Da una parte, Moody’s ha migliorato le prospettive sui rating di 18 istituzioni finanziarie in Italia, tra cui 16 banche e due istituti controllati dallo Stato, riflettendo una tendenza positiva nel settore. Questo aggiornamento segnala un riconoscimento della stabilità generale e del miglioramento delle prestazioni di queste istituzioni.
Tuttavia, c’è una preoccupazione significativa riguardo l’aumento dei Prestiti Non Performanti (NPL). Moody’s prevede un aumento “consistente” dei NPL tra le banche italiane nei prossimi 12-18 mesi. Questo aumento previsto è principalmente attribuito alla scadenza delle moratorie sui prestiti imposte dal governo, introdotte come risposta all’impatto economico della pandemia di COVID-19. Le moratorie, estese dal governo italiano fino a dicembre 2021, hanno temporaneamente alleggerito il carico finanziario sui mutuatari, ma la loro scadenza probabilmente porterà a un deterioramento della qualità degli attivi bancari.
Fabio Iannò, senior credit officer di Moody’s, nota che questo aumento dei NPL è previsto nonostante il recente miglioramento della qualità dei prestiti nel settore bancario. Le banche italiane hanno gestito attivamente la loro esposizione al rischio vendendo o cartolarizzando circa 40 miliardi di euro di prestiti problematici nell’anno precedente, in aumento dai 34 miliardi di euro nel 2019. Questa strategia ha aiutato a ridurre la proporzione di prestiti deteriorati da un picco del 17% nel 2015 al 4,1% a dicembre 2020.
In sintesi, mentre il miglioramento della prospettiva del settore bancario italiano da parte di Moody’s riflette una tendenza positiva, l’imminente aumento dei NPL rappresenta una sfida significativa. La fine della moratoria sui prestiti rivelerà l’entità reale dell’impatto della pandemia sulla capacità dei mutuatari di ripagare i prestiti, influenzando così la qualità degli attivi bancari. Questa situazione richiede un monitoraggio attento e una gestione proattiva del rischio da parte delle banche italiane per mitigare gli effetti potenzialmente avversi sulla loro stabilità finanziaria.
Da una parte, Moody’s ha migliorato le prospettive sui rating di 18 istituzioni finanziarie in Italia, tra cui 16 banche e due istituti controllati dallo Stato, riflettendo una tendenza positiva nel settore. Questo aggiornamento segnala un riconoscimento della stabilità generale e del miglioramento delle prestazioni di queste istituzioni.
Tuttavia, c’è una preoccupazione significativa riguardo l’aumento dei Prestiti Non Performanti (NPL). Moody’s prevede un aumento “consistente” dei NPL tra le banche italiane nei prossimi 12-18 mesi. Questo aumento previsto è principalmente attribuito alla scadenza delle moratorie sui prestiti imposte dal governo, introdotte come risposta all’impatto economico della pandemia di COVID-19. Le moratorie, estese dal governo italiano fino a dicembre 2021, hanno temporaneamente alleggerito il carico finanziario sui mutuatari, ma la loro scadenza probabilmente porterà a un deterioramento della qualità degli attivi bancari.
Fabio Iannò, senior credit officer di Moody’s, nota che questo aumento dei NPL è previsto nonostante il recente miglioramento della qualità dei prestiti nel settore bancario. Le banche italiane hanno gestito attivamente la loro esposizione al rischio vendendo o cartolarizzando circa 40 miliardi di euro di prestiti problematici nell’anno precedente, in aumento dai 34 miliardi di euro nel 2019. Questa strategia ha aiutato a ridurre la proporzione di prestiti deteriorati da un picco del 17% nel 2015 al 4,1% a dicembre 2020.
In sintesi, mentre il miglioramento della prospettiva del settore bancario italiano da parte di Moody’s riflette una tendenza positiva, l’imminente aumento dei NPL rappresenta una sfida significativa. La fine della moratoria sui prestiti rivelerà l’entità reale dell’impatto della pandemia sulla capacità dei mutuatari di ripagare i prestiti, influenzando così la qualità degli attivi bancari. Questa situazione richiede un monitoraggio attento e una gestione proattiva del rischio da parte delle banche italiane per mitigare gli effetti potenzialmente avversi sulla loro stabilità finanziaria.