di sfruttare al massimo l’enorme mole di dati a disposizione di servicer e
originator per poter produrre analisi sempre più precise e predittive. Resta ancora da capire
come verranno gestiti quei 350 miliardi di Npl che non sono più sui bilanci delle banche, ma
in mano agli investitori che ancora registrano delle underperforming rispetto ai business
plan originari.
Una interessante soluzione per intervenire su quei crediti in sofferenza secured che hanno
come asset a garanzia l’immobile dove risiede il debitore con la famiglia è la
cartolarizzazione a valenza sociale, un meccanismo che permette alle famiglie in difficoltà
economica di poter continuare a vivere nella stessa casa, con la possibilità di riscattarla.
A questo tema è stata dedicata un’intera tavola rotonda, in cui tutti sono stati concordi nel
ritenere questo strumento una possibile soluzione win-win, con ricadute positive in
termini economici, per investitori e originator, e sociali per il debitore che ha la possibilità di
restare nel suo immobile, pagando delle rate con la possibilità di riottenere la proprietà
dell’immobile.
Dal confronto è emersa la richiesta di imprimere un’ulteriore spinta normativa allo
strumento, allargando questa opportunità anche alle micro e piccole imprese.
L’altra grande novità di questa edizione del CvSpringDay è stata la sessione pomeridiana, moderata dal giornalista Morya Longo e da Christian Faggella, AD e Managing Partner La
Scala Società tra Avvocati, che ha ospitato un focus verticale dedicato ai settori Gas &
Power, Idrico & Telco, dove per la prima volta gli operatori dei principali gruppi del
settore si sono ritrovati per un momento di confronto e condivisione
Il dibattito si è concentrato sulle differenze tra la gestione di questa tipologia di crediti
rispetto a quelli bancari, che non prevedono ad esempio la prescrizione breve (cinque o
due anni secondo i casi) o tutte quelle problematiche specifiche verso i consumatori che
sono peculiari proprio dei crediti da utenza (basta pensare alle bollette di consumi presunti).
Specificità che, inevitabilmente, si proietteranno anche nelle future cessioni che
rappresentano la vera novità per l’industria del credito. Anche in questo caso, come in
passato, Credit Village ha fatto da pioniere nell’affrontare per primo questa tematica
che è ancora tutta in divenire. Manca ancora una cultura consolidata verso la gestione di
questa nuova tipologia di crediti e si stanno mettendo in atto una serie di tentativi, per
individuare le strategie più efficaci. I grandi operatori, ad esempio, hanno già inserito la
cessione nel loro processo di gestione dei crediti, mentre la maggior parte dei piccoli player
la utilizzano in modo occasionale e a titolo sporadico, senza magari quelle accortezze verso
l’acquirente, che nel mercato dei crediti bancari sono diventate ormai prassi.
Inoltre, la direttiva europea sugli Npl, entrata in vigore a dicembre, si limita al settore
bancario-finanziario lasciando fuori questo mercato che trova il suo riferimento
normativo nella legge 53 del 2015.
Un ruolo importante sarà giocato dai marketplace che agevolano l’incontro tra domanda e
offerta.
La sintesi è che siamo ad un anno di svolta per la gestione dei crediti nei settori dell’utenza e Credit Village ha fornito per la prima volta una piattaforma di confronto tra gli operatori dalla quale sono emerse importanti evidenze.
A cominciare dalla necessità di sviluppare una cultura e una formazione specifica che possa essere messa a disposizione dei player e possa portare questo mercato al livello di maturazione raggiunto oggi dal mercato dei crediti bancari-finanziari.
Scarica Comunicato Stampa Integrale
di sfruttare al massimo l’enorme mole di dati a disposizione di servicer e
originator per poter produrre analisi sempre più precise e predittive. Resta ancora da capire
come verranno gestiti quei 350 miliardi di Npl che non sono più sui bilanci delle banche, ma
in mano agli investitori che ancora registrano delle underperforming rispetto ai business
plan originari.
Una interessante soluzione per intervenire su quei crediti in sofferenza secured che hanno
come asset a garanzia l’immobile dove risiede il debitore con la famiglia è la
cartolarizzazione a valenza sociale, un meccanismo che permette alle famiglie in difficoltà
economica di poter continuare a vivere nella stessa casa, con la possibilità di riscattarla.
A questo tema è stata dedicata un’intera tavola rotonda, in cui tutti sono stati concordi nel
ritenere questo strumento una possibile soluzione win-win, con ricadute positive in
termini economici, per investitori e originator, e sociali per il debitore che ha la possibilità di
restare nel suo immobile, pagando delle rate con la possibilità di riottenere la proprietà
dell’immobile.
Dal confronto è emersa la richiesta di imprimere un’ulteriore spinta normativa allo
strumento, allargando questa opportunità anche alle micro e piccole imprese.
L’altra grande novità di questa edizione del CvSpringDay è stata la sessione pomeridiana, moderata dal giornalista Morya Longo e da Christian Faggella, AD e Managing Partner La
Scala Società tra Avvocati, che ha ospitato un focus verticale dedicato ai settori Gas &
Power, Idrico & Telco, dove per la prima volta gli operatori dei principali gruppi del
settore si sono ritrovati per un momento di confronto e condivisione
Il dibattito si è concentrato sulle differenze tra la gestione di questa tipologia di crediti
rispetto a quelli bancari, che non prevedono ad esempio la prescrizione breve (cinque o
due anni secondo i casi) o tutte quelle problematiche specifiche verso i consumatori che
sono peculiari proprio dei crediti da utenza (basta pensare alle bollette di consumi presunti).
Specificità che, inevitabilmente, si proietteranno anche nelle future cessioni che
rappresentano la vera novità per l’industria del credito. Anche in questo caso, come in
passato, Credit Village ha fatto da pioniere nell’affrontare per primo questa tematica
che è ancora tutta in divenire. Manca ancora una cultura consolidata verso la gestione di
questa nuova tipologia di crediti e si stanno mettendo in atto una serie di tentativi, per
individuare le strategie più efficaci. I grandi operatori, ad esempio, hanno già inserito la
cessione nel loro processo di gestione dei crediti, mentre la maggior parte dei piccoli player
la utilizzano in modo occasionale e a titolo sporadico, senza magari quelle accortezze verso
l’acquirente, che nel mercato dei crediti bancari sono diventate ormai prassi.
Inoltre, la direttiva europea sugli Npl, entrata in vigore a dicembre, si limita al settore
bancario-finanziario lasciando fuori questo mercato che trova il suo riferimento
normativo nella legge 53 del 2015.
Un ruolo importante sarà giocato dai marketplace che agevolano l’incontro tra domanda e
offerta.
La sintesi è che siamo ad un anno di svolta per la gestione dei crediti nei settori dell’utenza e Credit Village ha fornito per la prima volta una piattaforma di confronto tra gli operatori dalla quale sono emerse importanti evidenze.
A cominciare dalla necessità di sviluppare una cultura e una formazione specifica che possa essere messa a disposizione dei player e possa portare questo mercato al livello di maturazione raggiunto oggi dal mercato dei crediti bancari-finanziari.
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