Considerate le previsioni di calo dei flussi di NPE, quali saranno i principali fenomeni che caratterizzeranno il mercato italiano del credito nei prossimi due anni?
A mio avviso i trend interessanti per gli operatori del settore sono due:
- Lo sviluppo del mercato secondario: le grandi masse di crediti deteriorati ceduti dalle banche non sono scomparse, sono in gran parte ancora in carico agli acquirenti. Considerando il dinamismo connaturato al mercato degli NPE possiamo aspettarci che alcuni operatori che hanno investito in passato rimetteranno sul mercato i portafogli acquistati. Inoltre, per le operazioni più rilevanti in termini di volumi, si potrà assistere, nell’ambito delle strategie di gestione e valorizzazione dei portafogli, alla individuazione di sub-portafogli da cedere ad investitori specializzati in specifiche asset class. Tale tendenza ad una crescente segmentazione per la massimizzazione del valore si sta registrando anche nelle operazioni di cessione sul mercato primario, dove i portafogli vengono suddivisi in cluster che vengono acquistati da investitori differenti.
- I crediti classificati come Stage 2 : materia totalmente diversa dagli NPE, che pertanto richiede competenze e modalità operative molto diverse, oltre alla capacità da parte dei servicer di agire in sinergia con l’istituto bancario, che rimane il principale punto di riferimento per il cliente in difficoltà. La gestione di questa asset class “viva”, e che sta crescendo in termini di valore, ha ricadute sociali ed economiche di rilievo perché riguarda individui e imprese che, adeguatamente supportati, possono rimanere in bonis, evitando lo scivolamento verso lo stage 3 del non performing.
In questo contesto che sembra suggerire un cambiamento del ruolo dei servicer, con tipologie di crediti da gestire in evoluzione e margini che si assottigliano, quale sarà il driver di competitività?
Restringendo il campo agli operatori medio-grandi, con masse critiche in gestione e assetti operativi tali per cui le novità normative avranno un impatto moderato, a mio parere il fattore differenziante sarà ancora il livello di efficienza della “macchina” di gestione. In questo ambito gioca un ruolo fondamentale il grado di integrazione della tecnologia nei processi, da quelli interni – penso alla fase di analisi e clusterizzazione -, a quelli customer facing, con una gestione sempre più digitale e personalizzata del cliente consumatore grazie, ad esempio, all’intelligenza artificiale generativa. Sono strumenti che si affiancano e supportano l’ingegno umano per facilitare l’interazione con il cliente su grande scala e migliorare la customer experience.
Considerate le previsioni di calo dei flussi di NPE, quali saranno i principali fenomeni che caratterizzeranno il mercato italiano del credito nei prossimi due anni?
A mio avviso i trend interessanti per gli operatori del settore sono due:
In questo contesto che sembra suggerire un cambiamento del ruolo dei servicer, con tipologie di crediti da gestire in evoluzione e margini che si assottigliano, quale sarà il driver di competitività?
Restringendo il campo agli operatori medio-grandi, con masse critiche in gestione e assetti operativi tali per cui le novità normative avranno un impatto moderato, a mio parere il fattore differenziante sarà ancora il livello di efficienza della “macchina” di gestione. In questo ambito gioca un ruolo fondamentale il grado di integrazione della tecnologia nei processi, da quelli interni – penso alla fase di analisi e clusterizzazione -, a quelli customer facing, con una gestione sempre più digitale e personalizzata del cliente consumatore grazie, ad esempio, all’intelligenza artificiale generativa. Sono strumenti che si affiancano e supportano l’ingegno umano per facilitare l’interazione con il cliente su grande scala e migliorare la customer experience.