Nel 2023 sono state 2.500 le segnalazioni di whistleblowing pervenute alle autorità competenti e a giugno 2023 erano più di 2000 le organizzazioni aderenti a WhistleblowingPA, 671 in più rispetto al 2021. È quanto attesta un report di Transparency International Italia sulla normativa whistleblowing, che disciplina le segnalazioni di illeciti da parte dei lavoratori, che da quest’anno è obbligatoria anche per le piccole e medie imprese con più di 50 dipendenti. Purtroppo, non essendoci un sistema di monitoraggio che raccolga centralmente tutti i dati sulle segnalazioni da whistleblowing, non sappiamo se tale obbligo abbia fatto aumentare le segnalazioni nei primi mesi del 2024 a livello nazionale. Quello che sappiamo è che da dicembre 2023 l’Autorità Nazionale Anticorruzione Italiana ha ricevuto oltre 600 segnalazioni, di cui 240 dal settore privato e 360 dal pubblico, e che si sta definendo un nuovo trend che vede un incremento nelle richieste di verifica, da parte delle imprese, proprio delle segnalazioni di whistleblowing.
A confermare la stretta correlazione tra i whistleblowing e le investigazioni aziendali, Carmine Evangelista, AD del Gruppo A-Zeta, specializzato in data intelligence, analisi di dati e investigazioni aziendali, che dichiara: “Stiamo riscontrando una stretta correlazione tra segnalazioni di irregolarità tramite lo strumento del whistleblowing e investigazioni aziendali. Sempre più imprese ci stanno contattando per richiedere il nostro supporto nella verifica fattiva delle segnalazioni. Questo rende il whistleblowing un punto di partenza per attivare attività investigative sui ‘crimini’ più ricorrenti che si verificano nelle imprese, al fine di intraprendere un’azione disciplinare o legale. Spesso – aggiunge Evangelista – investighiamo furti di patrimonio aziendale, digitale, collaborando con le figure o il comitato interno deputato a ricevere e vagliare le segnalazioni. Allo stesso tempo può capitare che le segnalazioni di whistleblowing siano utilizzate in maniera impropria; anche qui l’investigazione va in supporto ai decision-maker per smascherare eventuali pratiche poco trasparenti. Di certo l’utilizzo combinato di whistleblowing e investigazioni aziendali può garantire un ambiente di lavoro più sicuro e più etico”.
Un caso che A-Zeta ha recentemente seguito è stata la segnalazione anonima di un dipendente rispetto a un furto di materiale e di sospetta sottrazione di informazioni sensibili da parte di un collega. L’azienda, dopo la segnalazione tramite whistleblowing, ha avviato un’indagine interna con il supporto del team di A-Zeta e, grazie alle informazioni raccolte, è stata in grado di procedere al recupero degli asset mancanti e all’applicazione delle previste azioni legali.
Ma le sfide che le aziende si trovano ad affrontare non sono poche: dalla protezione e l’anonimato del whistleblower contro eventuali ritorsioni o discriminazioni, alla gestione di eventuali conflitti d’interesse nel rispetto della normativa. Attualmente, purtroppo, il sistema non è esattamente performante poiché, nonostante sia pensato per aumentare la sicurezza di tutti gli stakeholder che operano nell’impresa, le barriere all’adozione rimangono ancora alte, e non solo tra le piccole e medie imprese.
Nel 2023 sono state 2.500 le segnalazioni di whistleblowing pervenute alle autorità competenti e a giugno 2023 erano più di 2000 le organizzazioni aderenti a WhistleblowingPA, 671 in più rispetto al 2021. È quanto attesta un report di Transparency International Italia sulla normativa whistleblowing, che disciplina le segnalazioni di illeciti da parte dei lavoratori, che da quest’anno è obbligatoria anche per le piccole e medie imprese con più di 50 dipendenti. Purtroppo, non essendoci un sistema di monitoraggio che raccolga centralmente tutti i dati sulle segnalazioni da whistleblowing, non sappiamo se tale obbligo abbia fatto aumentare le segnalazioni nei primi mesi del 2024 a livello nazionale. Quello che sappiamo è che da dicembre 2023 l’Autorità Nazionale Anticorruzione Italiana ha ricevuto oltre 600 segnalazioni, di cui 240 dal settore privato e 360 dal pubblico, e che si sta definendo un nuovo trend che vede un incremento nelle richieste di verifica, da parte delle imprese, proprio delle segnalazioni di whistleblowing.
A confermare la stretta correlazione tra i whistleblowing e le investigazioni aziendali, Carmine Evangelista, AD del Gruppo A-Zeta, specializzato in data intelligence, analisi di dati e investigazioni aziendali, che dichiara: “Stiamo riscontrando una stretta correlazione tra segnalazioni di irregolarità tramite lo strumento del whistleblowing e investigazioni aziendali. Sempre più imprese ci stanno contattando per richiedere il nostro supporto nella verifica fattiva delle segnalazioni. Questo rende il whistleblowing un punto di partenza per attivare attività investigative sui ‘crimini’ più ricorrenti che si verificano nelle imprese, al fine di intraprendere un’azione disciplinare o legale. Spesso – aggiunge Evangelista – investighiamo furti di patrimonio aziendale, digitale, collaborando con le figure o il comitato interno deputato a ricevere e vagliare le segnalazioni. Allo stesso tempo può capitare che le segnalazioni di whistleblowing siano utilizzate in maniera impropria; anche qui l’investigazione va in supporto ai decision-maker per smascherare eventuali pratiche poco trasparenti. Di certo l’utilizzo combinato di whistleblowing e investigazioni aziendali può garantire un ambiente di lavoro più sicuro e più etico”.
Un caso che A-Zeta ha recentemente seguito è stata la segnalazione anonima di un dipendente rispetto a un furto di materiale e di sospetta sottrazione di informazioni sensibili da parte di un collega. L’azienda, dopo la segnalazione tramite whistleblowing, ha avviato un’indagine interna con il supporto del team di A-Zeta e, grazie alle informazioni raccolte, è stata in grado di procedere al recupero degli asset mancanti e all’applicazione delle previste azioni legali.
Ma le sfide che le aziende si trovano ad affrontare non sono poche: dalla protezione e l’anonimato del whistleblower contro eventuali ritorsioni o discriminazioni, alla gestione di eventuali conflitti d’interesse nel rispetto della normativa. Attualmente, purtroppo, il sistema non è esattamente performante poiché, nonostante sia pensato per aumentare la sicurezza di tutti gli stakeholder che operano nell’impresa, le barriere all’adozione rimangono ancora alte, e non solo tra le piccole e medie imprese.