Tra meno di un mese, il 29 dicembre 2023, scadono i termini per il recepimento della direttiva europea sugli NPL e si apriranno nuove frontiere e nuovi orizzonti per il mercato della credit industry e per l’intero ecosistema che diventa sempre più complesso. Il clima in cui si inserisce la nuova direttiva è di grande attesa, e tra le novità più importanti ci sono l’apertura del mercato secondario, un sistema multilivello dove conviveranno più licenze e un sistema di vigilanza a doppio binario. Tutto questo dovrebbe tendere alla costituzione di un mercato unico integrato a livello europeo, dove di fatto gli acquisti dei portafogli potranno avvenire in maniera veloce e semplificata, eliminando le barriere nazionali. Di certo bisogna ancora trovare il giusto inquadramento politico con soluzioni che da un lato tutelino il debitore e dall’altro mettano al sicuro e tranquillizzino gli investitori. Ma ci saranno opportunità per tutti.
Di questo e tanto altro si è parlato nel corso del CVDay che si è svolto il 29 novembre a Milano, presso l’Allianz MiCO. Giunto ormai alla sua 16esima edizione, quest’anno il CVDay ha ricevuto l’Alto Patrocinio del Parlamento europeo e si è arricchito di un nuovo evento nell’evento, ovvero la prima edizione del CV NPE Legal & Advisory Forum, organizzato grazie alla partnership con la Fondazione Lucio Papirio e la rivista giuridica “In executivis”.
“E’ dal 2008 che organizziamo questo evento e in qualche maniera siamo un po’ i testimoni di quello che è stata l’evoluzione di questo di questa industry e dell’ecosistema che anno dopo anno abbiamo avuto il piacere di poter commentare e testimoniare, guardando ogni anno verso il futuro” ha esordito Roberto Sergio CEO di Credit Village.
La giornata ha illustrato cosa è cambiato nell’industria del credito dal 2015 a oggi. Innanzitutto sono cambiati radicalmente i numeri: siamo passati dai 350 miliardi di NPL del 2015 ai 60 di oggi, anche se una significativa di questa, che non è più nei bilanci delle banche, è ancora in circolazione nel mercato, soprattutto in mano agli investitori che stanno mettendo in campo strategie di recupero sempre più mirate e diversificate. E’ cambiato il sottostante del credito, cioè il soggetto che si va a trattare. Inoltre, oggi le sofferenze sono molto meno, mentre gli Stage 2 sono più rilevanti, arrivando a toccare, in Italia, quota 173 miliardi di euro, pari a più dell’11% del totale dei crediti. Se pensiamo che nel 2015 non esisteva neanche il concetto di Stage 2 si capisce quanto oggi il mercato sia cambiato. Inoltre, sono cambiati radicalmente i modelli di gestione del credito: oggi le piattaforme di service sono molto diffuse, gli strumenti per fare derisking sono molto più variegati e si comincia a parlare pesantemente di intelligenza artificiale e di data analytics.
L’industria del service si è trasformata radicalmente: sono più che triplicati gli asset under management da 150 miliardi a più di 450. Nel 2015 erano soltanto gli asset manager con più di 10 miliardi in gestione mentre oggi sono 14. Allo stesso modo nel 2015 erano 5 i player che facevano anche attività di master service mentre oggi sono 14 con una crescita notevole della capacità di gestire masse molto più elevate di posizioni.
Di fatto i player di settore si muovono in un contesto radicalmente diverso rispetto al passato poiché, nel giro di pochissimi anni, è stato fatto un percorso che ha toccato tutte le fasi del ciclo di vita del credito. E’ molto importante sviluppare competenze nuove e sofisticate per gestire posizioni sempre più complesse e granulari, che riguardano aziende vive e attive, con volumi che vanno dai 50 ai 250.000 euro che necessitano di una maggiore industrializzazione e una maggiore capacità nell’analizzare i dati. L’attività di gestione di un credito di questo tipo è più complessa perché bisogna capire come e quando si può intervenire, e quale può essere il rate di successo che può oscillare tra un ritorno in bonis completo e un passaggio a default.
I service saranno sempre più protagonisti nelle prossime fasi e dovranno presentarsi al mercato come partner di riferimento affidabili e credibili. Anche da un punto di vista di sostenibilità, compliance e innovazione che sono i drive verso cui è sempre più cruciale effettuare investimenti per posizionarsi sul mercato. Non a caso sono questi i temi caldi su cui si sono concentrate le tavole rotonde del CVDay, durante le quali i principali decision maker del mercato tra cui CEO e Top manager di banche, investitori, servicer e tech company hanno condiviso opinioni e strategie. E sono proprio queste tematiche che rappresentano tre dei cinque KPI alla base dell’innovativo ed esclusivo sistema di valutazione elaborato e lanciato da Credit Village nell’ambito dell’European Credit Challenge, che ha premiato i campioni dell’industria del credito.
A seguire, la giornata è continuata con il CV NPE Legal & Advisor Forum, un evento nell’evento dedicato agli operatori del mercato creditizio maggiormente attenti ai profili di diritto, con il patrocinio degli Ordini degli Avvocati e dei Dottori commercialisti ed esperti contabili di Milano. Mission del Forum – come ha ricordato in apertura Cosimo D’Arrigo, consigliere della Corte di cassazione, che ha coordinato l’evento – è di favorire il dialogo fra i protagonisti finanziari e quelli giudiziari della filiera del credito deteriorato.
I lavori si sono aperti con un’analisi sul nuovo Codice della crisi d’impresa e su come questo abbia inciso sulle performance dei Tribunali. E’ seguito un vivace dibattito, moderato da Giovanni Fanticini, Coordinatore dell’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, sui punti caldi del processo esecutivo, a cominciare dal rilevante impatto operativo – anche nella valutazione e nella gestione dei portafogli di crediti al consumo – della nota pronuncia della Corte di giustizia che ha consentito di rilevare, anche in fase espropriativa, l’eventuale abusività delle clausole contrattuali. Si è parlato poi di prova del credito, di dimostrazione della titolarità degli NPL negoziati sul mercato secondario e di altri temi processuali di sicuro rilievo anche per gli operatori finanziari.
E’ stato, inoltre, illustrato lo stato dell’arte, le criticità e le prospettive di riforma di un tema al quale i recuperatori dei crediti sono molto sensibili, quello dell’equo compenso dei legali.
La seconda tavola rotonda, moderata lida Paluchowski, già Presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Milano, ha affrontato il tema delle procedure concorsuali sotto l’originale punto di vista della tutela del creditore nelle procedure alternative alla liquidazione giudiziale. I partecipanti si sono soffermati sui temi, di stringente attualità, del concordato semplificato e del piano di ristrutturazione, illustrando l’uso dei covenant negli accordi di ristrutturazione del debito e parlando dei possibili approcci win-win alle situazioni di indebitamento deteriorate.
Tra meno di un mese, il 29 dicembre 2023, scadono i termini per il recepimento della direttiva europea sugli NPL e si apriranno nuove frontiere e nuovi orizzonti per il mercato della credit industry e per l’intero ecosistema che diventa sempre più complesso. Il clima in cui si inserisce la nuova direttiva è di grande attesa, e tra le novità più importanti ci sono l’apertura del mercato secondario, un sistema multilivello dove conviveranno più licenze e un sistema di vigilanza a doppio binario. Tutto questo dovrebbe tendere alla costituzione di un mercato unico integrato a livello europeo, dove di fatto gli acquisti dei portafogli potranno avvenire in maniera veloce e semplificata, eliminando le barriere nazionali. Di certo bisogna ancora trovare il giusto inquadramento politico con soluzioni che da un lato tutelino il debitore e dall’altro mettano al sicuro e tranquillizzino gli investitori. Ma ci saranno opportunità per tutti.
Di questo e tanto altro si è parlato nel corso del CVDay che si è svolto il 29 novembre a Milano, presso l’Allianz MiCO. Giunto ormai alla sua 16esima edizione, quest’anno il CVDay ha ricevuto l’Alto Patrocinio del Parlamento europeo e si è arricchito di un nuovo evento nell’evento, ovvero la prima edizione del CV NPE Legal & Advisory Forum, organizzato grazie alla partnership con la Fondazione Lucio Papirio e la rivista giuridica “In executivis”.
“E’ dal 2008 che organizziamo questo evento e in qualche maniera siamo un po’ i testimoni di quello che è stata l’evoluzione di questo di questa industry e dell’ecosistema che anno dopo anno abbiamo avuto il piacere di poter commentare e testimoniare, guardando ogni anno verso il futuro” ha esordito Roberto Sergio CEO di Credit Village.
La giornata ha illustrato cosa è cambiato nell’industria del credito dal 2015 a oggi. Innanzitutto sono cambiati radicalmente i numeri: siamo passati dai 350 miliardi di NPL del 2015 ai 60 di oggi, anche se una significativa di questa, che non è più nei bilanci delle banche, è ancora in circolazione nel mercato, soprattutto in mano agli investitori che stanno mettendo in campo strategie di recupero sempre più mirate e diversificate. E’ cambiato il sottostante del credito, cioè il soggetto che si va a trattare. Inoltre, oggi le sofferenze sono molto meno, mentre gli Stage 2 sono più rilevanti, arrivando a toccare, in Italia, quota 173 miliardi di euro, pari a più dell’11% del totale dei crediti. Se pensiamo che nel 2015 non esisteva neanche il concetto di Stage 2 si capisce quanto oggi il mercato sia cambiato. Inoltre, sono cambiati radicalmente i modelli di gestione del credito: oggi le piattaforme di service sono molto diffuse, gli strumenti per fare derisking sono molto più variegati e si comincia a parlare pesantemente di intelligenza artificiale e di data analytics.
L’industria del service si è trasformata radicalmente: sono più che triplicati gli asset under management da 150 miliardi a più di 450. Nel 2015 erano soltanto gli asset manager con più di 10 miliardi in gestione mentre oggi sono 14. Allo stesso modo nel 2015 erano 5 i player che facevano anche attività di master service mentre oggi sono 14 con una crescita notevole della capacità di gestire masse molto più elevate di posizioni.
Di fatto i player di settore si muovono in un contesto radicalmente diverso rispetto al passato poiché, nel giro di pochissimi anni, è stato fatto un percorso che ha toccato tutte le fasi del ciclo di vita del credito. E’ molto importante sviluppare competenze nuove e sofisticate per gestire posizioni sempre più complesse e granulari, che riguardano aziende vive e attive, con volumi che vanno dai 50 ai 250.000 euro che necessitano di una maggiore industrializzazione e una maggiore capacità nell’analizzare i dati. L’attività di gestione di un credito di questo tipo è più complessa perché bisogna capire come e quando si può intervenire, e quale può essere il rate di successo che può oscillare tra un ritorno in bonis completo e un passaggio a default.
I service saranno sempre più protagonisti nelle prossime fasi e dovranno presentarsi al mercato come partner di riferimento affidabili e credibili. Anche da un punto di vista di sostenibilità, compliance e innovazione che sono i drive verso cui è sempre più cruciale effettuare investimenti per posizionarsi sul mercato. Non a caso sono questi i temi caldi su cui si sono concentrate le tavole rotonde del CVDay, durante le quali i principali decision maker del mercato tra cui CEO e Top manager di banche, investitori, servicer e tech company hanno condiviso opinioni e strategie. E sono proprio queste tematiche che rappresentano tre dei cinque KPI alla base dell’innovativo ed esclusivo sistema di valutazione elaborato e lanciato da Credit Village nell’ambito dell’European Credit Challenge, che ha premiato i campioni dell’industria del credito.
A seguire, la giornata è continuata con il CV NPE Legal & Advisor Forum, un evento nell’evento dedicato agli operatori del mercato creditizio maggiormente attenti ai profili di diritto, con il patrocinio degli Ordini degli Avvocati e dei Dottori commercialisti ed esperti contabili di Milano. Mission del Forum – come ha ricordato in apertura Cosimo D’Arrigo, consigliere della Corte di cassazione, che ha coordinato l’evento – è di favorire il dialogo fra i protagonisti finanziari e quelli giudiziari della filiera del credito deteriorato.
I lavori si sono aperti con un’analisi sul nuovo Codice della crisi d’impresa e su come questo abbia inciso sulle performance dei Tribunali. E’ seguito un vivace dibattito, moderato da Giovanni Fanticini, Coordinatore dell’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione, sui punti caldi del processo esecutivo, a cominciare dal rilevante impatto operativo – anche nella valutazione e nella gestione dei portafogli di crediti al consumo – della nota pronuncia della Corte di giustizia che ha consentito di rilevare, anche in fase espropriativa, l’eventuale abusività delle clausole contrattuali. Si è parlato poi di prova del credito, di dimostrazione della titolarità degli NPL negoziati sul mercato secondario e di altri temi processuali di sicuro rilievo anche per gli operatori finanziari.
E’ stato, inoltre, illustrato lo stato dell’arte, le criticità e le prospettive di riforma di un tema al quale i recuperatori dei crediti sono molto sensibili, quello dell’equo compenso dei legali.
La seconda tavola rotonda, moderata lida Paluchowski, già Presidente della sezione fallimentare del Tribunale di Milano, ha affrontato il tema delle procedure concorsuali sotto l’originale punto di vista della tutela del creditore nelle procedure alternative alla liquidazione giudiziale. I partecipanti si sono soffermati sui temi, di stringente attualità, del concordato semplificato e del piano di ristrutturazione, illustrando l’uso dei covenant negli accordi di ristrutturazione del debito e parlando dei possibili approcci win-win alle situazioni di indebitamento deteriorate.