Secondo i dati dell’ “Union of Credit and Credit Management Companies” l’associazione greca che raggruppa i primari servicer di gestione del credito, su un totale di 86 miliardi di euro di NPE, gli accordi di pagamento presi finora riguardano 25,5 miliardi di euro, ma di questi quelli attivi e che al momento non sono andati in default risultano poco meno di 19 miliardi di euro.
Questo dato è confermato dalla Banca di Grecia, che evidenzia come gli accordi di rimborso delle posizioni debitorie riguardano il 27,6% del totale di NPE affidato in ai servicer dai fondi che li hanno acquisiti attraverso operazioni di cartolarizzazione o acquisizione dirette.
Da notare che questi crediti rappresentano il 79% dei crediti gestiti dai servicer, mentre un altro 21% riguarda crediti ancora presenti nei bilanci delle banche.
Le difficoltà di recupero sono dovute soprattutto al fatto che la parte più significativa dei volumi in gestione pari al 73,9% è rappresentata da sofferenze, mentre la quota del 18,7 % e formata da crediti scaduti da oltre 90 giorni. La rimanente parte caratterizzata da posizioni che presentano rischi di default nel breve periodo.
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Secondo i dati dell’ “Union of Credit and Credit Management Companies” l’associazione greca che raggruppa i primari servicer di gestione del credito, su un totale di 86 miliardi di euro di NPE, gli accordi di pagamento presi finora riguardano 25,5 miliardi di euro, ma di questi quelli attivi e che al momento non sono andati in default risultano poco meno di 19 miliardi di euro.
Questo dato è confermato dalla Banca di Grecia, che evidenzia come gli accordi di rimborso delle posizioni debitorie riguardano il 27,6% del totale di NPE affidato in ai servicer dai fondi che li hanno acquisiti attraverso operazioni di cartolarizzazione o acquisizione dirette.
Da notare che questi crediti rappresentano il 79% dei crediti gestiti dai servicer, mentre un altro 21% riguarda crediti ancora presenti nei bilanci delle banche.
Le difficoltà di recupero sono dovute soprattutto al fatto che la parte più significativa dei volumi in gestione pari al 73,9% è rappresentata da sofferenze, mentre la quota del 18,7 % e formata da crediti scaduti da oltre 90 giorni. La rimanente parte caratterizzata da posizioni che presentano rischi di default nel breve periodo.
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