionari attuali indicano che le operazioni di rifinanziamento sarebbero a tassi significativamente più alti rispetto ai costi di finanziamento medi esistenti, il che metterebbe ulteriore pressione sulla stabilità dei modelli di business di alcune aziende. Alcuni operatori hanno cercato di mitigare la loro esposizione a tassi di interesse più alti aumentando la loro attenzione su altre linee di ricavi a basso investimento di capitale, come la focalizzazione sulle attività di gestione per conto terzi. Tuttavia, però questi nuovi o riadattati modelli di business devono ancora essere pienamente dimostrati, il che potrebbe ridurre la loro capacità di accedere ai finanziamenti a prezzi competitivi.
Il report pone l’attenzione anche a quelle situazioni nelle quali si prospettano interventi sul debito del tipo amend and extend” (modifica e proroga), che potrebbero ulteriormente pesare sulla valutazione di Fitch dei profili di finanziamento e liquidità degli emittenti. Viene fatto esplicito riferimento sia ad Intrum che iQuera Group(non valutata) che rispettivamente a marzo ed aprile hanno nominato consulenti finanziari per valutare le loro strutture di capitale, il che potrebbe portare ad interventi di ristrutturazione del debito.
Sempre in base al report le performance di riscossione sono state comunque generalmente abbastanza solide nel 2023 e nel 1Q24 nonostante la pressione sul costo della vita che grava sui debitori. Tuttavia, devono ancora affrontare pressioni inflazionistiche sui loro stessi costi generali e sui costi finanziari.
Ad eccezione degli emittenti che sono stati soggetti a recenti azioni di rating negative, le scadenze del debito per i primari debt buyer nel 2H24–2025 sono modeste. Diverso discorso se si guarda al 2026 dove le scadenze aumentano significativamente, con nuovi finanziamenti che probabilmente saranno più costosi dei finanziamenti che andranno a sostituire, anche se i tassi di interesse di politica monetaria sono diminuiti.